Dal 27 luglio all’8 agosto, il Vecchio Monastero di Poschiavo ospita la mostra d’arte collettiva dal titolo “Essere nella mente del corpo” allestita da “Il Gruppo Arte Postclave“, composto da Claudia Ivan e Jacopo Bordoni. La manifestazione artistica è la tappa conclusiva di un percorso comune, che fa seguito a “Togliersi le maschere” (2019) e “Il Mio Terzo Io” (2020).
“L’attuale mostra – racconta la curatrice Claudia Ivan – va a racchiudere l’analisi fatta di fronte al corpo: da “Togliersi le maschere”, che ha rappresentato la parte un po’ più superficiale di tutti noi, fino a “Essere nella mente del corpo”, passando per l’inconscio e la psicanalisi. Con questo evento si chiude quello che abbiamo definito un “romanzo” artistico, sociologo e politico, un insieme di analisi verso noi stessi e la società”.
Rispetto al titolo della mostra, Claudia afferma che esso, seppure un po’ enigmatico, va nella direzione di stimolare tutta la nostra curiosità: “Bisogna sempre guardare dentro sé stessi – spiega – perché, in sintesi, si tratta di capire cosa bisogna essere e se possibile definirsi all’interno di una società che va a sfruttare il corpo piuttosto che insegnare a essere sé stessi”.
I concetti espressi nei quadri parlano anche dell’anima: “Mi sono collegata anche questa volta – aggiunge Claudia – alla filosofia, da Agostino ad Heidegger, per citarne alcuni; la questione, a volte, diventa anche un po’ Platonica perché mette in discussione il corpo stesso, nel senso che siamo immersi in una società in cui la materia conta di più rispetto a ciò che è invisibile. Ma alla fine – aggiunge – tutto parte dall’invisibilità e quindi bisogna sempre andare oltre a ciò che vediamo nell’immediato”.
“Essere nella mente del corpo”, attraverso le opere di Federico Froldi e Ruben Cortelletti, affronta anche il tema del femminicidio. Ci sono poi i contributi di Lorenzo Marini, padre della type-art, che attraverso la scomposizione delle lettere cerca di rappresentare noi stessi nella confusione della società, la quale ci toglie quasi la capacità di pensare a causa dell’iper-informazione. C’è poi Haidong Bai, “l’artista di casa”, che attraverso una tecnica ad olio elaborata in chiave contemporanea, continua a rappresentare il soggetto femminile, inteso come la parte più emotiva di noi stessi.
Rispetto agli scorsi anni, in questa mostra è stato aggiunto un connubio tra arte visiva e la cosiddetta scienza ayurvedica: “Ogni artista – spiega Claudia – ha scelto una frase dedicata per comprendere le proprie opere, oltre a quattro frasi che danno un consiglio in base al tema in cui l’artista è immerso; in conclusione abbiamo introdotto l’uso di altri sensi, come l’olfatto, grazie all’inserimento delle candele con essenze naturali che hanno lo scopo di creare un senso di armonia”.
Nonostante “Essere nella mente del corpo” rappresenti la chiusura di un ciclo di esposizioni, la curatrice ha già un occhio per il futuro: “Due anni fa – conclude Claudia – avevo già pensato alla prossima esposizione, che avrà come tema l’arte digitale… “.
Marco Travaglia