Un progetto nuovo dalle radici solide: SinBioVal

0
1145

Un nuovo progetto (con contenuti però in parte conosciuti) prende forma e si presenta ai Valposchiavini. Si tratta del progetto Interreg SinBioVal. L’11 e il 12 dicembre vi saranno alcuni eventi per farlo conoscere.
In particolare, sabato 11 dicembre, dalle 9.30 alle 11, ci sarà una visita alla Birraria Poschiavina, mentre a seguire ci sarà la possibilità di partecipare a un laboratorio di cucina con Mirijam Eberle e Claudio Zanolari presso l’albergo Croce Bianca, mentre alla sera, nei ristoranti, sarà possibile gustare un menù 100% Valposchiavo.
Domenica 12, presso Casa torre, vi saranno, dalle 14 alle 15.30, alcune presentazioni sul progetto SinBioVal, sull’Agricoltura Biologica e sulla cucina alpina.

Abbiamo intervistato a riguardo l’iniziatore del progetto, Gianluca Giuliani, con una domanda finale anche a Francesco Vassella, coinvolto in quanto direttore della Regione Bernina. L’intervista a Vassella ha dovuto purtroppo subire dei tagli anche in conseguenza dei cambi di programma, dati dall’annullamento del Marcù de Natal e, di conseguenza, la cancellazione della parte dello “streetfood”.

Come nasce la collaborazione transfrontaliera di SinBioVal?
Nel DNA della Valposchiavo c’è cogliere le cose nuove e le nuove tendenze. Più di un secolo fa la valle lo ha fatto con la ferrovia, poi, l’idroelettrico e poi anche con la cultura del cibo.
E, sostanzialmente, prima degli amici valtellinesi, che sono i partner di questo progetto Interreg, SinBioVal. Si vuole imparare dalle buone pratiche da una parte e dall’altra.
Anche a livello di cucina, c’è uno scambio di informazioni che è anche uno scambio di cibo. La cucina della Valposchiavo è molto simile a quella valtellinese, che a sua volta forse è stata un po’ contaminata da quella grigionese.

Che differenza c’è tra il biologico italiano e quello svizzero?
Non è il mio campo quello italiano (o europeo), quanto piuttosto quello svizzero. Però devo dire che in Italia vedo spesso una accentazione individuale sul biologico come un prodotto che fa bene, mentre in Svizzera c’è forse un maggiore accento sul benessere collettivo. I due temi sono ovviamente non scindibili.
Comunque, non siamo ancora “alla fine del menü”. Ci sono domande che anche BioSuisse continua a farsi, si usa la ricerca e i ragionamenti, c’è molto da fare e l’obiettivo è una coltura completamente naturale, ma non ci siamo ancora.

Tornando all’evento dell’11 e del 12: è rivolto maggiormente a quelli di qui o ai turisti?
Il mio auspicio è che l’evento si rivolga a entrambi i gruppi e ci sia un dialogo tra i due gruppi. Il cittadino si può informare sull’orientamento che ci siamo dati in Valposchiavo e il valposchiavino sui desiderata degli ospiti.

Come procederà SinBioVal dopo questo evento?
SinBioVal non si ferma, anzi, in parallelo è già stata organizzata una formazione per i contadini e un’altra verrà fatta online e sempre si invitano sia i poschiavini che i valtellinesi. Quindi c’è questo importante scambio. E poi in primavera verrà organizzata la Biofiera dove saremo noi ospiti con alcune azioni della Valposchiavo.

Francesco, a volte la gente si disorienta un po’ con i progetti … Che cosa li tiene insieme?
In realtà 100% Bio Valposchiavo, il 100% Valposchiavo, SinBioVal e i Centomila pernottamenti sono quattro progetti che sono legati da una logica. Biologico, produzione locale, incremento del turismo sono progetti che vogliono un po’ tutti “remare dalla stessa parte”.


Per chi fosse interessato al progetto qualche informazione in più si trova su un recente comunicato stampa di Valposchiavo Turismo.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione