Nella seduta di Giunta di lunedì 26 ottobre si è discusso intorno al tema della chiusura del reparto dell’attività ginecologica e ostetrica stazionaria (ricoveri e parti) di Poschiavo. In virtù del postulato depositato lo scorso 5 ottobre, il Consiglio comunale, in collaborazione con il Consiglio di fondazione del Centro Sanitario Valposchiavo, ha presentato le risposte agli interrogativi posti. Nelle prossime ore seguirà un approfondimento contenente gli interventi dei consiglieri e la relativa discussione.
Quali sono tutti i motivi per cui si è optato per la chiusura del reparto?
La situazione attuale non permette una pianificazione a corto termine della ginecologia/ostetricia presso il CSVP e ciò non solo in proiezione dei dati insufficienti relativi all’evoluzione delle nascite, che si attestano attualmente attorno alle 30 annue. Ancor più di questo dato di fatto sono le contingenze organiche a pesare quali criticità più impellenti, legate alle crescenti difficoltà nel reperire personale specializzato nello specifico campo sanitario ed in altri settori ad esso correlati. Al riguardo giova rilevare che, per garantire un parto normale, occorre predisporre la prontezza del taglio cesareo, che implica la costante messa a disposizione di un’equipe di professionisti composta da un ginecologo o da un medico chirurgo esperto, un medico anestesista, un medico assistente, un’infermiera anestesista, un’infermiera strumentista, un’infermiera aiuto sala e un ostetrica, ciò con una prontezza d’intervento di 30 minuti per 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Attualmente disponiamo di 3 medici specialisti la cui età supera i 70 anni, per cui occorre prevedere delle alternative nell’immediato. Già da tempo risulta essere molto difficile reperire i diversi professionisti disposti a garantire la necessaria presenza in tempi brevi, giorno e notte durante tutto l’anno. Il problema più impellente è rappresentato dal reclutamento di nuovi medici anestesisti. Va inoltre rilevato il fatto che se finora i medici di famiglia erano abilitati ad eseguire i parti, premessa la formazione adeguata, oggigiorno i nuovi medici di famiglia non sono più autorizzati a farlo.
Cosa è stato intrapreso per cercare personale necessario a mantenere operativo il reparto?
In questi ultimi anni è stato intrapreso tutto quanto possibile per sostituire uno degli attuali medici anestesisti che cesserà la propria attività entro fine anno, come pure la ricerca di un ulteriore anestesista per garantire la necessaria rotazione nei turni di picchetto, per cui occorrerebbe idealmente la presenza di almeno 3 medici. Nel contesto occorre sottolineare che dal 2008 il servizio in anestesiologia è garantito unicamente da 2 professionisti, con una disponibilità irripetibile nell’assicurare una presenza giorno e notte nell’arco di 365 giorni l’anno, pronti ad intervenire entro 30 minuti.
La ricerca degli specialisti è avvenuta mediante contatti diretti e passaparola, che hanno originato una decina di relazioni con le quali si è approfondita, senza successo, la possibilità di collaborare con il CSVP. Nell’ambito di questa ricerca mirata il CSVP si è peraltro avvalso della rete professionale del Dr. Hans Neuer, saltuariamente medico anestesista presso il CSVP e attivo in Svizzera quale ex comproprietario di una ditta specializzata nell’intermediazione di professionisti del settore, la quale non ha però dato i frutti sperati.
Al fine di rendere più interessante l’impiego, il CSVP ha inoltre proposto la combinazione di medico anestesista con l’attività di medico ospedaliero, in modo da poter offrire una percentuale lavorativa interessante. Anche questa variante, discussa con potenziali candidati, non ha infine prodotto il risultato sperato.
A prescindere dalla costante ricerca di medici anestesisti si sono inoltre riscontrate difficoltà anche nel mantenere stabile l’organico delle ostetriche, per le quali, nel corso di questi ultimi anni, si è verificata in media una fluttuazione di 2-3 collaboratrici su 4 l’anno.
Oltre alle citate difficoltà nel reperire il personale sopra indicato, giova rilevare che per garantire l’operatività del servizio sull’arco di 365 giorni l’anno occorre prevedere la ricerca di almeno 2 medici ginecologi, per le prestazioni dei quali non può essere offerto un carico lavorativo superiore al 30% in totale. A queste condizioni non è praticamente possibile trovare specialisti disposti a trasferirsi da noi.
Quali varianti sono state valutate per garantire il mantenimento del reparto?
Oltre alla variante per cui si è optato, vale a dire il trasferimento dell’ostetricia stazionaria presso l’Ospedale dell’Engadina Alta a Samedan, il CSVP si è cimentato intensamente per il mantenimento dello status quo.
Quali sono gli aspetti positivi e negativi per ogni variante?
Gli aspetti positivi della variante scelta risiedono nel fatto d’aver sviluppato una soluzione a garanzia della sostenibilità futura del comparto, mantenendo quanto più possibile dell’offerta sanitaria a Poschiavo. La collaborazione con l’Ospedale dell’Engadina Alta si prefigge di rafforzare la posizione del CSVP quale punto di riferimento per le visite ginecologiche e ostetriche, influendo in modo decisivo, mediante l’incremento dell’attività ambulatoriale, nella scelta di rimanere in valle per fruire dei servizi offerti. Questo modo di procedere esprime idealmente la filosofia abbracciata dal CSVP, improntata sulla collaborazione con altri ospedali, cliniche e medici alfine di disporre in loco di specialisti, in modo da evitare il più possibile spostamenti oltre Bernina per la nostra popolazione. La variante scelta prevede uno sviluppo decisivo nella ginecologia ambulatoriale, che rafforza la posizione del CSVP quale punto di riferimento per le visite ginecologiche e ostetriche. Un ulteriore fattore non trascurabile è pure rappresentato dal fatto che, con l’incremento delle nascite, l’Ospedale dell’Engadina Alta aumenta ulteriormente la competenza nella gestione dei parti, ciò a garanzia di una sicurezza e qualità per le partorienti e i neonati che noi difficilmente potremmo ancora offrire.
Un punto negativo della presente variante è costituito dal transito attraverso il Passo del Bernina, che costituisce un’importante criticità in caso di condizioni atmosferiche avverse. Al riguardo giova rilevare l’analoga situazione che da anni incombe sulle partorienti delle valli Bregaglia e Monastero, le quali, oltre che a doversi trasferire a Samedan o a Scuol per i parti, non possono neppure godere di un’offerta sul posto nella ginecologia e ostetricia ambulante, con conseguenti frequenti spostamenti obbligati anche per i controlli regolari.
La gestione delle urgenze è garantita e in caso di necessità le partorienti saranno accompagnate a Samedan. Ricordiamo inoltre che il concetto elaborato dal CSVP prevede la possibilità per le future mamme, in prossimità del termine e cattive condizioni stradali, di soggiornare gratuitamente in una camera riservata vicino all’Ospedale dell’Engadina Alta: costi a carico del CSVP.
Un’ulteriore problematica conseguente al trasferimento dei parti presso l’Ospedale dell’Engadina Alta può essere individuata nel fattore lingua, anche se, proprio in questo contesto, è bene ricordare che 7 ostetriche su 8 parlano l’italiano, così come la maggioranza del team medico (5 su 6) e del personale di cura (10 su 15).
Come già ribadito, gli aspetti negativi contemplati dall’opzione di mantenere i parti presso il CSVP sono da ricondurre alle crescenti difficoltà nel garantire la dovuta sicurezza, ciò soprattutto in funzione delle carenze a livello d’organico che rappresenterebbero sempre e comunque una costante di rischio, anche nel caso in cui si dovesse trovare all’istante un team completo per poter proseguire con i parti presso il CSVP. Basterebbe un’improvvisa defezione nell’una o nell’altra funzione per trovarsi nuovamente in difficoltà.

Si tratta di una decisione definitiva o sarà possibile in futuro ritornare sulla decisione?
A corto-medio termine ben difficilmente si potrà sovvertire la decisione presa. Non meno difficoltoso fare previsioni a lungo termine, anche se riteniamo piuttosto improbabile che gli scenari possano semmai volgere a nostro favore, sia per ciò che concerne l’evoluzione delle nascite che l’acquisizione di specialisti.
Teniamo inoltre a ricordare che molte decisioni a livello sanitario dipendono dalle autorità superiori, in merito alle quali non possiamo comunque esercitare alcun influsso. Dovessero venir introdotti i numeri minimi come auspicato dal Consiglio Federale, ben pochi ospedali potranno ancora permettersi in futuro di contemplare l’ostetricia nella propria offerta sanitaria. Questa prospettiva ha già indotto diversi ospedali, anche cantonali, a chiudere o prevedere di farlo nel prossimo futuro, e con un numero di parti 10 volte superiori ai nostri.
Sono previste a medio termine chiusure di altri reparti/attività ospedaliere?
In questo senso non sono previste ulteriori chiusure. Nell’ambito della chirurgia, venendo meno la prontezza d’intervento relativa ai tagli cesarei, i quali rappresentano la parte più cospicua degli interventi in emergenza, si sta valutando l’introduzione di un regime di semi urgenza. Ciò significa la presenza di anestesisti in giornate ben definite durante la settimana, con tempi d’intervento (reperibilità) leggermente più lunghi che in regime d’emergenza. Questo nuovo orientamento dovrebbe rendere meno difficoltosa l’assunzione di specialisti necessari per poter garantire gli interventi.
A lungo termine, se la politica federale e cantonale non affronta con determinazione il problema relativo alla carenza di personale sanitario qualificato, ampliando formazione e attrattività per i nostri giovani, verranno sicuramente messi in discussione anche altri servizi, e non solo da noi.
Qual è il parere del Consiglio comunale sulla tematica?
Il Consiglio comunale ha preso atto della decisione del Consiglio di Fondazione (CF). Il CF è composto da due rappresentanti del Comune di Poschiavo (Giovanni Jochum e Renato Isepponi), due rappresentanti del Comune di Brusio (Arturo Plozza e Gianni Zanolari) e tre specialisti che costituiscono il Comitato del Consiglio di Fondazione (CCF) (dottor Emanuele Bontognali, Monika Merki-Frey e Antonio Pola).
Il Consiglio comunale era stato informato già durante il 2019 riguardo allo sviluppo dei costi e alla difficoltà di reperire i professionisti necessari al CSVP per poter continuare a offrire il servizio di ostetricia. Durante la riunione tenutasi il 26 agosto 2019, alla quale erano presenti i tre medici della valle, i membri del CF e della Direzione Generale del CSVP, sono state discusse tra l’altro le criticità inerenti al servizio di ostetricia. In quell’occasione si parlava di una partecipazione supplementare ai costi da parte dei Comuni di Poschiavo e Brusio e del problema di reperire i medici necessari con la formazione richiesta per detto servizio 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno. Mentre il Consiglio comunale di Brusio approvava un incremento dei contributi al CSVP, il Consiglio comunale di Poschiavo, nella riunione del 1.10.2019, si poneva la questione delle competenze. Secondo la Costituzione comunale, trattandosi di un incremento delle spese ricorrenti maggiore a CHF 70’000.00, la competenza spetta al popolo. In questo contesto il podestà ha preso contatto con il presidente del CF, del CCF e il direttore del CSVP e di comune accordo è stato deciso di attendere un anno prima di andare in votazione popolare per richiedere il credito necessario. In questo lasso di tempo, il CCF coadiuvato dalla direzione, ha assunto l’incarico di cercare e trovare le risorse umane necessarie a mantenere attivo il servizio di ostetricia. Purtroppo, il risultato non è stato positivo.
Ben conscio dell’importanza del servizio per la nostra valle il CC, tramite i suoi due rappresentanti nel CF, ha più volte segnalato la necessità, nel limite del possibile, di mantenere le prestazioni del CSVP concernenti l’ostetricia e la ginecologia. Un’importanza che non va sottovalutata dal punto di vista comunale, regionale, delle donne, delle giovani famiglie, dei turisti e anche dei datori di lavoro. Per questo motivo il CC era ed è sempre ancora favorevole a portare un messaggio concernente l’ostetricia e la ginecologia in votazione popolare a condizione che si trovino le risorse umane necessarie per mantenere un servizio di alta qualità a medio-lungo termine.
Consapevole del fatto che per quanto riguarda la qualità dei servizi sanitari non si possono fare compromessi e del fatto che alcuni medici hanno già oltrepassato l’età di pensionamento, il CC è stato colto solo parzialmente di sorpresa dalla decisione presa. Il CC si rammarica che si sia dovuti arrivare a tale decisione perché questa avrà anche ripercussioni riguardanti altri servizi offerti dal nostro ospedale e non da ultimo perché a livello di valle la popolazione ha combattuto agli inizi degli anni 2000 a fianco dell’Ospedale San Sisto per il mantenimento del servizio di anestesia, chirurgia e ostetricia.
Alla luce del fatto che nel corso dell’ultimo anno, malgrado gli sforzi intrapresi, non è stato possibile reperire i professionisti necessari, visto che in mancanza dei professionisti non è possibile mantenere lo standard di qualità richiesto e vista l’età dei professionisti attualmente attivi, al CC, seppur a malincuore, non rimane altro che accettare tale decisione.
Il CC è tuttavia dell’opinione che il CCF, il CF e la Direzione Generale del CSVP debbano impegnarsi con tutte le forze per allestire un accordo di prestazione con l’Ospedale dell’Engadina Alta (SOE) che permetta di mantenere presso il CSVP tutte le attività ambulatoriali di ginecologia/ostetricia.
Il CC è inoltre a conoscenza del progetto “centro medico”. L’obiettivo è quello di creare presso l’ospedale un centro medico dove possano essere attivi i medici della valle. Questo dovrebbe permettere ai medici di collaborare ancora meglio tra di loro e con il CSVP. Durante la già menzionata riunione del 26 agosto 2019, i medici si sono espressi favorevolmente riguardo alla realizzazione del centro e alla possibilità, finalmente, di trovare il quarto medico (vacante dal momento del pensionamento della dottoressa Darmstadt).
Vista la tendenza della politica sanitaria di voler spostare sempre più prestazioni nel servizio ambulatoriale, parallelamente alla realizzazione del centro medico, presso l’ospedale San Sisto verrebbero creati degli spazi addizionali e meglio organizzati per le visite ambulatoriali degli specialisti che si recano periodicamente in valle. Oltre alla medicina di base di alta qualità, il CSVP punta dunque a mantenere e se possibile ad ampliare l’offerta di servizi specialistici ambulatoriali.
A cura di Marco Travaglia
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