Nel piano cantonale le criticità dei percorsi ciclabili in Valposchiavo

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Nei giorni scorsi Governo ha approvato degli adeguamenti del piano direttore nel settore traffico. In particolare, le novità più importanti sono una revisione completa del capitolo 6, quello, denominato “Traffico” del piano stesso, nonché la pubblicazione del nuovo documento che riguarda il piano settoriale cantonale dei percorsi ciclabili

Siamo andati a leggere le novità principali che riguardano il territorio della Valposchiavo. Scarse le indicazioni nella prima parte, dove appare però l’importante necessità di formulare, a livello di trasporto pubblico, un orario che preveda un trasporto con ancora maggiore attenzione agli strategici collegamenti transfrontalieri, rafforzando e ottimizzando la direttrice Poschiavo – Tirano – Milano.

Di grande interesse, invece, la parte che riguarda i percorsi ciclabili, che per la prima volta viene analizzata in dettaglio da un documento cantonale, evidenziando anche tutte le criticità e le difficoltà presenti nei percorsi.

Il documento è stato frazionato per aree linguistiche, quella della Valposchiavo risulta quindi reperibile nella parte dedicata ai comuni italofoni. Il Piano della rete di percorsi ciclabili propone delle carte dette “piani corografici”, comune per comune, che fotografano la situazione attuale, distinguendo con colori distinti i percorsi di mobilità “quotidiana” (dove la bicicletta può essere utilizzata come mezzo di trasporto alternativo) e quelli invece per il “tempo libero”, specificando ulteriormente quali di questi si possono percorrere soltanto con una mountain bike.

Nella parte successiva, con dei riferimenti puntuali, vengono elencate le maggiori criticità con delle proposte di soluzione. Come prevedibile, a porre i maggiori problemi, per i comuni della Valposchiavo, sono i tratti cosiddetti “misti” che prevedono una mobilità promiscua di automobili e biciclette, situati in gran parte (ma non solo) sulla strada cantonale e la cui soluzione è perciò di competenza del Cantone stesso.

Per quanto riguarda il Comune di Brusio, per esempio, nel centro del paese emerge la proposta di una riduzione della velocità per permettere un transito migliore alle biciclette, mentre altrove si propone la demarcazione almeno in un senso delle corsie ciclabili.

Naturalmente non tutte le difficoltà si possono superare con piccoli interventi: resto irrisolto, per esempio il nodo dell’attraversamento dei binari ferroviari a Campocologno.

Per quanto invece concerne il Comune di Poschiavo, i due nodi principali riguardano entrambe la zona del Lago. Il primo, infatti, è nel tratto promiscuo tra auto e biciclette immediatamente all’ingresso a “Le Prese”, quello cioè che precede la prima possibile svolta a destra verso la quale è indirizzato il traffico ciclistico. La strada appare qui inadeguata e pericolosa per il traffico contemporaneo (cosa di cui ci si può rendere conto spesso e che non ha mancato di sollevare preoccupazioni tra abitanti ed esercenti della zona) ma per risolvere il nodo servirà un progetto complessivo che valuti le esigenze (e la sicurezza) di automobilisti, pedoni e ciclisti

Il secondo, invece, è il percorso lungo la sponda destra orografica del lago di Poschiavo (la stessa percorsa dalla strada cantonale) che a tratti appare piuttosto stretto per il transito contemporaneo di biciclette e pedoni e a proposito del quale si suggerisce al Comune (ente responsabile in questo caso) un allargamento ove necessario.

La bicicletta, negli ultimi anni, ha assunto sia a livello di mezzo di trasporto che a livello di sport, con anche la mountain bike e l’e-bike, un’importanza sempre crescente all’interno della Valposchiavo. Garantire percorsi sicuri oltre che suggestivi è perciò un compito che ha una valenza che parte dal traffico e dalla sicurezza ma arriva anche all’ampliamento dell’offerta turistica e all’economia.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione