La carenza di personale curante è un problema crescente nel mondo sanitario dell’intera Svizzera, ma si fa sentire anche nella realtà locale della Valposchiavo. Non solo infermieri, ma anche operatori socio sanitari e gli assistenti di cura sono difficili da trovare. Abbiamo sentito Dolores Crameri, membro della direzione generale e responsabile struttura, per chiedere qual è la situazione a livello locale. Ne emerge un quadro di sostanziale soddisfazione, pur con qualche difficoltà.
Com’è la situazione al momento in CSVP, Spitex e Casa anziani? Si riesce a reclutare tutto il personale disponibile?
Vorrei specificare che il CSVP è composto da Ospedale San Sisto, Casa Anziani e Spitex. Il personale necessario riusciamo a reclutarlo fintanto che non si necessitano specialisti.
Che percentuale del personale proviene dalla Valposchiavo e quanti dall’esterno?
I curanti provengono per 1/3 dalla Valposchiavo (incluso esteri e fuori cantone domiciliati in Valposchiavo) e 2/3 dalla Valtellina quali frontalieri.
Com’è il livello di preparazione del personale formato all’estero rispetto a quello formato in Svizzera?
I titoli professionali che provengono dall’estero sono parificati dalla Croce Rossa Svizzera se adempiono ai requisiti registrati in Svizzera e quindi non c’è grossa differenza di competenze. Il livello di preparazione del personale curante è buono.
Ci sono problemi linguistici per il personale? È vero che in Valposchiavo si parla italiano, ma appena ci si interfaccia con l’esterno il tedesco serve?
Questo è un punto dolente dell’impiego di curanti provenienti dalla vicina Valtellina. Infatti, sono rari i casi in cui i curanti impiegati parlano il tedesco. E, sì, sapere il tedesco serve.
Quali sono i motivi principali della difficoltà a trovare personale qualificato?
Dipende cosa intendiamo quando parliamo di personale qualificato. Il CSVP dispone di personale qualificato. Se si parla di specialisti, ad esempio in lungodegenza, disponiamo di professionisti del settore. Anche negli altri settori, al momento, c’è personale qualificato/specialistico ma, se pensiamo per esempio alla chirurgia, è chiaro che, avendo pochi casi, non tutti sono disposti a specializzarsi e a lavorare in un ambiente in cui occorre adattarsi anche a prestare servizio in un settore non specifico per la formazione intrapresa.
Ho una considerazione da fare: al CSVP, nello specifico all’ospedale San Sisto, bisogna essere polivalenti. Ciò significa sapersi confrontare con situazioni non comuni o impreviste e questo potrebbe incutere paura. In una realtà sanitaria, in cui si va verso una specializzazione sempre più radicale, un posto di lavoro come al CSVP può dar ansia a chi è abituato ad avere un incarico ben definito e poco flessibile.
Per contro, per chi desidera un lavoro variegato e non ha difficoltà ad assumersi responsabilità, la realtà dell’ospedale San Sisto è il posto ideale.
Vorrei sottolineare la buona qualità di cure che viene erogata al CSVP. Certo, il potenziale di miglioramento c’è come in ogni professione, ma il personale curante si aggiorna e si forma in continuazione proprio per restare al passo con i tempi e assecondare le esigenze di chi si mette nelle loro mani.