Qualche tempo fa, nell’ambito di una presentazione del progetto “Ipermappa di comunità”, sono intervenuti una studentessa e due studenti del Politecnico di Zurigo che hanno deciso di scrivere i loro lavori di Bachelor o di Master sulla Valposchiavo. Grazie all’aiuto di Cassiano Luminati, Il Bernina si è messo in contatto con loro per sapere qualcosa di più del loro lavoro e della loro esperienza nella Valposchiavo.
Il nostro viaggio inizia con Jacopo Vescovo, studente di origine ticinese.
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Ciao Jacopo, in questo viaggio tra i lavori universitari che riguardano la Valposchiavo, ho pensato di iniziare da te, anche perché sei l’unico svizzeroitaliano del gruppo… Ti puoi presentare ai lettori del Bernina? Come mai, tra l’altro, hai scelto proprio questo territorio?
Mi chiamo Jacopo Vescovo, ho 22 anni e sono uno studente del politecnico di Zurigo, dove studio Ingegneria Geospaziale (Raumbezogene Ing.), con specializzazione in Pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti. Attualmente sono alla fine del terzo anno ,e dovendo scrivere un lavoro di Bachelor, ho deciso di occuparmi della Valposchiavo. Sono nato e cresciuto in Ticino (Lugano), poi per l’università mi sono trasferito a Zurigo. Tuttavia mio padre proviene dalla Valmalenco (Lanzada) e quindi sono molto legato anche alla realtà valtellinese, che per alcune cose ho trovato simile a quella poschiavine (per altre assolutamente no). Con la Valposchiavo sono entrato in contatto piuttosto tardi, durante il mio servizio civile in Engadina: come turista di giornata, ero venuto infatti qualche volta a fare dei giri in bici e mi era piaciuto molto.
Quando poi quest’anno, tra diversi progetti, si è presentata l’opportunità di occuparsi in un lavoro di Bachelor del paesaggio della Valposchiavo mi sono subito interessato.
Mi affascinava l’idea di occuparmi in un’università “svizzero-tedesca” della nostra svizzera italiana. Consapevole di essere praticamente l’unico madrelingua italiano, mi sembrava importante cogliere questa opportunità e dare, diciamo, un contributo e un punto di vista “latino”.
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Puoi riassumere brevemente il contenuto del tuo lavoro?
Il mio lavoro consisteva principalmente nell’identificare, nel territorio poschiavino, diversi tipi di paesaggio con le loro diverse caratteristiche e peculiarità e di rappresentare questi tipi di paesaggio su una cartina.
I tipi di paesaggio sono delle unità territoriali definite, ognuna con caratteristiche differenti. Si può pensare, ad esempio, a quelle più classiche, come il bosco o gli alpeggi, ma poi ci sono unità più specifiche e particolari della Valposchiavo come i conoidi, i terrazzamenti, i Munt, oppure il borgo di Poschiavo, che pure a mio parere forma un’unità paesaggistica a sé. Questi tipi di paesaggio possono essere forse paragonati alle zone di un piano regolatore, fatte per tutto il paesaggio e non solo per la zona edificabile. Non hanno lo scopo di fissare limitazioni, ma piuttosto di collezionare informazioni e acquisire conoscenza sulla diversità paesaggisitica, per meglio comprendere il paesaggio e avere buone basi per pianificare futuri interventi di valorizzazione e mantenimento.
Dato che i tipi di paesaggio da me indentificati sono tutti georeferenziati potrebbero essere integrati nell’ipermappa di comunità come layer (sfondo) per diversi utilizzi.
Il mio lavoro, come detto, si è limitato all’individuazione di questi tipi di paesaggio e alla loro rappresentazione. Fin dall’inizio mi sono reso conto che fare questo lavoro esclusivamente davanti il computer a Zurigo non avrebbe avuto senso e che avrei dovuto essere sul campo per capire veramente tutte le sfaccettature paesaggistiche della vostra valle.
Per questo, durante il mese di aprile, ho deciso di lavorare in un’azienda agricola in Valle. Questa esperienza è stata veramente eccezionale: sono stato molto ben accolto da tutte le persone del posto. Durante questo periodo ho potuto vivere il territorio, discutere con diverse persone e farmi così, a mio parere, una buona idea sulla realtà poschiavina.
Mi pare di capire che la tua esperienza in Valposchiavo sia stata la più estesa tra quelle delle studentesse e degli studenti di cui ho sentito la presentazione. Quindi vorrei chiederti: ti è piaciuta la Valposchiavo e ti è piaciuto il tempo che hai passato qui?
L’esperienza mi è piaciuta un sacco e soprattutto mi è piaciuta un sacco la Valposchiavo. Trovo che quello che state facendo con il progetto Smart valley bio, con l’ipermappa, con il 100% Valposchiavo sono tutti progetti interessantissimi di cui mi è sembrato di poter afferrare non solo la loro valenza teorica ma anche la pratica. Se la vostra Valle è così bella e lo diventerà ancora di più, è sicuramente per quanto fatto in passato e quanto si farà in futuro, per l’amore che avete nel vostro territorio e anche per l’innovazione che si sta creando attorno al paesaggio e alla filiera economica.
Sono rimasto affascinato dal 100% Valposchiavo e dalla ripercussione che questo concetto ha sul paesaggio. Mangiare sapendo da dove viene, potendo andare a vedere dove il prodotto è stato allevato/coltivato trovo sia una bella esperienza che in futuro acquisirà ancora più importanza. Inoltre, sostenendo questa filiera corta, automaticamente si valorizzano le attività agricole in Valposchiavo che contribuiscono alla bellezza del paesaggio. In Valposchiavo l’economia circolare mi sembra non sia solo teoria ma sia una pratica che si può toccare con mano e poterlo farlo è davvero soddisfacente per quanto mi riguarda.
Credi che lavorerai su questo tema e su questo territorio anche in futuro?
Sono sicuro che tornerò spesso in Valposchiavo, più come turista probabilmente, anche se non mi dispiacerebbe magari lavorarci ancora per un periodo. Trovo che in Valposchiavo ci sia davvero un grande fermento attorno al tema del paesaggio, ma anche dell’agricoltura e quindi sì, mi piacerebbe in futuro magari ancora lavorare su qualcosa del genere. Non so ancora bene come né quando, visto che per i prossimi anni ho in programma di finire gli studi, ma si vedrà…
Maurizio Zucchi
ETH in Valposchiavo: dalle colline del Campus di Zurigo alle nostre vette
Due paesaggi diversi che si prendono per mano nel progetto di Jacopo
complimenti Jacopo !