CSVP, quale futuro per la chirurgia dopo la rinuncia del dottor Menghini?

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Proseguiamo con gli articoli relativi alla conferenza stampa del Centro Sanitario Valposchiavo (CSVP). In questo secondo parliamo della riorganizzazione della Chirurgia.

Foto di Bruno Raselli

Il tema della riorganizzazione della Chirurgia al CSVP è stato toccato dal Presidente della Fondazione e podestà di Poschiavo Giovanni Jochum. Già da tempo è stato abbandonato il modello di chirurgia d’urgenza (ventiquattr’ore al giorno, 365 giorni all’anno) per mancanza di personale. Servivano, oltre ai chirurghi, almeno due anestesisti sul posto continuamente reperibili.
Si è così passati a un regime di semi urgenza, con una disponibilità di cinque giorni la settimana e un orario dalle 7 alle 19.

Tuttavia, a decorrere dal 22 gennaio, uno degli anestesisti ha cessato in modo inaspettato il proprio servizio presso i CSVP e pertanto è restato un solo anestesista, rendendo di fatto impossibile anche continuare in un regime di semi urgenza. Ci si è messi alla ricerca di un medico anestesista, ma non è affatto semplice. La necessità della reperibilità entro 30/40 minuti rende la Valposchiavo e il comprensorio di Tirano l’unico possibile bacino nel quale pescare. Ma l’estensività del’impegno ha reso il compito difficile. Anche perché il medico che si è ritirato è colui che copriva la maggioranza delle disponibilità.
Nel tentativo di trovare una soluzione si è passati all’idea di un giorno elettivo: si è detto agli anestesisti che possono essere presenti sul posto anche solo un giorno la settimana. Potendo pescare in tal modo anche nel resto della Valtellina ed, eventualmente, anche oltre.

Nel frattempo, il 2 marzo, il dottor Tarcisio Menghini, dopo vent’anni di servizio come chirurgo presso il CSVP ha deciso di rinunciare a questo incarico, pur rimanendo come medico in servizio presso il San Sisto, proprio in dissenso con la scelta sul giorno elettivo, complicando il quadro in maniera ulteriore.
Il Consiglio di Fondazione ha espresso la sua gratitudine per il dottor Menghini per il lavoro svolto e per aver fatto “vivere” la chirurgia valposchiavina per vent’anni, ma non ha potuto negare le difficoltà.

Ora, quindi, il servizio elettivo riguarderà probabilmente non solo gli anestesisti ma anche lo stesso chirurgo. Come specificato da Bontognali, il Consiglio avrebbe voluto mantenere l’urgenza o la semiurgenza, ma nell’impossibilità di matenere il picchetto cinque giorni alla settimana e dodici ore al giorno ha deciso di virare su un modello diverso: quello, appunto, del giorno elettivo.

Come sostenuto da Guido Badilatti, nel 2021 la chirurgia ha effettuato 136 interventi, dei quali 37 stazionari (ovvero che richiedessero un ricovero) e 99 ambulanti, ovvero dimessi subito dopo. 14 di questi interventi (7 stazionari e 7 ambulanti) erano costituiti da urgenze. Posto che tutti gli interventi non urgenti (122) avrebbero potuto essere fatti in regime del giorno elettivo, la differenza sarebbe stata marcata dai 14 urgenti, che avrebbero dovuto recarsi a Samaden. Contando che in ogni caso le urgenze maggiori già vengono trasportate altrove con l’elicottero.

Non si sa ancora quando e con quale frequenza riprenderà il servizio di chirurgia, si punta ad un giorno la settimana e ci sono promettenti contatti in corso. Ovviamente, il personale rimarrà così come rimarrà il Pronto Soccorso. Ovviamente si cercherà di far in modo che eventuali pre-ricoveri e visite preparatorie possano essere gestiti a ridosso del ricovero stesso, compatibilmente con le necessità che di volta in volta si presenteranno.

Il Consiglio ha unanimemente sostenuto che, sebbene molti pensano che sia una questione di costi, non si tratta di questo perché le spese in effetti aumenteranno e non diminuiranno.

Di fatto, come semplicità ed estensione, i regimi precedenti erano preferibili. Il problema è che il numero esiguo degli interventi compiuti rende meno appetibile la piazza valposchiavina, che lotta comunque per mantenere per gli abitanti della regione un servizio di qualità vicino a casa.

Maurizio Zucchi
Collaboratore esterno

1 COMMENTO

  1. Dispiace dover rinunciare al regime di semi urgenza, dispiace la rinuncia del chirurgo Menghini e dispiace rimanere a piedi pure con le operazioni programmate del mercoledí. La strada sembra ormai segnata per il nostro ospedale: casa anziani con annesso pronto soccorso!