Botta e risposta su un episodio a Sfazù

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di Paride Nussio riguardante un’esperienza capitata a lui e ai suoi alunni nei pressi del Ristorante Sfazù. Per fornire un’informazione più equilibrata e completa ai nostri lettori, abbiamo ritenuto corretto interpellare anche l’altra parte coinvolta, ovvero il gerente del ristorante stesso, per sentire la sua versione dei fatti e concedergli il diritto di replica.
Di seguito pubblichiamo quindi dapprima la lettera aperta di Paride Nussio e poi la risposta del gerente, da noi interpellato telefonicamente.

La lettera aperta di Paride Nussio

Da alcuni anni a questa parte sono solito portare le mie classi in Valposchiavo per la consueta gita di fine anno scolastico. Mostrare ai bambini la Valle nella quale sono cresciuto è sempre stato motivo di grande orgoglio, fino ad oggi. 
Scesi dalla Val di Campo, ci siamo fermati al parcheggio del Ristorante Sfazù, per rinfrescarci alla fontana. L’idea era quella di offrire un gelato ai ragazzi mentre si aspetta l’autobus. Cosa che ho fatto ogni qualvolta sono stato in Val di Campo, ma non oggi. 

Ho pregato i ragazzi di non occupare il parcheggio e di sedersi sul muretto. Trascorsi pochi minuti esce il proprietario ed aggredisce verbalmente i miei scolari che rimangono scioccati e ignari del motivo di tale reazione. 
Con un grottesco tedesco e un tono da guardia carceraria ordina loro di smettere di giocare con l’acqua. Io sono seduto in un angolo alla ricerca di ombra per il cane e rimango semplicemente basito nel vedere la scena. Non volendo coinvolgere i ragazzi attendo un minuto, mi alzo e vado dal proprietario che se ne stava seduto in terrazza. Chiedo: “Cosa hanno fatto i ragazzi con l’acqua?”

Mi aggredisce con lo stesso tono riservato agli alunni, si alza e si avvicina in modo intimidatorio. Lo fermo subito chiedendogli di mantenere per favore le distanze perché non voglio che il cane lo aggredisca. 
Premetto che il mio è un cane da scuola, buono come un pezzo di pane e non credo lo avrebbe mai aggredito. Prevenire è però meglio che curare e visto il modo in cui si è alzato, avvicinato e il tono che ha usato, ho preferito avvisarlo.

A questo punto chiedo che fastidio possano dare dei ragazzi che si spruzzano a vicenda con dell’acqua e come sia possibile vietare una cosa del genere a bambini di 11 anni. Mi risponde che l’acqua scorre davanti al suo ristorante e i turisti la calpestano, sporcano ovunque e pulire spetta a loro. Al di là del fatto che non credo che qualcuno se ne stia seduto dentro, con questo caldo e con la situazione pandemica che stiamo affrontando, rispondo chiedendo se è privo di zerbini e se quando piove il ristorante è chiuso. Risponde che quelli non sono fatti miei. Non capendo, chiedo nuovamente che fastidio possano dare i ragazzi. Rincara la dose dicendo che lasciano in giro delle cartacce, cosa assolutamente falsa, almeno per quanto riguarda le mie classi perché sia io che la mia accompagnatrice controlliamo ogni qualvolta che ci fermiamo. Al lago di Saoseo, tanto per la cronaca, abbiamo addirittura raccolto sporcizia altrui. Aggiunge che gli calpestano il fieno. Rispondo che è erba e non è ancora fieno, non essendo tagliata. Aggiungo che ne ha però tutto il diritto, mi scuso e dico che li farò spostare subito alla fermata dell’autobus.

In piena confusione mi accusa di averlo minacciato e che ha due testimoni i quali hanno sentito tale minaccia. Il signore in questione deve ignorare la differenza tra avvertimento e minaccia. Se gli avessi detto: “ avvicinati oltre e ti faccio mordere dal cane”, l’avrei minacciato. Gli ho però detto: “mantieni per favore le distanze, non vorrei che il cane ti aggredisse”. C’è una bella differenza! 
Una cosa però gliel’ho promessa. Gli ho detto che avrei scritto un articolo su questa brutta esperienza ed è ciò che sto facendo. Oggi è stato un momento di grande imbarazzo e non posso fare finta di niente. 15 bambini sono andati a casa raccontando di uno stupendo paesaggio, un lago magico e un anziano scorbutico che li ha sgridati senza che avessero fatto nulla. 

Non mi importa del fatto che se andranno con le proprie famiglie di nuovo al lago di Saoseo non si fermeranno di certo a mangiare il gelato nel ristorante in questione. Mi reca però particolarmente fastidio la cattiva pubblicità che è stata fatta alla nostra stupenda valle. Ho cercato di rimediare spiegando ai bambini che un attimo non può rovinare due giorni stupendi. Consiglio vivamente a chi sosterà in zona di essere forniti di acqua e di non fermarsi al parcheggio. In questo modo eviterete di rovinare una fantastica esperienza. A chi nutrisse ancora dei dubbi consiglio di leggere le recensioni su google scritte da altri utenti che purtroppo hanno avuto esperienze molto simili alla mia.

La risposta del gerente

“Non ho mai detto ai ragazzi di andarsene e nemmeno che dovevano venire al ristorante. Ce ne erano diversi nel cortile, alcuni gettavano acqua e altri anche cartacce. Il maestro non era con loro. Quando, mezz’ora dopo, è arrivato alla terrazza, mi sono avvicinato per parlare ma mi ha detto di tenere le distanze perché altrimenti mi avrebbe fatto mordere dal suo cane. C’è un testimone e sono stato minacciato sulla mia proprietà. A questo proposito ho già interpellato la polizia che si occuperà degli accertamenti del caso”.


A cura di Maurizio Zucchi

Maurizio Zucchi
Collaboratore esterno