Quiete e grandezza nella mostra di Silvia Hildesheimer

1
511

La mostra di Silvia Hildesheimer in Casa Console è una piacevole sorpresa, una rivelazione. Le opere esposte rispecchiano fedelmente i valori formali della pittura tradizionale. Valori che l’arte contemporanea, almeno una parte, è riuscita a smantellare fino ad arrivare ai buchi nella tela, agli sgocciolii, ai coacervi di pattume, all’artist shit, e a macchinose ed effimere performance, senza per altro essere stata capace di rimpiazzarli in modo convincente anche per la gente comune. Per l’eleganza dell’esecuzione, la trasfigurazione della realtà, l’uso del colore che parla allo spirito e le delicatissime atmosfere, la gente comune abbellirebbe invece molto volentieri il proprio soggiorno con un dipinto o un disegno di Silvia Hildesheimer.

L’esposizione è accompagnata da un elegante dépliant con un ritratto dell’Artista, un breve curriculum, una illuminante presentazione della sua arte e la riproduzione di una dozzina delle sue opere. Silvia si limita a dipingere un solo soggetto al pari di raffinati pittori antichi e moderni di paesaggi e nature morte – come esempio nel volantino è citato giustamente Giorgio Morandi, ma se ne potrebbero aggiungere altri. Il soggetto di Silvia è l’habitat dell’uomo e i tanti elementi che lo compongono: natura, alberi e strade nel bosco; dimore, interni ed esterni, città, paesi, gruppi di case, case singole, particolari come finestre porte e cancelli, angoli di giardini. Soggetti che rappresentano le tappe della sua vita e precisamente gli anni passati a Urbino e a Poschiavo.

Fin qui, nulla di singolare, ma la novità sta nel messaggio, nell’espressione, nelle atmosfere che Silvia sa creare appunto attraverso la sua pittura per così dire in punta di pennello. In un tempo in cui tutti strillano denunciando il degrado ambientale e urbano essa crea atmosfere di intimità, di silenzio come a dire guardate come sono belle le cose, gli ambienti che crea l’uomo, guai a chi osa turbare questo idillio e questo silenzio. Un messaggio sottolineato dalla totale assenza della figura umana, come ricordato nel dépliant.

Silvia è inoltre maestra nel rendere l’atmosfera e il trascorrere delle stagioni. Celebra l’estate nelle arborescenze dei giardini e degli angoli intimi dei luoghi dove ha vissuto. Si direbbe che in una delicatissima miniatura di Urbino, evanescente e lontana nella prospettiva area, essa raggiunga il vertice nella rappresentazione del silenzio. Ma lo stesso si può dire degli struggenti idilli invernali degli abitati e dei giardini dipinti a Poschiavo e in Valtellina.

Insomma, una mostra da non mancare, un vanto per Poschiavo dove gran parte di queste opere sono nate, un merito per il Museo Casa Console e per la sezione locale della Pgi, per cui ci congratuliamo con chi l’ha ideata e realizzata.


Massimo Lardi

1 COMMENTO

  1. Bravo Massimo, complimenti un simile testo proprio mancava.
    Ho conosciuto la pittrice, pure suo marito. Ma la grazia di Silvia, … io ricordo con grande ammirazione la sua modestia. Grazie Silvia per quanto ci hai dato con la tua pittura.
    damiano