Un consigliere federale coi fiocchi

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2 luglio 1998: l’arrivo a Le Prese del presidente della Confederazione Flavio Cotti, accolto dal podestà di Poschiavo Guido Lardi (foto: Remo Tosio)

Come consigliere federale Flavio Cotti ha avuto sempre per il Grigioni Italiano un’attenzione particolare, un riguardo espresso non solo a parole, ma puntualmente sottolineato con iniziative e realizzazioni concrete. Scegliendo fra numerosi episodi che affiorano ora nei miei ricordi, mi limito ad accennare a due eventi di rilievo che – come si suol dire – lasciarono allora il segno e l’impronta, ma servono anche ai nostri giorni ad illustrare la sua innata indole dal tratto umano raffinato e dal felice intuito di uomo politico.

Il primo fatto fu un suo profilato e mirato discorso tenuto in occasione della ‘Landtagung’ di Pro Rätia tenutasi a Poschiavo nell’ottobre del 1990 e dedicata alla politica linguistica svizzera e al multilinguismo dei Grigioni. Il discorso di Flavio Cotti fu un intervento col ‘botto’ non solo per il pubblico presente alla manifestazione, ma una vera e propria ‘chiamata a raccolta’ rivolta a tutta la popolazione della Svizzera italiana. Le sue parole non si smarrirono nel vento, ma risuonarono chiare nella stampa di tutto il Paese. In sostanza Flavio Cotti rivendicò l’importanza e la necessità impellente di un’università della Svizzera Italiana per la salvaguardia della nostra identità latina. Messaggio coraggioso il suo, poiché poco tempo prima il Canton Ticino in votazione popolare aveva respinto a grande maggioranza il cosiddetto progetto CUSI, ossia il Centro Universitario della Svizzera Italiana. Ci fu anche chi, per vari motivi, considerò provocatorio e demagogico l’intervento. Ma a bocce ferme si dovette poi prendere atto che tale stimolo fu in grado di generare frutti copiosi, poiché rappresentò un intervento e un passo determinante lungo il non facile percorso che vide nascere l’Università della Svizzera Italiana.

Un secondo evento cui vorrei accennare fra i tanti, fu la visita a Poschiavo del Consiglio federale in corpore che ebbe luogo il 2 luglio del 1998; un incontro espressamente voluto da Flavio Cotti nell’anno della sua seconda presidenza della Confederazione, per rendere omaggio alla minoranza della minoranza linguistica del Paese. La visita in valle fu di breve durata, ma di intenso significato simbolico; fu infatti la prima volta nella sua storia che l’intero Governo svizzero trovò l’opportunità di visitare contemporaneamente la nostra terra ben lontana dal centro federale del potere politico, per rendersi conto dell’esistenza e oserei dire dell’importanza delle terre periferiche nel tessuto composito del nostro Paese. Con parole spontanee dettate dal cuore, Flavio Cotti volle ricordare in quel momento che la Svizzera vive, sopravvive e prospera anche grazie alle sue minoranze linguistiche e alle sue diverse e sfumate realtà paesaggistiche, economiche, sociali e culturali.

Al di là degli incontri e delle incombenze ufficiali, ho avuto anche il privilegio di scoprire in altre occasioni nell’amico Flavio la persona schietta ed affabile, sempre ed ovunque animata da molteplici interessi e da sensibili tratti profondamente umani. Nell’ultimo incontro informale e conviviale avuto pochi anni fa nella nostra valle, egli mi confidò quanto siano stati importanti nella sua vita, oltre agli affetti strettamente familiari e gli impegni talvolta pressanti ed estenuanti della sua carica politica, i contatti con i camerati del servizio militare, con i compagni di studio e con le persone a lui intimamente legate da quei sentimenti d’amicizia che non sbiadiscono nello scorrere inesorabile del tempo e delle stagioni.

Memore di quelle tue parole ti ringrazio, caro Flavio, e ti assicuro che gli amici, quelli veri, non dimenticano.


Guido Lardi