Sono ufficialmente ricominciati nel mese di settembre, dopo un periodo di pausa forzata a causa del coronavirus, gli incontri di “Mamme SottoSopra”, il gruppo, nato nel 2017, di Auto-Aiuto in caso di burn-out genitoriale, depressione in gravidanza o post parto aperto anche ai papà o ai familiari in genere.
In questo momento, il gruppo organizza un incontro mensile in un locale fornito gratuitamente dall’infermiera pediatrica Silvia Baumann: “Attualmente – raccontano le “Mamme SottoSopra” responsabili del gruppo: Anna Capelli, Cristina Rossi, Katia Mirandola e Cristina Luminati – abbiamo una lista di circa 15 mamme (alcune delle quali vengono regolarmente, mentre altre vengono seguite personalmente, dipende da quello che viene richiesto) che ci hanno contattato”. La relazione con le interessate avviene soprattutto grazie a Silvia Baumann oppure attraverso dei volantini presenti in alcuni luoghi strategici, come per esempio la biblioteca, gli studi medici, l’asilo nido, la scuola dell’infanzia o la farmacia.
“Gli incontri organizzati – aggiungono le responsabili – possono partire da un lavoro o un’attività (un libro, un film, le carte sulle emozioni… ) preparati appositamente per la serata oppure possono lasciare spazio alle parole dei presenti, dando quindi il via ad un vero e proprio confronto e dialogo. Per quanto riguarda le tempistiche, abbiamo deciso di dare una durata prestabilita alla serata: a volte, infatti, capitava che ci dilungavano troppo e diventava quindi difficile strutturare un lavoro coerente e proficuo”. Gli incontri, attualmente, durano dalle 20.30 fino a circa le 22.30. “Abbiamo visto – raccontano – che così è più semplice perché non carica eccessivamente di emotività le mamme: più la mamma è depressa/coinvolta, infatti, più è difficile per lei reggere il carico emozionale”.
Le mamme responsabili del gruppo, che alternano la loro presenza durante le serate e che si incontrano maggiormente per fare il punto della situazione, ascoltano e parlano delle proprie esperienze, condividendo quindi le difficoltà con le intervenute e fungendo da punto di appoggio. Le “Mamme SottoSopra” promuovono, eventualmente, anche cure domiciliari, ma tengono a precisare, anche sul sito (www.mammesottosopra.ch), che non si sostituiscono ai professionisti del settore.
In questo senso, il punto d’appoggio autorevole del gruppo è rappresentato dal medico psichiatra grigionese Justus Pankok (Servizi Psichiatrici dei Grigioni), “una persona di riferimento che sappiamo che ci sostiene e alla quale ci possiamo affidare in situazioni che non riusciamo ad affrontare, anche per quanto riguarda gli aspetti legali”. Pankok, con il quale si pensa di organizzare delle serate a tema e con il quale è stato presentato ufficialmente il gruppo alla cittadinanza, è stata anche la figura chiave per la creazione del gruppo.

Per quanto riguarda le attività, è curiosa la collaborazione con l’Associazione Progetto Ilizia, con sede in Italia, molto attiva su Internet. Le “Mamme SottoSopra”, infatti, raccontano di essere state contattate da mamme italiane. “Non operando online – spiegano le responsabili – rimandiamo i genitori all’associazione italiana, con la quale intratteniamo ottimi rapporti”. Alla luce di questo comportamento anonimo, attuato dietro lo schermo del proprio dispositivo, si nasconde spesso una paura e un’insicurezza da parte delle mamme, che si sentono in difficoltà ma che non hanno il coraggio di chiedere aiuto perché hanno il timore di essere giudicate inadeguate nel loro nuovo ruolo sociale. E il tabù, nella nostra regione, è percepito soprattutto tra le neo-mamme valligiane: “In gran parte – puntualizzano le “Mamme SottoSopra” – ci contattano genitori che abitano qui, ma che non sono originari della Valposchiavo”. Per quanto riguarda il profilo delle persone coinvolte, è da notare che non c’è un’età precisa o con un sintomo particolare, che sia depressione, depressione post-parto o burnout genitoriale: infatti, ci sono casi in cui a prendere contatto con il gruppo sono mamme che hanno figli anche di 10 anni.
Le “Mamme SottoSopra”, per far fronte alle spese di gestione, l’anno scorso hanno organizzato una bancarella presso il mercatino di Natale con lo scopo di raccogliere fondi per coprire i costi, per esempio, del sito internet e dei volantini. “Abbiamo venduto – raccontano – cose che abbiamo fatto noi, per metterci la faccia e dire ci siamo, senza aver paura di essere giudicate: un segnale per dire alle mamme e ai genitori in difficoltà che non si è da soli e che queste cose possono accadere. Quando si sta male – concludono – si pensa di essere gli unici, ma non è così, nel nostro gruppo c’è la possibilità di confrontarsi”. Per le mamme che non se la sentono di incontrarsi è possibile avere colloqui telefonici o anche condividere delle semplici passeggiate. Per contattare il gruppo è possibile scrivere a: gruppo@mammesottosopra.ch.
Marco Travaglia