In un articolo apparso sullo “Schweizer Bauer”, firmato dal Gruppo Lupo Svizzera, si decanta la protezione delle greggi come se fosse “la” soluzione alla problematica della presenza dei lupi sugli alpeggi. E questo con il solo pretesto che nel primo semestre di quest’anno ci sono stati – numericamente – meno attacchi alle greggi. A dir poco, questa è nient’altro che pura propaganda, la quale non può portare che alla permanente espansione del predatore su tutto il territorio svizzero.
In altre parole: paradossalmente, questo potrebbe significare che le nostre regioni di montagna sarebbero destinate a trasformarsi in zone selvagge, colonizzate dai grandi predatori, dove gli animali da reddito vengono ammassati all’interno di chilometriche recinzioni elettrificate e sorvegliati da pericolosi cani da guardiania. Una specie di mondo alla rovescia, laddove gli animali aggressivi e pericolosi scorrazzano liberi nei grandi spazi montani, mentre le creature davvero docili ed inermi vengono tenute imprigionate e sotto controllo. Perdipiù i loro allevatori, malgrado il presunto sofisticato concetto di protezione, devono sgomberare con le proprie mani le carcasse dei loro animali, uccisi o mutilati.
Esperienze pluriennali in Francia hanno dimostrato che la protezione delle greggi corre sempre in ritardo rispetto all’evolversi del vero problema. I lupi sono molto scaltri e con le loro strategie raggiungono sempre l’obiettivo. Ad esempio, essi agiscono non singolarmente ma in gruppo oppure attaccano in pieno giorno, quando le pecore pascolano sparse sul territorio. Sempre in Francia, le conoscenze acquisite insegnano che dopo l’introduzione di misure di protezione, per alcuni anni, si assiste a una certa riappacificazione, dopodiché però la curva degli attacchi riprende ad impennarsi nuovamente. Questo perché i lupi imparano ad adattarsi alle nuove condizioni.
Naturalmente anche gli allevatori, sia della Surselva che altrove, hanno messo in atto con grandi sacrifici misure di protezione. Il calo delle predazioni a breve termine nel primo semestre di quest’anno è da far risalire comunque a ben altri motivi, come, ad esempio, al ritardo dell’inizio della stagione di pascolamento, al fatto di aver rinchiuso gli animali nelle stalle durante la notte e, non da ultimo, purtroppo all’abbandono di alcune zone pascolative.
I lupi si espandono molto celermente. Nei Grigioni, il loro numero è raddoppiato l’anno scorso. La sola protezione delle greggi non è sufficiente. L’unica strada percorribile è la possibilità di regolare il predatore, e cioè a partire da subito!
Nella giusta direzione va la perizia fatta svolgere dall’Associazione dei contadini della Surselva. Tale esame giuridico arriva alla conclusione che la sempre più forte presenza del lupo costituisce una vera e propria minaccia per la proprietà dei contadini di montagna, così come nei confronti della loro integrità fisica e psichica. Con ciò lo stato vien richiamato alle proprie responsabilità, ad ottemperare ai propri doveri legali e a trovare le misure adeguate contro l’espansione del lupo.
Riassumendo: propagandare la protezione delle greggi come “la” soluzione alla problematica del lupo è ingannevole e miope. Senza misure urgenti ed immediate per la regolazione dei predatori, i contadini di montagna vengono piantati in asso e portati alla disperazione.
Rico Calcagnini, presidente Associazione grigionese per la protezione del territorio dai grandi predatori