Rifugiati ucraini in Valposchiavo: numero stabile e lavoratori in crescita

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Il 24 febbraio di quest’anno è scoppiata la guerra in Ucraina. Come altre realtà svizzere ed europee, la Valposchiavo si è adoperata fin da subito per dare asilo alle persone che scappano dal conflitto. Grazie all’istituzione di un gruppo di coordinamento è stato possibile fronteggiare la situazione in maniera organizzata: dai 37 profughi accolti inizialmente si è arrivati ai 79 di giugno. Ad ora, come dichiarato da Franco Albertini del Servizio sociale, in Valposchiavo vivono attualmente (in diversi appartamenti) 73 persone con statuto di protezione “S”, 13 dei quali sono in età scolastica (numero invariato). Di questi, 8 sono a Brusio, mentre 7 sono a Poschiavo.

Per quanto riguarda il Cantone dei Grigioni, invece, sono stati inseriti nel sistema scolastico, complessivamente, 195 bambini: 31 frequentano la scuola dell’infanzia, 115 la scuola elementare e 49 la scuola secondaria. “Sempre nel Cantone – come spiegato dal cancelliere di Poschiavo Nicola Passini – abbiamo tutt’oggi circa 1’500 persone provenienti dall’Ucraina. Di queste, circa 1’200 sono residenti in alloggi privati”.

Con il prolungamento del conflitto e l’avvicinarsi dell’autunno sarà importante riuscire a inserire queste persone, sempre di più, nel tessuto sociale, anche lavorativo. A questo proposito, nel Cantone circa 32 persone (con permesso “S”, 17 donne e 15 uomini) hanno trovato lavoro, prevalentemente nella gastronomia o in attività ausiliari.

Per quanto riguarda la Valposchiavo, attualmente sono 6 le persone che hanno un’occupazione (anche “Il Bernina”, nel suo piccolo, sta offrendo la possibilità di collaborare a Maria Svitlychna). “Trovare lavoro – spiega Franco Albertini – sta in relazione con l’apprendimento della lingua italiana o tedesca. Nei prossimi mesi ci aspettiamo comunque un aumento degli impieghi”.

Per quanto concerne l’evoluzione della situazione, precisa Nicola Passini, “a dipendenza dell’andamento della guerra, nel Cantone dei Grigioni, potrebbero chiedere asilo dalle 3’500 alle 5’000 persone. Per questo motivo il governo retico sta cercando delle strutture collettive su tutto il suo territorio. Albertini, dal canto suo, aggiunge: “Non è possibile prevedere i collocamenti giornalieri della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) al Canton Grigioni. I processi sono ben consolidati e con l’esperienza di oggi possiamo occuparci rapidamente dei nuovi arrivati ​​e offrire loro un rifugio sicuro”.

Il Servizio sociale Bernina si occupa della consulenza e del finanziamento delle persone con statuto di protezione “S” che in valle hanno trovato un’abitazione. Di regola la soluzione abitativa è cercata autonomamente o con l’appoggio di volontari.
La situazione è al momento sostenibile? “Decisamente – afferma Albertini – l’accoglienza della popolazione è esemplare”. Anche per quanto riguarda il numero di volontari – aggiunge – “la situazione è stabile e, per questo motivo, da parte del Servizio sociale non abbiamo l’esigenza di altre persone”.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione