Su richiesta di Massimo Lardi, per gentile concessione de “L’Osservatore”, pubblichiamo integralmente l’articolo di Dalmazio Ambrosioni sulla mostra di Bernardo Lardi in Galleria Pgi. Pubblicato su “L’Osservatore” del 23 luglio.
E’ come se, d’improvviso, si aprisse, attraverso la pittura, uno squarcio sulla storia, la tradizione, il senso dell’umano. E, in tutto questo, il rapporto con il territorio, la cultura e, approfondendo, la civiltà di cui siamo parte. Visitando la mostra di Bernardo Lardi (Poschiavo 1936 2020) nella sede poschiavina della Pro Grigioni Italiano, il senso sospeso di meraviglia della scoperta artistica si intreccia con le ragioni in cui si è immersi. La piazza, il nucleo storico di Poschiavo, Le Prese, dove Bernardo è nato, e il lago che che apre la valle accogliendo il rispecchiarsi delle montagne. Le stanze della Pgi accolgono una sintesi ben scelta tra le centinaia di opere di Benardo Lardi: carte, incisioni, dipinti su carta, tavola e tela, bassorilievi, sculture. Una rivelazione, anche per chi ha conosciuto Bernardo come avvocato, imprenditore, politico (Podestà a Poschiavo, Consigliere di Stato a Coira) senza forse intuirne il versante più intimo, appunto legato alla storia e al territorio lungo una spirale che – tra ricordi e memorie, condivisioni e nostalgie, documentazione e poesia – s’apre ad una storia più ampia, a tratti universale, sino a toccare le corde dello spirito. Dove, proprio nella ricerca artistica, si delineano risposte alle do- mande he toccano tutti: chi siamo, da dove veniamo? Sul piano tecnico Bernardo Lardi ha saputo creare un genere espressivo. Parte dalla grande arte di chiese e palazzi, dalle pale d’altare agli affreschi murali, dalle architetture alla gestione raffinata degli spazi e del territorio, per immergersi, farsi parte di una tradizione ampia e profonda. Dal cui grembo emerge la storia recente (l’emigrazione, la caccia, il contrabbando…) permeata dalle ragioni della convivenza e, sostanzialmente, dal clima di libertà di Poschiavo, che nei secoli ha avuto pochi eguali. L’espressione artistica di Bernardo Lardi – incontenibile, visto che ha attraversato tutta la sua vita – nasce dal rapporto consequenziale, dall’intreccio tra la grande e la piccola storia, tra espressione dotta e popolare, tra conservazione e innovazione. Così che le sue “narrazioni pittoriche”, occupano e strutturano l’intera superficie disponibile, così come l’urbanistica e la gestione del territorio. All’interno di questa millimetrica, paziente, sapiente, ostinata organizzazione i motivi locali, storia tradizione e costume, vanno ad inserirsi in una concezione culturalmente più ampia lungo le stratificazioni del tempo, di genti e territori che emergono come da un lampeggiare sulla storia. Lo documentano schizzi e disegni, si fa incontrovertibile nelle pitture, si materializza nelle sculture e nei bassorilievi. Dove, nella forma di trittici “domestici”, si incontrano due Rinascimenti, quello germanico e toscano. Dando nuovo senso alla storia locale che, attraverso l’arte di Bernardo Lardi, recupera sostanze reali quanto sopite.