Qualche precisazione sul depuratore di Brusio

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Precisazioni e commento in merito all’articolo apparso in prima pagina sul Grigione Italiano del 9 dicembre scorso dal titolo “La via verso l’Italia è una possibilità plausibile A Brusio discussione aperta sul futuro del depuratore”

Innanzitutto tengo a precisare che questo articolo viene pubblicato dal sottoscritto in forma del tutto privata e cioè, senza la collaborazione o la partecipazione dell’Amministrazione comunale. Il comune aveva già previsto di dare al più presto un’informazione su questa tematica. A seguito di quanto pubblicato, trovo doveroso e soprattutto indispensabile dare ai cittadini e a tutti gli interessati un’informazione precisa, correlata da cifre concrete e da una cronistoria documentata e reperibile negli atti comunali. In quanto attualmente lo studio in questione è tutt’altro che giunto al termine, mi asterrò da esporre opinioni personali, ma lascio ai lettori la libertà di trarne una propria valutazione.

I problemi legati al depuratore acque a Li Geri (Zalende) esistono da anni. Dalla sua costruzione a tutt’ora malgrado un’attenta e corretta gestione da parte degli incaricati, si sono manifestate delle carenze, le quali hanno richiesto onerosi interventi da parte del comune e del cantone. A margine di questi problemi “invisibili” ma determinanti per la depurazione legati alla chimica e alla biologia, inutile negare che ad oggi il problema delle esalazioni moleste (odori) non è ancora stato risolto. Le continue reclamazioni di cittadini disturbati da questi odori sgradevoli, rappresentano un incontestabile dato di fatto.  

Concretamente il problema per un’eventuale nuova ubicazione dell’IDA a Li Geri è venuto al pettine nella primavera del 2019 a seguito di un piccolo scoscendimento, che per fortuna non ha arrecato danni a persone o a cose. Dopo una perizia geologica, l’Ufficio cantonale per le foreste e i pericoli naturali procedeva allo spostamento della cosiddetta “zona rossa” cioè di pericolo, proponendo al comune di valutare la possibilità di costruire un vallo di protezione. Nel frattempo, nella seduta del 17.06.2019, il comune deliberava alla ditta Baugeologie di Coira, un sistema d’allarme per un importo di CHF 6’437.25 per un periodo dal 2019 al 2024; questo principalmente a tutela del personale. Considerando l’urgenza del caso, il comune veniva sollecitato a trovare delle soluzioni. Di conseguenza, nella seduta del 25.05.2020 il comune deliberava alla ditta Caprez Ingenieure AG di Scuol i seguenti incarichi:

  • Ev. spostamento IDA, analisi dei vari luoghi / Possibilità di allacciamento con Tirano o ev. con Poschiavo
  • Valutazione dello stato attuale dell’impianto e valutazioni dati aziendali, ecc.
  • Studio di vari concetti / Rapporto tecnico / Discussione e valutazioni con i vari enti coinvolti.

Lo studio veniva deliberato per un importo di CHF 23’948.50
Questo importante lavoro è stato presentato in data 11.02.2021 per una prima visione a una delegazione comunale (Presidente, responsabile Comm. ambiente, forestale comunale, responsabile IDA, ing. forestale di circondario). Riassumendo brevemente, un rapporto di ben 26 pagine che contempla pure altri fattori di vantaggio/svantaggio, vengono esposte ben 4 varianti, delle quali io riassumo unicamente il fattore finanziario (vedi pure tabella a margine).

A: rifacimento IDA esistente e costruzione di un vallo: totale costi 7.0 mio CHF di cui 4.7 a carico del comune, risp. a carico proprietari di stabili. In questo caso il cantone sovvenziona il vallo nella misura del 75%.

B: leggero spostamento verso est sullo stesso areale e costruzione di un vallo con dimensioni ridotte: totale dei costi 9.6 mio. CHF di cui 7.3 a carico del comune, risp. a carico proprietari di stabili. Vallo sovvenzionato per il 75%.

C: spostamento verso nord, rimanendo in zona di pericolo, nuova costruzione dell’IDA con costruzione di un vallo di protezione: totale dei costi 7.1 mio CHF di cui 5.6 a carico del comune. Sovvenzione vallo 75%.

D: spostamento verso nord, fuori dalla zona di pericolo, nuova costruzione IDA senza vallo di protezione: totale dei costi 5.1 mio CHF totalmente a carico del comune.

Nello studio non è contemplata una variante per un allacciamento con l’Italia. Per questo motivo attualmente la Commissione di consiglio ha avviato delle trattative che sono attualmente ancora in fase di elaborazione. Nel frattempo, per motivi personali il nostro guardiano IDA inoltrava le sue dimissioni.

Prendendo atto dei costi non indifferenti e sproporzionati per un piccolo comune come il nostro e vista l’eventualità di un possibile allacciamento con la vicina Italia, si rinunciava alla messa al bando di un pubblico concorso per l’impiegato IDA, per i motivi già citati dal Presidente comunale nell’intervista. Da sottolineare alcune cose molto importanti, non menzionate nell’articolo del 09.12.2021. Per la costruzione dell’impianto attuale, entrato in funzione nel 1991 il Comune ha usufruito di sussidi federali/cantonali, come pure per la costruzione del collettore comunale principale (dalla stazione di pompaggio a Campocologno sud, fino a Piazzo e da Viano fino a Zalende nord). Con dei mezzi propri sarebbe stato impossibile realizzare quest’opera! I costi per una nuova costruzione andrebbero completamente a carico del comune, ma attenzione, non di tutti i domiciliati o residenti, ma a carico dei proprietari di immobili situati nel perimetro interessato Dunque facendo un calcolo approssimativo ogni proprietario di stabili pagherebbe in base al valore a nuovo della stima ufficiale. Molti si ricorderanno gli importi pagati per la costruzione dell’IDA a fine anni 80, che questa volta però sarebbero ulteriormente salati in quanto l’opera non gode di sussidi cantonali/federali. Inoltre ribadisco quanto già pronunciato in occasione dell’assemblea comunale del 29.08.2021; le trattative intercorse a suo tempo con l’Italia (fine anni 80), non sono state intavolate con la SECAM, ma con un altro ente. (Consorzio Tirano, Villa di Tirano e Bianzone). In tutto questo comprensorio non esisteva un impianto di depurazione, ma venivano impiegate delle vasche di decantazione a sfioramento che non adempivano quanto richiesto dalla legge svizzera. Queste vasche collegavano le fognature di Tirano, Villa di Tirano e Bianzone e nel frattempo sono state dismesse. L’attuale impianto gestito dalla ditta SECAM risale al 2004, dunque ben più in là dai tempi della costruzione della nostra IDA (1991). Che trattative sarebbero state possibili?!

Come già detto, nel frattempo la Commissione del Consiglio comunale ha già avviato delle trattative con la ditta SECAM. In proposito ricordo che alla stessa ditta fa capo la bassa Bregaglia, che da anni convoglia le sue acque reflue verso Chiavenna. Per il nostro caso sono stati effettuati due sopralluoghi presso l’impianto di depurazione a San Giacomo di Teglio (presenti oltre alle autorità comunali e ai tecnici incaricati, i responsabili dell’Ufficio cantonale natura e ambiente di Coira per una loro valutazione). Il rapporto scritto del sopralluogo avvenuto il 02 di dicembre, ci deve ancora pervenire, ma da quanto pronunciato dal responsabile cantonale la struttura rispetta gli standard richiesti. Anche la capienza per accogliere le acque reflue del nostro Comune sono sufficienti. I costi dello scavo per l’allacciamento con l’Italia devono ancora essere valutati, ma è già stato accertato che la lunghezza non supererà 1,2 km, cioè dall’IDA a Li Geri fino al confine di stato. Il progetto per l’ampliamento della condotta esistente dal confine di stato fino all’allacciamento alla condotta proveniente da Tirano (su suolo italiano) sarà realizzato dalla  SECAM. I costi dell’ampliamento (dove necessario) verranno ripartiti in base all’interessenza.  I costi per uno scavo dovrebbero senza ombra di dubbio essere ben inferiori alle opere di restauro o costruzione di una nuova IDA, come soluzione ventilata dal dott. Pianta durante l’intervista. Attualmente non abbiamo un preventivo, ma da informazioni ricevute questi costi non dovrebbero superare di molto il milione di CHF. Specialisti del ramo interpellati, sono del parere che un buon funzionamento di un impianto dipende principalmente dal numero degli utenti; nel nostro caso (1100 abitanti) il numero è largamente insufficiente. I nostri vicini dell’Engadina ad es. hanno riunificato ed eliminato molti depuratori per questo motivo, ma anche per questione di costi di gestione troppo elevati. Per ora non intendo entrare nel merito, ma dando uno sguardo ai vicini della Val Monastero che conta ca. 1600 abitanti, le cifre parlano chiaro; il comune versa alla Comunità Comprensoriale Val Venosta (a dipendenza dei m3 di acqua reflua) un importo annuo di ca. EUR 95’000.00 (attualmente i costi annui per la gestione della nostra IDA ammontano a CHF 300’000.00) L’importo potrebbe anche essere diminuito se le acque convogliate nel depuratore in Val Venosta venissero meglio separate (acque chiare da acque scure), ciò che il nostro comune sta attualmente realizzando. Siamo fiduciosi e sicuri di raggiungere un buon accordo con la SECAM. Naturalmente l’ultima parola spetterà al popolo, al quale verranno presentate delle varianti e chiariti tutti i dubbi per poter infine prendere la giusta decisione.

Allego la tabella esplicativa, nella quale vengono riassunti alcuni dati già menzionati nell’articolo così da facilitarne la lettura.


Eugenio Zanolari
Presidente Comm. ambiente Brusio

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