Nel quadrante retico (a sud lo Stelvio e a nord la valle dell’Inn) esistono due regioni turisticamente “alte”: Engadina e Davos, con terminale ferroviario a Scuol; Merano e Val Venosta, con terminale Malles. A queste si aggiungono la Valtellina, con terminale Tirano e la valle dell’Inn austriaca, con terminale Landeck. Quattro stazioni terminali senza nessuna connessione. E al centro del quadrante si situa la Val Monastero, che non ha linee ferroviarie.
La Confederazione, tra fine Novecento e inizi Duemila, ha speso circa 23 miliardi nel quadrante centrale (Gottardo, Ceneri e Loetschberg) e meno di un miliardo nel quadrante orientale (tunnel Vereina). Il 9 settembre 2020 è stato stipulato, a Curon/Graun sul Resia, un accordo tra Grigioni, Lombardia, Tirolo e Sud Tirolo per favorire proprio l’allacciamento dei terminali.
Metà dei granconsiglieri grigionesi si sono subito schierati per un allacciamento (vedremo dopo quale) e si è creato un gruppo di lavoro apartitico, presieduto da Valérie Favre Accola, con rappresentanti dell’intera Engadina, della Val Monastero e di Davos (vedi https://www.scuol-mals.com).
Unanime la preferenza per il collegamento da Malles/Mals a Tubre/Taufers (in territorio italiano) e correlata partenza del tunnel verso Scuol e di una derivazione verso la Val Müstair/Monastero. Dal punto di vista economico, per gli svizzeri sarebbe un affarone perché i sudtirolesi hanno dichiarato che sarebbero disposti ad assumersi il 75% della spesa del tunnel (25% soldi propri, il resto dell’Europa). Per gli svizzeri dunque solo il 25% del tunnel e la tratta Tubre-Val Monastero (con una possibile compartecipazione italiana in vista di un ulteriore collegamento verso sud).
I grigionesi si sono mossi velocemente anche per contrastare un gruppo di pressione sudtirolese e tirolese che propone in alternativa di collegare Malles e Pfunds in direzione di Landeck, passando dunque sotto il Resia (soluzione complicata tecnicamente). In questo caso Scuol e la Val Monastero resterebbero non connesse.
La prima soluzione renderebbe logico un futuribile tunnel tra Monastero e Bormio, con eventuale proseguimento, altrettanto logico, verso Tirano. Da parte valtellinese è nato un gruppo, associatosi alla trentina Transdolomites, che chiede la destinazione al collegamento ferroviario Tirano-Val Monastero di una parte dei 250 miliardi di euro previsti nel Piano nazionale di ripresa e di resilienza appena approvato dal Parlamento italiano e inviato subito a Bruxelles (da cui è attesa la gran parte della somma).
Come ci riferisce il podestà Giovanni Jochum: ”Il 19 aprile scorso 105 parlamentari grigionesi, senza voti contrari, hanno appoggiato l’incarico Favre Accola concernente il collegamento ferroviario. In particolare il Governo viene incaricato in primo luogo di far sottoporre senza indugio a una nuova valutazione lo studio di opportunità presentato da Grischconsulta AG relativo al collegamento ferroviario tra Scuol e Malles del 19 marzo 2012 in considerazione della situazione di partenza mutata rispetto ad allora, affinché sia possibile tenere conto di eventuali nuove evidenze. In secondo dovrà presentare una strategia per raggiungere rapidamente gli obiettivi della dichiarazione d’intenti sottoscritta in settembre con i partner lombardi e tirolesi”.

A questo punto si è reso necessario interpellare tutti e tre i parlamentari eletti in Valposchiavo. Preliminarmente abbiamo appurato che sia Alessandro Della Vedova che Giovanni Jochum hanno aderito al gruppo “PRO Bahnverbindung SCUOL-VM-MALS” che oggi conta circa 2700 membri e hanno sostenuto i vari atti parlamentari inoltrati al Governo cantonale a favore del collegamento.
Una prima questione che abbiamo a tutti loro posto riguarda gli eventuali riflessi per la Valposchiavo del progetto:
- Della Cà: “Penso positivo e per questa ragione, ritengo che per il nostro territorio, classificato dal governo Grigioni come irrilevante dal punto di vista sistemico, un progetto come questo potrà avere solamente delle ricadute positive. Dunque, benvenuto qualsiasi progetto che ci permetta di collegarci con le regioni montane vicine in linea d’aria, eppur nella realtà così lontane”.
- Della Vedova: “A livello concettuale sostengo l’intento in parola. Sono sempre stato dell’idea che le collaborazioni transfrontaliere siano un valore aggiunto. Ritengo tuttavia importante che tutte le comunità coinvolte possano avere dei benefici concreti. Questi vanno costruiti parallelamente all’eventuale infrastruttura”.
- Giovanni Jochum: “Dal mio personale punto di vista ritengo il progetto positivo. Un collegamento ferroviario Scuol – Malles avvicina tra di loro le zone più discoste del nostro Cantone, crea nuove opportunità in campo turistico, ma anche lavorativo. Più riusciamo a rendere attrattive le nostre regioni, più sta bene il Cantone e più avremo dei benefici anche noi. Le vie di comunicazione sono sempre state molto importanti e lo rimarranno anche in futuro sia per il trasporto di merci che di persone. Nel nostro Cantone il turismo gioca un ruolo essenziale, questo è il caso anche nell’Alto Adige, si potrebbe dunque pensare a una situazione di concorrenza. Io penso che ci possa essere sì della sana concorrenza, ma anche delle situazioni di complementarietà per le quali entrambe le regioni possono uscirne vincenti”.
Correlato per forza di cose è il seguente interrogativo sulla fattibilità.
- Jochum: “I tempi saranno molto lunghi, ma se c’è la volontà politica da parte della regione Alto Adige e da parte del Cantone dei Grigioni e può esserne assicurato il finanziamento, sono fiducioso che il collegamento possa essere realizzato”.
- Della Vedova: “Spero che il tutto non si riveli l’ennesima chimera. Per poter parlare di una eventuale realizzazione dobbiamo aspettare, nella migliore delle ipotesi, 25 anni. Un quarto di secolo, ai ritmi attuali, è un periodo molto lungo. È quindi quanto mai opportuno rimanere sul pezzo”.
- Della Cà:” Vedremo prima degli esseri umani su Marte che Valposchiavini seduti su un treno che da Tirano ci porterà in Valvenosta o nella bassa Engadina. infatti secondo i piani del nostro Governo cantonale, previo accordo tra Austria-Italia-Svizzera, il primo colpo di piccone potrebbe avvenire non prima del 2045 (io sono nato nel 1948!)”.
Da ultimo: nel pomeriggio del prossimo 21 maggio avrà luogo sul tema un seminario interattivo a partecipazione libera (in inglese, Online-Webinar) a cura della branca sudtirolese di Terra Raetica(vedi https://www.scuol-mals.com).
P.s. Un’ultima considerazione personale. Se, e sottolineo se, verranno garantiti e appostati i fondi secondo lo schema proposto dalla Provincia autonoma di Bolzano, credo non sarà semplice per le autorità cantonali e federali rinviare il primo colpo di piccone al 2045. Immagino infatti che prima si faranno sentire i cittadini, le forze politiche e le organizzazioni economiche dell’area retica.
Piergiorgio Evangelisti
Prima di avventurarsi in collegamenti ferroviari verso l’Austria, o Italia (Tirolo), il cantone farebbe bene a garantire/migliorare la viabilità stradale attuale; e non penso solo alla strada tra Brusio e Viano…
sono d’accordo con Luciano. La Valposchiavo necessita nei prossimi 25-30 anni di almeno 2 Circonvallazioni, di una galleria artificiale presso il Baracon e di una soluzione per l’allacciamento sicuro di Viano. Non abbiamo invece urgente bisogno di gallerie per portare i turisti in Sudtirolo !