Francesco Gianoli: riflessione intorno alla Swiss Epic

6
1871

A margine della Swiss Epic ospitata nelle scorse settimane a Poschiavo, mi preme fare alcune considerazioni che vorrei sottoporre all’attenzione, non solo della stampa, ma soprattutto di chi deve promuovere sotto il profilo turistico la nostra bellissima valle.

Proprio leggendo e ascoltando le dichiarazioni di alcuni operatori turistici apprendo che la Swiss Epic è stata definita “un’importante vetrina” per la Valposchiavo. Che, quindi, è da considerarsi un successo. Allora mi chiedo, anzi chiedo a lorsignori, ma cosa mai si intende per successo? Come lo si misura, al di là del numero degli iscritti?

Lo spettacolo – si fa per dire – che dalla mia “postazione” a Cimavilla ho potuto “ammirare” non merita toni trionfalistici. Anzi, durante la mattinata e per tutta la durata della manifestazione ho assistito al caos in strada, con incolonnamenti e ingorghi: auto ferme in entrambe le direzioni e ciclisti costretti a zigzagare tra il traffico.

C’è chi si è lamentato della mancata presenza di pubblico. Ma credo bene! Ma per fortuna, aggiungo: indigeni e ospiti di fronte a questa confusione hanno preferito ritirarsi in fretta e furia a casa o fuggire sui monti!

Sia chiaro, non sono contrario a manifestazioni di questo genere, chi mi conosce sa quanto io ami le due ruote… Ma bisogna avere il coraggio di organizzare simili gare solo se il contesto lo consente e quindi, onde evitare che si sia trovato fermo in colonna (ci) faccia poi una pubblicità negativa, forse è il caso di chiudere la strada per consentire agli sportivi di confrontarsi senza pericoli e senza creare troppi intoppi.
Non ci sono alternative.
Non è fattibile?
Bene, allora non possiamo come cittadini e ospiti della Valposchiavo accettare che una gara automobilistica che interessa un manipolo di persone, blocchi il Passo del Bernina per due giorni, mentre una gara ciclistica con più di 600 iscritti non possa usufruire dello stesso trattamento.

Quanto è avvenuto per la Swiss Epic dovrebbe farci riflettere tutti, soprattutto chi è chiamato a fare marketing. Ma davvero è questa l’immagine che vogliamo dare della Valposchiavo? E allora, quell’identità costruita a fatica con il 100% Valposchiavo, fatta di cose vere e genuine, di natura incontaminata è solo di facciata? E’ solo per i social? Mi auguro vivamente di no.


Francesco Gianoli ’48

6 COMMENTI

  1. Condivido e apprezzo il pensiero di Francesco Gianoli, mi riferisco in particolare alle sue perplessità in relazione alla gara automobilistica sul Bernina. Una gara che vuole esaltare un turismo d’élite che non ci appartiene, per il gaudio di pochi eletti della mondana St. Moritz. Ha ragione l’appassionato di bici Francesco, non possiamo accettare oltre questa imposizione, che crea disagi a noi valposchiavini e a chi ci frequenta. Il Cantone smetta di barattare la nostra viabilità quotidiana, e la nostra identità turistica, per un pugno di soldi.

    Swiss Epic per contro è un evento sportivo con il quale ci si può identificare, a parte l’altro numero di partecipanti. Una gara agonistica internazionale che di fatto rappresenta una vetrina turisticamente di rilievo. Gli addetti ai lavori sono coscienti delle dimensioni esagerate di questa competizione per una regione come la nostra. Si è presa la palla al balzo perché ci è stato chiesto di dare un contributo organizzativo. Valposchiavo Turismo e un gruppo di appassionati si è messo alla prova, con buone soddisfazioni.

    Bruno Raselli

  2. Bravo Francesco, concordo pienamente con il tuo scritto. Ma é proprio così difficile chiudere una strada al traffico motorizzato per delle manifestazioni come questa (600 ciclisti), o comanda solo il dio denaro? Io sarei dell’opinione di introdurre ancora delle domeniche senz’auto (come negli anni ’70). Ne saremmo tutti molto contenti, e sono sicuro che anche
    i nostri ospiti lo apprezzerebbero.

  3. Complimenti Francesco, sei fresco come una rosa e scrivi da campione. Hai ragione! A chi potremmo rivolgerci per avere pure noi sul Bernina una giornata di slow-up come sull’Albula (la prossima il 4 settembre 2022)? Forse a Nicola Passini, grande ciclista nonché cancelliere comunale? I vicini valtellinesi sono di buon esempio: Stelvio, Gavia, Mortirolo e Cancano – tutti questi spettacolari passi alpini vengono chiusi al traffico motorizzato per un giorno all’anno, di solito dalle 8 alle 16, e riservati esclusivamente a ciclisti ed escursionisti. Forse la corsa di automobili d’epoca si potrebbe ridurre a una giornata?