L’incipit di questo articolo, che immagino farà sorridere gli -anta, e forse anche alcuni -enta, nasce da un incontro redazionale con i membri de Il Bernina. Da anni il giornale può vantare diverse collaborazioni con dei giovani della valle, che, in alcuni momenti più di altri, danno il loro contributo come collaboratori esterni. In quanto quasi tutti fuori valle, e ognuno preso dal proprio tran-tran quotidiano, almeno una volta l’anno la redazione tenta di riprendere le redini e organizzare un incontro informale per confrontarsi e riavvicinarsi ai propri giovani. All’ultimo di questi incontri, davanti a una birra e alla domanda del caporedattore di nuovi spunti, la mia riflessione, affermata con un misto di serietà e ingenuità, è stata che “serve reclutare dei nuovi giovani, dei veri giovani, dei giovani davvero giovani!”. Noto le facce perplesse sulle facce della redazione, a sentire queste parole uscire dalla bocca di una ventitreenne. Ci riprovo. Tento di spiegare, con l’appoggio degli altri under30 nella stanza, che l’attuale nucleo di giovani de Il Bernina sono gli stessi giovani di cinque, sette o dieci anni fa. E che noi siamo quindi i “meno giovani” tra i giovani, i “non giovanissimi”, i “giovani vecchi” già troppo lontani dalla realtà degli “nuovi giovani” in valle. Questo mio intricato ragionamento fa sorridere i membri della redazione, ma il punto viene compreso e la discussione continua. Ci scervelliamo a pensare a come rendere attrattiva la cosa, riflettiamo su come noi a nostra volta abbiamo iniziato a scrivere. Nel mio caso, sono passati otto anni dal mio primo articolo, e ho iniziato con due ragazzi che all’inizio erano poco più che conoscenti, e un incontro redazionale alla volta, sono diventati amici. Ricordo con piacere la soddisfazione dei primi articoli, i feedback della redazione e l’orgoglio di quei primi piccoli guadagni (perché si, particolare non da poco per qualsiasi ragazzo: si tratta di lavori retribuiti!). Inoltre, l’impegno è davvero modulabile e perfettamente gestibile tra scuola, interessi, uscite e amici. Ve lo assicura una che ha scritto soprattutto negli anni del Coro Italiano, e chi voglia intendere intenda.
Tornando all’incontro redazionale di cui vi parlavo sopra, prima di lasciarci ci siamo impegnati per fare in modo che ognuno facesse la sua parte nel riflettere su come avvicinare i ragazzi a Il Bernina, quindi ecco la mia. Voglio utilizzare questo spazio come shout out ai “nuovi giovani”, ai “giovani giovani”, in qualsiasi modo vogliate definirvi. Ecco, quindi, un po’ di pubblicità più o meno occulta.
Se vi piace scrivere, se vi intriga il mondo del giornalismo, se vi interessate di sport, cultura o attualità, se volete confrontarvi con altri giovani, con “meno giovani” e con adulti, buttatevi. Non servono prerequisiti, solo voglia di imparare. È un’esperienza preziosa, quella de Il Bernina, un’esperienza di crescita in un ambiente rilassato, generoso e famigliare, a cui però serve nuova linfa per rimanere attaccato anche alla vostra realtà. Scrivere per un giornale, per quanto piccolo, è un’opportunità più unica che rara, che può darvi tanto.
Ma detto questo, come avvicinarsi concretamente a questa realtà? È proprio per dare la possibilità a chiunque di provarci che la redazione de Il Bernina ha istituito un concorso giornalistico. Si chiama “giornalisti si diventa”, e presenta tre categorie di partecipazione, 12-15 anni, 16-25 anni e dai 25 anni in su. Non ho intenzione di ammorbarvi con i dettagli, che potete trovare a questo link, ma in sintesi per partecipare basta lanciarsi e scrivere un articolo, su qualsiasi tematica vi stia a cuore.
Concludo dicendo che, se finora mi sono rivolta soltanto ai “veri giovani” è soltanto perché è una sorta di battaglia personale, ma naturalmente spero che tutto questo discorso motivazionale faccia breccia anche su qualche altra fascia d’età.
Vi aspettiamo!