La reintroduzione del gipeto barbuto in Svizzera nell’estate del 1991, dopo la sua estinzione all’inizio del secolo scorso, è una storia di successo. Da allora nel Parco Nazionale Svizzero 23 coppie di grandi rapaci hanno messo al mondo 129 pulcini.
Come comunica oggi la direzione del Parco Nazionale Svizzero, la reintroduzione del gipeto barbuto è stata possibile grazie ad un progetto internazionale. Infatti i primi tre esemplari, di nome Settschient, Moische und Margunet, liberati il 5 giugno 1991 all’interno del parco con sede a Zernez (GR), sono nati a Berlino e a Vienna.
Nell’arco alpino vivono attualmente circa 300 esemplari e poco meno della metà si sono insediati nel Parco Nazionale Svizzero. Quello che un tempo era chiamato “avvoltoio degli agnelli”, e praticamente estinto con l’ultima uccisione di un esemplare nel 1913, oggi nei Grigioni ha ritrovato un habitat ideale, ricco di cadaveri di ungulati ci cui cibarsi. Inoltre la conformazione geologica delle rocce, di carattere dolomitico, favorisce un eccellente collocazione dei nidi.
Per il guardiano del Parco Nazionale Svizzero Reto Strimer, uno responsabili del progetto “Gipeto Barbuto”, la reintroduzione del rapace è stata facilitata grazie alle esperienze maturate in Austria, dal consenso della popolazione locale e dalla buona comunicazione mediatica in generale. Secondo Strimer non va dimenticato nemmeno il grande e contagioso entusiasmo dell’allora direttore del Parco Nazionale Klaus Robin.