Giardini incantati e Uncool presentano il trio di Pia Palme

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Il 21 agosto alle 17 presso il giardino di Casa Hasler (Via dala Pesa) si terrà un concerto organizzato in collaborazione tra Giardini Incantati e Uncool – artisti in residenza. Si tratta dell’esibizione di un trio guidato da Pia Palme (flauto contrabbasso, voce e composizioni), Thomas Stempkowski (contrabbasso) e Matthias Loibner (ghironda).

Al termine dell’esibizione, avverrà una degustazione dei vini della Casa vinicola brusiese Pietro Misani. In caso di maltempo, il concerto si terrà al Punto Rosso, nei pressi della Stazione. L’entrata è libera ma possono essere devolute delle offerte.

Riportiamo di seguito una presentazione di Pia Palme, che racconta il percorso artistico la ricerca musicale che la hanno condotta al suo modo odierno di fare musica.

La mia musica è alimentata da diverse fonti. Il mio percorso, iniziato come musicista, mi ha portato attraverso la musica barocca all’improvvisazione e di là alla composizione. Quindi, da un lato c’è la musica antica (rinascimentale, barocca) perché mi sono formata come flautista dolce e oboista. I colori sonori, il discorso sonoro e i concetti musicali giocano un ruolo importante in questa musica. Inoltre, il barocco è una materia molto fisica e spaziale, spesso ha a che fare con il teatro.

Quando la carriera di musicista classica è diventata troppo stretta per me, ho cominciato a improvvisare. Il flauto dolce è uno strumento silenzioso, quindi a volte è importante lavorare con i microfoni, soprattutto quando si suona con strumenti più forti in un ensemble. Così ho iniziato a lavorare con l’ingegneria del suono, ho dovuto trovare un microfono adatto ai miei rari strumenti, e da lì mi sono appassionata alla musica elettronica. L’elettronica mi ha aperto le porte: il risultato è stato un nuovo modo di ascoltare un nuovo tipo di musica.

Il passaggio alla composizione è stato fluido. I miei pezzi sono diventati più lunghi e complessi, è diventato semplicemente necessario scrivere le cose per non dimenticarle. Sequenze temporali, sequenze sonore, cosa faccio come, cosa viene quando, e così via. D’altra parte, mi è sempre piaciuto lavorare insieme ad altri musicisti, come leader di gruppi di improvvisazione: c’erano sempre domande su quello che avevo in mente… Suona meglio questo, o quello? Mi sono così ritrovata nel ruolo di compositrice che prende decisioni. Ho dovuto imparare ad annotare processi complessi in modo che gli altri potessero dar loro un senso. Lo trovo molto eccitante.

Quindi la mia musica si basa sulla fisicità dell’improvvisazione. Suono ancora i flauti dolci, ma preferisco suonare con i flauto basso e contrabbasso (costruiti dal produttore svizzero di flauti dolci Kueng, tra l’altro). Mi piace anche mescolare composizione (per un ensemble) e improvvisazione. Nel frattempo, scrivo occasionalmente i testi dei miei pezzi e faccio anche dei video. Ho l’impressione che l’Antropocene o la situazione del pianeta mi costringa a questo ruolo: bisogna provare senza vergogna cose nuove e non ci sono più limiti, perché tutto è collegato a tutto.

La composizione suona simile al compost, entrambi hanno la stessa radice, ed è quello che è per me: nella musica metto insieme cose che poi sviluppano una vita propria. Non posso e non voglio controllare questo processo, ma trovare un equilibrio è importante.