Fotovoltaico in Valposchiavo: La casa di Arno Vassella

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Negli ultimi anni sempre più famiglie della Valposchiavo hanno deciso di produrre la propria energia avvalendosi del fotovoltaico. Il Bernina propone ai suoi lettori una serie di interviste ad alcuni proprietari di edifici recentemente interessati da questo tipo di interventi. In calce ad ogni articolo, con l’aiuto di Carlo Vassella, colui che ha progettato e installato gli impianti, entreremo più nel dettaglio grazie a considerazioni e ad aspetti tecnici del lavoro svolto.

Foto col drone di Carlo Vassella

La casa di Arno Vassella, situata in via San Piero 25 a Poschiavo, vicino alla stazione ferroviaria, risale al 1968 ed è sempre stata della famiglia Vassella. Nel 2008 sono stati installati i pannelli solari termici, nel 2019 quelli fotovoltaici, circa 26 pannelli.

Arno, dove è nata l’idea di installare un sistema fotovoltaico?
Nel 2008 ho effettuato una prima installazione di pannelli solari termici; da questa esperienza mi sono reso conto che l’energia del sole aveva molto senso. Qualche anno fa poi, nel 2019, c’è stato il boom dei pannelli fotovoltaici, mi sono un po’ interessato e documentato, poi mi sono deciso e ho fatto installare 26 pannelli.

Quali esigenze energetiche aveva?
Diciamo che la mia esigenza era quella di alimentare la casa. Avendo installato prima i pannelli termici, sono in possesso di un accumulatore dell’acqua da 2’200 litri, che funge praticamente da batteria immagazzinando energia e fornendola al mio bisogno. Con l’aggiunta dei pannelli fotovoltaici ho incrementato la mia disponibilità energetica che, grazie all’accumulatore, non va sprecata.

Sono state soddisfatte con questa installazione? Si ritiene soddisfatto?
Come detto sopra, le mie aspettative sono state pienamente soddisfatte. Sono molto contento della mia scelta, la rifarei subito. Facendo qualche piccolo calcolo, riguardante il capitale investito e il risparmio annuale sull’energia, sono convinto di avere agito per il meglio e anche con uno sguardo verso il futuro.

Nella scelta di utilizzo di un’energia rinnovabile ha influito in qualche modo l’attuale situazione globale del clima?
Quello della situazione climatica globale è un fattore che mi ha convinto ancora di più nella scelta energetica che ho fatto. Sono convinto che se tutti provassimo a fare qualcosa, seppur nel nostro piccolo, il risultato finale, tutti insieme, non potrebbe che essere un successo. In questo contesto è interessante sapere che esiste un’applicazione per cellulare che ti dice quanto CO2 risparmi in un determinato lasso di tempo; alla fine vedere le tonnellate che si sommano è una grande soddisfazione.

Ha qualche consiglio da dare a chi sta ancora pensando se passare o meno al fotovoltaico?
Posso dire, a chi è interessato e non sa ancora se vale la pena fare un installazione del genere, che gli installatori del settore, prima ancora di intervenire, hanno gli strumenti necessari a verificare, con pochissimo margine di errore, il grado di esposizione al sole dell’edificio interessato durante la giornata. Questo può dare a chiunque già una prima idea se valga la pena o meno pensare al fotovoltaico. Infine, altro punto a favore, vista la forma e il posizionamento dei pannelli, è che a livello di impatto ambientale questo tipo di installazione è praticamente nullo, non si nota neanche.

La parola al progettista e installatore Carlo Vassella

Il progetto fotovoltaico realizzato per la famiglia Vassella si contraddistingue per lo sfruttamento dell’importante volume d’accumulo di calore per riscaldamento e acqua calda già presente nell’impianto solare termico installato nel 2008.

Come spiegato da Arno Vassella, il sistema di riscaldamento dell’edificio si avvaleva già di un sistema centrale combinato legna/solare termico, un sistema molto efficiente da un punto di vista di sfruttamento delle risorse locali rinnovabili e grazie al solare termico (con un inclinazione ponderata per i mesi invernali) pure da un punto di vista dello sfruttamento della superficie per lo sfruttamento dell’energia solare.

L’idea di sfruttare il fotovoltaico come vettore supplementare per la produzione di energia è nato dall’esigenza di coprire il fabbisogno giornaliero, per le utenze domestiche da una parte, per cercare di ridurre il periodo di funzionamento della caldaia centrale a legna dall’altra.

Il principio si basa su un sistema di misurazione dei carichi della casa e della produzione del fotovoltaico, che a sua volta gestisce il controllo di accensione della resistenza elettrica dell’accumulatore da 2’200 litri. La potenza della resistenza elettrica può essere variata da 0-100% secondo l’esubero di energia momentaneo. In altre parole la produzione fotovoltaica ha la priorità di coprire il fabbisogno domestico tradizionale, però, nel preciso istante nel quale la produzione propria di energia supera il proprio fabbisogno, il sistema stocca l’energia in esubero sotto forma di calore nell’accumulatore.

Come la stragrande maggioranza degli impianti fotovoltaici, anche l’impianto fotovoltaico della famiglia Vassella (da 8 kWp) è connesso ad un sistema di monitoraggio che fornisce in tempo reale i dati di funzionamento dell’impianto e dei risparmi in termini economici e di CO2.

Dopo poco più di due anni di servizio possiamo constatare per questo impianto una quota di autoconsumo dell’energia prodotta intorno al 45-50% e un autarchia per quanto riguarda i consumi elettrici del 65-70% (inclusa la trasformazione dell’esubero in calore).

Come progettisti, nei calcoli preliminari, sfruttiamo dei programmi di simulazione per stilare una possibile produzione in base alla posizione geografica dell’impianto e stima la quota di autoconsumo e autarchia in base ai dati storci empirici forniti dal cliente. Cifre alla mano, queste previsioni “fortunatamente” non differiscono molto dalla realtà una volta realizzato l’impianto. Anche in questo caso l’investimento nel fotovoltaico ha portato diversi benefici al proprietario.


Ivan Falcinella e Carlo Vassella

Ivan Falcinella
Membro della redazione