Un barile di grappa nel “Lagh dal Mat”, la nuova scommessa di Misani

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Pietro Misani non è certo nuovo alle sperimentazioni nel campo della distillazione e della produzione e invecchiamento di vini e grappe: solo per citare alcuni suoi esperimenti riusciti ricordiamo il distillato di ciliegie (Kirsch “Da Saresa”) o l’acquavite a base di lamponi (Framboise per dirlo alla francese o D’Ampomi nel nostro dialetto). Questa volta l’alchimista dell’alambicco di Brusio ha in mente una nuova sfida: far invecchiare un barile di grappa nel Lagh dal Mat (2523 m) sopra Pescia.

Una barrique da 225 litri già utilizzata per alcuni anni per il vino, altrettanti litri di grappa bianca di Sforzato di produzione propria, trasporto in elicottero e immersione a 9 metri di profondità nel suggestivo laghetto alpino dal nome Lagh dal Mat, che tra circa un mese avrà la superficie ghiacciata. Questi gli ingredienti che Pietro Misani, nei suoi “rigiramenti” notturni, ha deciso di mescolare per la sua prossima scommessa di produzione.

Il Lagh dal Mat – © cai56 – Immagine dal sito: www.hikr.org

Visto che la grappa ha un peso specifico inferiore all’acqua, servirà un peso per tenere il barile sul fondo del lago: questa zavorra sarà ottenuta lasciando attaccato alla botte un castello in ferro di circa 100 chili che già servirà in precedenza per il trasporto con l’elicottero. Una piccola boa segnalerà la  posizione della grappa nello specchio d’acqua anche per favorirne il recupero ad affinamento terminato. Per controllare l’evoluzione dell’invecchiamento senza dover spostare il barile immerso, Misani ha riempito una barrique “gemella” della stessa grandezza con una grappa molto simile che terrà in cantina. Dopo minimo un anno comincerà a verificare l’evoluzione dell’invecchiamento per poter iniziare a stabilire una data di ripescaggio della botte sommersa.

“Mi piace l’idea che questa grappa invecchi in un luogo tranquillo, – ci spiega il titolare della Casa Vinicola Misani di Brusio – niente rumori, niente vibrazioni, assoluto silenzio, niente luce… che comunque non ci sarebbe neanche in cantina. Sono convinto che l’affinamento in un lago di alta quota, a 9 metri di profondità e in queste condizioni, conferisca al mio distillato un carattere delicato e una gradevolezza molto piacevole”.

Effettuare questa operazione ha comportato e comporta tutt’ora la richiesta di concessioni e di una serie di permessi: l’ultimo a mancare ancora all’appello è quello di costruzione, che è attualmente al vaglio dal Cantone. Pietro Misani, gestendo un deposito fiscale, ha dovuto dapprima richiedere l’autorizzazione alla Direzione Generale delle Dogane: tutti i distillati che escono dal magazzino sono soggetti al pagamento delle accise. Di seguito l’iter di richieste è passato al Chimico cantonale, che ha stabilito che le carte sono in regola e l’operazione può essere effettuata. Si è poi ottenuta l’autorizzazione di Guardiapesca e Amministrazione comunale di Brusio. Infine, l’inoltro di una descrizione dettagliata del progetto al Cantone, il quale ha risposto con tanto di commento da parte dei vari uffici in cui il progetto è stato visionato e approvato.
L’Ufficio Caccia e Pesca ha dato il benestare, sottolineando però la responsabilità di Misani in caso di danni all’ambiente o alla fauna e ha preteso una boa in superficie per segnalare la posizione del barile. La decisione degli altri uffici è stata altrettanto positiva, ma per poter finalmente concretizzare la sua idea Misani avrà ancora bisogno di ottenere un permesso di costruzione. Attualmente, il comune di Brusio ha pubblicato il permesso di costruzione ed ora, per il viaggio della botte in elicottero verso il Lagh dal Mat, si attendono solo l’accettazione da parte del Consiglio Comunale e la risposta affermativa del Cantone.

“Per me non è solo una trovata pubblicitaria per uno dei miei prodotti, – conclude Misani – l’operazione ha un costo non indifferente, infatti mi sono documentato e ho meditato a lungo sugli affinamenti in immersione, non è un’idea così campata in aria. Non ho l’ambizione che la grappa che ne risulterà sarà da collezione, ma sarà comunque speciale, come la bella storia che si potrà raccontare. Un nuovo aneddoto da ricordare, questo sicuramente molto particolare, come la prima volta che ho distillato la grappa di Sforzato o il primo Gin prodotto in Valposchiavo. Sono un po’ delle scommesse, delle novità a livello vallerano, che mi piace provare a fare. Non sto reinventando la distillazione e quanto meno l’invecchiamento della grappa, il mio scopo è quello di sperimentare, di sfidare me stesso e cercare nuovi prodotti, magari di nicchia, punto”.


Ivan Falcinella

Ivan Falcinella
Membro della redazione

1 COMMENTO

  1. Interessante esperimento, complimenti e tantissimi Auguri!
    Conosco un tale che inizio 2020 ha immerso 1000 litri di vino bianco (contenitore in acciaio) nel lago di Zurigo per un periodo di 144 giorni, Robert Irssslinger (Wangen e Uznach). A detta dei vari esperti, il risultato è stato molto positivo e le 1300 bottiglie sono andate “a ruba”!