Venerdì scorso, 31 luglio, il maneggio di recente costruzione di Elmo Zanetti e Claudia Lazzarini a Le Prese ha ospitato per la prima volta una manifestazione pubblica. La location per il concerto dei Sulutumana è stata in parte determinata dall’attuale situazione sanitaria. L’elegante struttura a forma ellittica per l’addestramento dei cavalli è infatti ben arieggiata ed offre un riparo sicuro in caso di pioggia. A dare una generosa mano nella riuscita dell’evento è sopravvenuta poi la canicola degli scorsi giorni, assicurando temperature gradevoli anche a serata inoltrata.
L’evento è stato preparato con cura da Andrea Lanfranchi e Moreno Raselli, i due promotori de «La Scaríza Eventi». La meravigliosa cornice notturna del maneggio di Le Prese ha così potuto accogliere anche il primo concerto dei Sulutumana in Valposchiavo. A fruire della bellezza delle loro parole e della loro musica vi era un buon numero di persone, provenienti in parte anche da fuori valle (da sud e da nord), a testimonianza della vocazione interculturale del nostro territorio.
La scelta dei brani proposti nel concerto di Le Prese, come spiegato dalla voce dei “Sulu” Gian Battista Galli, è stata dettata dall’esigenza di mettere in dialogo alcuni vecchi pezzi con altri di più recente composizione. Un lavoro creativo corale – quello della band lariana – in cui al testo vengono man mano ad aggiungersi melodie ed armonie degli strumenti suonati dal terzetto principale, esibitosi anche venerdì scorso a Le Prese, e composto da Gian Battista Galli (voce e fisarmonica), Franceso Andreotti (pianoforte, tastiere) e Nadir Giori (basso elettrico, contrabbasso e chitarra acustica).
Prima di dare inizio al concerto Galli ha sottolineato come l’assenza forzata dai palcoscenici a causa della pandemia, ma anche la quiete che ammanta in tarda serata il maneggio, si prestavano in modo particolare all’ascolto del silenzio: un elemento imprescindibile senza cui non si darebbe né dialogo, né musica. Il delicato e raffinato tocco musicale dalle coloriture jazz di Andreotti e Giori hanno quindi accompagnato per tutto il concerto la suadente voce di Galli, che a sua volta ha saputo destreggiarsi con abilità fra canto, percussioni e fisarmonica. Il trio ha convinto sia per le musiche, sia per la poetica e per l’intrattenimento con il pubblico del suo frontman. Nel loro modo di presentarsi, così come nei testi, non manca inoltre una forte spinta all’autoironia e all’umiltà.
Per chi – come il sottoscritto – fino a pochi giorni fa li ignorava, la musica e la voce dei Sulutumana hanno inevitabilmente ricordato alcuni fra i maggiori cantautori o gruppi pop-rock italiani. Ma è nella profondità dei testi e nell’immediatezza delle musiche che va senza dubbio ricercata la loro cifra. Una cifra che consente ai Sulutumana di collocarsi agevolmente nella copiosa distesa del miglior cantautorato d’Italia.
Testo: Achille Pola
Foto e video: Bruno e Selena Raselli