Con la crisi ucraina e le difficoltà di approvvigionamento di gas naturale che hanno colpito l’intero continente europeo, il costo dell’energia è drammaticamente salito, specie per coloro che si sono rivolti al mercato libero. Quali sono attualmente le possibilità per le aziende? Quale il ruolo della società elettrica? Abbiamo rivolto alcune domande tecniche a Roberto Cagnoni, responsabile del Reparto finanze del Comune di Poschiavo.
Qual è il ruolo del Comune nella distribuzione e vendita dell’energia elettrica?
Come definito dalla legge, l’Impresa elettrica che è un’azienda del Comune, funge da gestore di rete sul proprio territorio. Il gestore di rete ha due compiti principali: primo, provvedere alla gestione e alla manutenzione della rete; secondo, fornire l’energia ai client del proprio comprensorio di competenza (tanto utenze private quanto imprese) che non raggiungono un consumo minimo annuo di 100.000 kWh. L’obbligo è bidirezionale: il gestore deve fornire l’energia e i clienti appartenenti a questa fascia devono acquistarla dall’azienda elettrica stessa. Si tratta, in buona sostanza, di un regime di “monopolio” controllato.
Qualora vi fosse una totale liberalizzazione del mercato, della quale già da tempo si parla, ciò avverrebbe soltanto per il secondo dei due servizi, quello della fornitura dell’energia elettrica, perché la gestione e la manutenzione della rete resterebbe comunque di competenza dell’Impresa elettrica comunale.
Qual è l’opzione per chi supera questa soglia? Quanti sono a Poschiavo?
Chi supera la soglia di consumo annuale di 100’000 kWh ha la possibilità di rivolgersi al mercato libero. Per quanto concerne il nostro territorio comunale, parliamo di una ventina di imprese. Di queste, tuttavia, soltanto una decina ha scelto di farne effettivamente uso.
Non vi è alcun dubbio che la liberalizzazione presenti dei vantaggi: è possibile, per chi la sceglie, di cercare di ottenere un prezzo più conveniente, ma c’è anche il rovescio della medaglia: l’utente deve poi sottostare a continui rinnovi contrattuali ed assumersi l’onere di sondare il mercato nella ricerca del fornitore che offra i prezzi più bassi. È anche possibile che si possa invertire la situazione: un risparmio in fase di stipula del primo contratto sul mercato libero, rispetto ai prezzi praticati dal gestore locale, si può trasformare in un dispendio maggiore nei rinnovi successivi.
Che tipo di aumento dei costi ci sarà per chi si affida all’azienda elettrica del Comune?
Da qui alla fine del 2023 non è previsto alcun rincaro del prezzo, eccezion fatta per l’aumento di una tassa a livello federale che non dipende da noi.
È possibile dal mercato libero tornare all’azienda elettrica comunale?
Il principio guida della liberalizzazione stabilisce che, una volta scelto il mercato libero, il passo sia nei fatti irreversibile. Non si può, quindi, ritornare all’approvvigionamento generale applicato dal gestore di rete locale.
L’azienda elettrica, nella stipula dei propri contratti con i produttori dai quali acquista l’energia, provvede a quello che è chiamato “approvvigionamento generale” che include tutte le utenze per le quali è chiamata a fornire elettricità. All’interno di questo quantitativo non vi è spazio per i consumatori che hanno aderito al mercato libero. Pertanto, anche qualora un’azienda chiedesse di essere nuovamente rifornita dal gestore di rete, questo dovrebbe, a sua volta, acquistare l’energia richiesta a prezzi di mercato stipulando un nuovo contratto di fornitura con il richiedente: inutile dire che, al momento, non sarebbe affatto conveniente.
Che contratto avete con i produttori? Quale la sua durata?
Abbiamo un contratto quadriennale, stipulato nel 2019 e valido sino alla fine de 2023. Ciò significa che l’anno prossimo saremo a nostra volta in una fase di rinnovo.
Se dovessimo trovarci in un contesto che, anche a causa delle tensioni geopolitiche, continua a registrare difficoltà sul mercato energetico e livelli di prezzo elevati, probabilmente cercheremo di stipulare un contratto assai breve. Provvederemo a una valutazione generale di opportunità, anche se sappiamo, naturalmente, che non vi sono mai certezze sull’andamento futuro delle tariffe.
Esiste una relazione con le concessioni di sfruttamento delle acque e le relative entrate che ne derivano?
I contratti di concessione definiscono le prestazioni del concedente e del concessionario. Nel caso del Comune di Poschiavo, il concessionario è obbligato a rispettare i vincoli stabiliti nella concessione, a pagare canoni d’acqua e fornire energia di concessione. Il concedente è il Comune di Poschiavo e non l’Impresa elettrica. Pertanto, gli introiti spettano allo stesso e non hanno niente a che vedere con il prezzo dell’energia offerto dall’Impresa elettrica. Rimangono comunque riservate eventuali decisioni politiche che consentano un finanziamento trasversale a favore di una diminuzione del prezzo dell’energia.