Criminalità online, anche la Valposchiavo deve difendersi dai cyberattacchi

0
915

E’ notizia recente che la Confederazione, come già fatto da Posta, si affiderà agli hacker etici per migliorare l’infrastruttura informatica e ridurre i rischi di cyberattacchi. Bug Bounty Switzerland, il Centro nazionale per la cibersicurezza (NCSC), avrà incarico di scovare le debolezze dei sistemi dell’Amministrazione federale. Ma in Valposchiavo esiste il rischio di attacchi informatici? Sarà necessaria la figura dell’hacker etico per il futuro? Abbiamo chiesto questo ed altro a due esperti del settore informatico della Valle, Danilo Nussio e Francesco Luminati.
In questo primo articolo, insieme a Danilo Nussio di ecomunicare.ch, abbiamo scoperto chi è davvero un hacker etico e realizzato che anche la Valposchiavo non è immune agli attacchi informatici.

Immagine da depositphotos.com

Ciao Danilo, innanzitutto: cosa si intende di preciso per hacker etico?
Un hacker etico è una persona esperta di sicurezza informatica che ha come obiettivo quello di anticipare le mosse di hacker malintenzionati. Proprio come un detective, cercando di entrare nella mente dei cybercriminali, l’hacker etico mette a disposizione le proprie capacità per trovare punti deboli nelle infrastrutture di rete, nei software e nell’hardware.

Che metodi utilizzate nelle vostra azienda per la sicurezza informatica?
I sistemi di sicurezza sono molteplici ma il più importante, che viene spesso sottovalutato, è solo uno: la formazione. Da sempre cerchiamo di fornire ai nostri clienti delle buone basi così che possano acquisire la giusta consapevolezza per l’utilizzo della rete, dei software e dei diversi sistemi informatici. Oltre a questo esistono chiaramente diversi dispositivi di prevenzione, tra cui antivirus, firewall (hardware e software), sistemi di autenticazione a due fattori. Sempre più spesso consigliamo ai nostri clienti l’installazione di un firewall di sicurezza all’interno del proprio sito web.

Avete del personale specializzato nella “difesa informatica”?
Ogni informatico, durante il proprio percorso formativo, affronta i principali aspetti riguardanti il tema della sicurezza informatica. Si tratta di un mondo in veloce e continua evoluzione. Perciò è necessario seguire notizie e approfondimenti che vengono pubblicati ogni giorno, fare molta pratica sul campo e lavorare a casi concreti. Nel nostro team abbiamo due informatici: Ivan Piani e Marco Fanoni, i quali si occupano quasi giornalmente di sicurezza di software e web, oltre alla sicurezza di reti e dispositivi.

Sei a conoscenza di qualche caso di hackeraggio ai danni di attività valposchiavine?
Purtroppo anche la Valposchiavo non è immune da attacchi informatici. Recentemente si sono verificati alcuni casi di spam aggressivo, molto ingannevole e incontrollabile, scaturiti dal fatto che alcune aziende non avevano eseguito regolari aggiornamenti ai propri server. Di conseguenza, un virus è stato in grado di introdursi all’interno del software di posta elettronica per rubare indirizzi e-mail dei clienti, nominativi dei dipendenti e altri dati ancora.

Credi che in futuro questi attacchi informatici coinvolgeranno sempre più anche la Valposchiavo?
Non solo la Valposchiavo sarà sempre più confrontata con frequenti attacchi informatici. I prossimi anni vedranno un aumento del numero di attacchi in tutto il mondo globalizzato. Spetta a tutti noi prestare l’attenzione necessaria affinché vada a segno il minor numero di attacchi possibile.

Cosa ne pensi personalmente della decisione della Confederazione di affidarsi al Bug Bounty Switzerland?
La misura adottata dalla Confederazione è sicuramente un’ottima scelta per poter scovare eventuali falle di sicurezza e prevenire futuri attacchi informatici. L’hacker etico potrebbe diventare sempre più una professione indispensabile e ricercata nel mondo del lavoro. Credo possa rappresentare un obiettivo stimolante anche per i nostri giovani.

Ivan Falcinella
Membro della redazione