Lettera aperta: Iniziativa per la limitazione

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Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta

Si chiama così: Iniziativa per la limitazione. Perché è stata lanciata per limitare l’immigrazione incontrollata nel Paese. Le TV nazionali e la gran parte dei Media cartacei e Online (ormai lo sanno tutti che sono di sinistra) ha comunque deciso di chiamarla “Iniziativa per la disdetta degli accordi bilaterali”, in tedesco Kündigungsinitiative. Fa più effetto e incute paura!

Certo, nelle nostre valli limitrofe più colpite dallo spopolamento che dall’eccesiva crescita di abitanti non è facile far passare il messaggio che una Svizzera con 10 milioni di abitanti sarà un gran problema, ma questo è comunque il punto più scottante dell’iniziativa. Si desidera semplicemente poter regolare in modo autonomo l’afflusso di immigranti provenienti dal bacino UE che conta quasi 500 mio di abitanti, abrogando, se necessario, l’accordo di libera circolazione tra CH e UE.

Dopo il Lockdown COVID, l’economia nei Paesi attorno a noi farà ancor più fatica a riprendersi. Un trasferimento nel mondo lavorativo e, spesso, nel sistema sociale della ricca Elvezia diventerà sempre più attraente. Quotidianamente assisto alla volontà di trasferirsi in Svizzera (anche senza un contratto di lavoro, e questo è possibile!) e credetemi, la percentuale di “personale qualificate” è molto modesta. Essere disoccupato non è bello per nessuno, ma esserlo in Svizzera fa meno male che in Italia, in Francia, in Portogallo o in Polonia.

Da vari anni si nuota ormai sull’onda ambientalistica e una Svizzera con 10 milioni di abitanti produrrà un’immensità di emissioni. Ci vorranno sempre più condomini e abitazioni, scuole, ospedali e strade, più mezzi pubblici, eccetera eccetera. Dunque anche dal lato ambientalistico un sostegno a questa iniziativa è di dovere.

Come prima dell’entrata in vigore della libera circolazione in Europa, anche in futuro si potrà attingere al personale necessario non reclutabile in Svizzera, concedendo permessi di lavoro e di presa di domicilio a coloro di cui abbisogniamo. L’economia non ne subirà, ma il sistema sociale potrà pian piano riprendersi.

Anche nel 2020 la popolazione residente in Svizzera aumenterà di oltre 100’000 persone raggiungendo quota 8’847’000 abitanti. Dunque sì, stiamo stretti!

Io voto all’iniziativa per la limitazione, perché la Svizzera è al limite delle sue capacità!


Gianluca Giovanoli, Vicosoprano