“Tre giorni ai Bagni di Le Prese” di Massimo Lardi

0
560

Domenica scorsa ho preso in mano l’ultima edizione dei Quaderni grigionitaliani e forse a motivo della stagione balneare e sicuramente per l’amore che mi lega al mio “paesello” mi sono sentito calamitato dal titolo del dramma di Massimo Lardi: “Tre giorni ai Bagni di Le Prese”. Ho dato una scorsa all’introduzione e la mia curiosità è salita alle stelle.

Si tratta in sintesi della rappresentazione teatrale della genesi di un bel romanzo pubblicato a Firenze nel 1866, ma completamente ambientato in Valposchiavo, sulle rive del nostro lago e in particolare, come dice il titolo, ai Bagni di Le Prese, come si chiamava allora ufficialmente lo stabilimento divenuto in seguito L’albergo Le Prese. Sono gli anni in cui, grazie alle rimesse degli emigranti e non da ultimo grazie a un profugo di quelle guerre, l’architetto vicentino Giovanni Sottovia, Poschiavo si sta industrializzando e trasformando in una graziosa cittadina. Dall’esattezza delle descrizioni risulta chiaramente che Baccio Emanuele Maineri, l’autore del romanzo, è stato ospite dei Bagni e il dramma fa rivivere proprio quel momento. Se da una parte il romanzo, come dice il sottotitolo, è pieno di storie che costituiscono l’esemplificazione della fatalità dell’amore, dall’altra i personaggi sono quasi tutti storici e particolarmente interessanti. Lardi dichiara di aver «cercato di far scontrare i due piani nettamente distinti della realtà e della finzione» e conclude invitando gli eventuali lettori a dare il loro giudizio.

Ho accettato l’invito. Mi sono messo a leggere e ho letto il dramma tutto d’un fiato.
Secondo il mio parere, ancora una volta Massimo Lardi ha colpito nel segno e in più ci ha stupito per le sue capacità di muoversi in modo egregio nei vari generi della letteratura. Partendo da un romanzo dell’ 800, che con la sua solerzia ha ritrovato in chissà quale biblioteca, ha saputo in un modo straordinario imbastire un’opera di teatro ambientata nel nostro Hotel Bagni di Le Prese.
L’opera, tutt’altro che noiosa offre al lettore, oltre all’ interessante trama che ricalca quella del Maineri, una quantità d’ informazioni sulla nostra valle e apre squarci storici della stessa non noti a tutti. La lingua ed il tono creano un’atmosfera ottocentesca che calza a pennello con il tempo in cui è ambientato. Si viene trasportati in un mondo lontano dal nostro che ci fa sognare e pensare come doveva essere in quell’epoca la vita di quei personaggi che frequentavano i Bagni di Le Prese. Dice bene l’autore, a Le Prese oltre al bell’albergo avevamo anche una chiesa anglicana, una vera perla. Peccato che l’ignoranza dei politici e la mania della stolta innovazione l’abbiano sacrificata.
Speriamo che questo dramma attiri l’interesse di qualche regista e che prossimamente si possa metterlo in scena come è successo con varie altre opere di Massimo. Sarebbe la giusta ricompensa per un lavoro così meritevole.


Riccardo Lardi

Fonti Massimo Lardi, Tre giorni ai Bagni di Le Prese in «Quaderni grigionitaliani, anno 90° / 2-2021, p. 57-88.