Un concerto di pianoforte nel teatro naturale di Alp Grüm – L’inatteso

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Mi aveva incuriosito la location, mi aveva incuriosito la presentazione sui media del pianista con la maschera, che non toglie mai, neppure durante le interviste. Un concerto di pianoforte all’aperto, ai duemilacento metri di Alp Grüm. Per interesse, ma anche per premiare la simpatica gestione del locale alpino, ho deciso di andarci.

È stato un avvicinamento audace al concerto; sono infatti sceso da Ospizio Bernina in mountain bike, passando da quel palcoscenico naturale incredibile che è Pru dal Vent. E lì, nella nicchia di pascolo retrostante il Belvedere, l’inatteso. Quattro robusti aiutanti, coadiuvati dall’artista e dalle gerenti del locale, stavano piazzando e livellando il pianoforte. Che uno di loro fosse Lambert, il talentuoso musico venuto da lontano, l’ho scoperto più tardi.

Poche parole emozionate di presentazione, ed ecco il pianista. Entra in scena mascherato, si accomoda con le spalle al pubblico, lo sguardo al Sassalbo e al Teo, il concerto inizia.

Suoni sorprendentemente dolci – avevo erroneamente pensato si trattasse di una performance di jazz – per ora pacati, inondano l’anfiteatro naturale. Quasi ad ogni brano l’artista tedesco si racconta, parla dei suoi viaggi e dei suoi pensieri, con molta ironia. E riparte, ora più ritmato, con un intreccio di melodie quasi classiche, che possono sembrare improvvisate, ma non lo sono. Alla fine di ogni brano il pubblico rimane in silenzio, in un’estasi surreale; allora Lambert sussurra che un applauso è gradito. Il concerto cresce, la classe e la preparazione artistica del suonatore sono palpabili. Si arresta, le ultime note rimangono sospese nell’aria. Concede un solo breve bis, racconta un’altra delle sue strane storie alle quali si sarebbe ispirato, e si fa da parte. Dopo il concerto scambio alcune parole con lui, che mi confida: “Altri bis non avrebbero aggiunto nulla al concerto, ho dato tutto ciò che avevo da dare”.

Quassù l’incantesimo, mentre in basso la valle non ha smesso di pulsare. Sorseggio il resto del mio calice di nebbiolo, e inforco appagato la bici. Che io sia stato l’unico valposchiavino ad assistere al concerto forse è la nota meno interessante. A ognuno i propri piaceri. Il mio, complementare, è poi stato quello di scendere al piano sul famoso trail, a quell’ora sgombro di pedestri, nel crepuscolo di una giornata di pace.


Bruno Raselli, Le Prese

Bruno Raselli
Membro della Direzione e presidente del comitato de Il Bernina