Alessandro Della Vedova dice addio alla Politica: 15 anni intensi

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Alessandro Della Vedova, 51 anni, esponente dell’Alleanza del Centro, già podestà di Poschiavo dal 2011 al settembre 2018 e presidente del Legislativo retico, è stato direttore della “Caritas” nei Grigioni e di Graubünden Holz, l’associazione mantello regionale dell’industria forestale e del legno. A pochi giorni dalla scadenza del suo mandato presso il Gran Consiglio lo abbiamo intervistato.

Quest’estate si è concluso il tuo mandato in Gran Consiglio: è un addio alla politica o solo un arrivederci?

Per quanto mi riguarda è un addio alla politica, che giunge dopo 15 anni trascorsi con intensità e dedizione al servizio delle Istituzioni. In quest’ottica, sarò sempre profondamente grato a tutti coloro che, attraverso la fiducia accordatami a più riprese e in varie forme, mi hanno dato la possibilità di vivere un’esperienza unica e straordinaria come quella che sta per concludersi. Colgo l‘occasione per ringraziarli tutti di vero cuore.

Quali sono i momenti della tua carriera politica che ricordi con piacere?

Sicuramente l’elezione alla carica di Podestà di Poschiavo nell’autunno del 2010 e a quella di Presidente del Gran Consiglio nell’estate del 2019. Poi la partecipazione al WEF di Davos nel 2020 in veste di primo cittadino dei Grigioni fra i potenti della terra, con qualcuno dei quali ho anche avuto il piacere di scambiare alcune parole. Ma soprattutto ricorderò con grande piacere l’affetto della gente, soprattutto quando mi fermava per strada.

Quali invece i momenti più critici?

Forse su tutti i mesi a cavallo fra il 2012 e il 2013, in cui l’orso M13 scorazzava indisturbato per la Valle di Poschiavo. Allora il Governo cantonale era schiacciato sulle posizioni della Confederazione e non schierato in maniera così netta e decisa al fianco dei Comuni, come invece avviene oggi quando si parla del lupo. In più di un’occasione, come Podestà di Poschiavo mi sono trovato a dover affrontare una situazione incandescente, culminata con anonime minacce di morte scritte al mio indirizzo quando l’orso fu abbattuto, da solo e senza la possibilità di decidere alcunché.

Che cosa ti ha insegnato la Politica in questi anni?

Mi ha insegnato che, alla lunga, l’onestà, sia quella intellettuale che quella fattuale, comunque paga e viene riconosciuta. Anche dai più acerrimi rivali, se dotati di buona fede.

Che eredità ha invece lasciato Alessandro Della Vedova nella politica poschiavina e in quella cantonale?

Non spetta a me dirlo. Io posso solo sottolineare che ho sempre cercato di mettermi in gioco, con umiltà e con l’intenzione di fare cose che ritenevo utili al territorio e alla gente che mi aveva chiamato a rappresentarli. Il tutto senza lesinare gli sforzi e, soprattutto a livello cantonale, mai rinnegando la mia italianità.

Che cosa consiglieresti a una persona che vuole approcciarsi al mondo della politica ad alti livelli?

Se qualcuno decide di mettersi in gioco ad alti livelli, per usare le tue parole, significa che ha le idee molto chiare in merito ai suoi obiettivi e a quello che l‘aspetta, quindi non ha bisogno dei miei consigli.

Come giudichi la situazione politica cantonale attuale? C’è qualcosa che cambieresti?

In generale è stabile e confortante, ma non per quanto riguarda la rappresentanza del Grigioni italiano in Governo. In queste ultime settimane mi sono convinto che l’unico modo per provare a cambiare le cose e garantirgli una presenza con maggiore regolarità e continuità, passi attraverso la modifica della Costituzione cantonale, con l‘innalzamento a 7 del numero dei membri dell’Esecutivo. Allo stato dell‘arte, infatti, faccio molta fatica a convincermi del fatto che l’interesse dei partiti nei confronti dell’italianità grigionese non rappresenti altro che uno specchietto per le allodole, da esibire puntualmente in occasione delle elezioni cantonali, o nazionali di turno, quando vi sono dei voti da raggranellare, per poi riporre il tutto bellamente nei cassetti quando si tratta invece di decidere chi proporre per il Governo, in cui a prevalere sono altre logiche e priorità.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione