A distanza di diverse settimane dalla morte della Regina Elisabetta (8 settembre 2022), cogliendo anche l’occasione per avere l’opinione di un cittadino inglese, “Il Bernina” ha incontrato ed intervistato Malcolm Marchesi, classe 1941, nato e vissuto nel Regno Unito, con avi poschiavini.
Bentrovato Malcolm, può spiegarci un po’ la sua storia e il suo legame con la Valposchiavo?
I miei nonni erano poschiavini, emigrati in Inghilterra nei primi del ‘900. I miei genitori, in famiglia, hanno sempre dato molta importanza al dialetto poschiavino e all’italiano, avendo trascorso diverso tempo in Valposchiavo durante la loro vita e volendo trasmettere a me e ai miei fratelli (2 sorelle e 2 fratelli) questo bagaglio culturale. Il centro della vita a quei tempi per i miei genitori era la famiglia e questo è stato molto importante per la mia crescita. Io sono nato nel 1941; a 5 anni sono andato con la scuola a visitare una fattoria vicina e da quel momento ho desiderato solo fare l’agricoltore. Infatti, a 16 anni mi sono iscritto alla scuola agraria e possiamo dire che fino a ieri ho “lavorato la terra”. Questa era la mia vocazione e insieme a una meravigliosa moglie e cinque figli, il bilancio della mia esistenza non può che essere positivo. Ho sempre vissuto in un piccolo centro nella campagna inglese, che rimane a metà distanza fra Londra e la costa atlantica. Mi sento molto fortunato ad aver vissuto una vita così bella e piena, ma spero che non sia finita, non ancora. Nell’estate del 2022 è la seconda volta che sono ospite in villeggiatura a Poschiavo, ma forse tornerò qui per le feste natalizie.
Malcolm, che ruolo ha giocato la Regina Elisabetta nella sua vita? Cos’è la Regina per un cittadino inglese?
Diciamo che, personalmente, la Regina (the Queen) mi ha accompagnato lungo diverse tappe della mia vita. Per la prima volta, a 12 anni, nel 1953, quando la sua incoronazione in mondovisione coincise con la comparsa del primo apparecchio televisivo di casa Marchesi, acquistato proprio per quell’occasione. Spiegare a chi non è inglese cos’era la Regina Elisabetta per noi sudditi del Regno Unito è molto difficile, non esiste una figura simile in nessun’altra parte del mondo. Oggi la monarchia inglese, a livello politico, a dirla tutta conta poco rispetto al passato; la Regina si limitava a ratificare le leggi e ad approvare quello che arrivava dal Parlamento. I reali di oggi sono più una sorta di VIP che presenziano a molteplici eventi mondani in rappresentanza del Regno Unito. Eppure, detto questo, è molto indicativo che tutte le cariche più alte dello Stato non giurano fedeltà al Parlamento, bensì alla Regina (ora a Re Carlo). Ora che Elisabetta è morta non so, soprattutto fra i giovani, se l’attaccamento dei britannici alla casa Reale rimarrà immutato, ma ne dubito fortemente.
Tornando alla morte della Regina Elisabetta, come l’ha vissuta personalmente?
Ero già in villeggiatura qui a Poschiavo; si sapeva che, vista l’età e le precarie condizioni di salute, questo momento prima o poi sarebbe arrivato, eppure la morte della Regina Elisabetta mi ha scosso profondamente. Per tre giorni mi sono svegliato al mattino e appena ripreso conoscenza dal sonno mi sono sorpreso a pensare amaramente: “O mio Dio, la Regina è morta!”. Ho seguito i funerali alla televisione e ho realizzato che dalla prima volta che l’avevo vista sullo schermo, nel 1953, sono passati ben 69 anni. Ovviamente anche il funerale, come l’incoronazione, ha seguito un rigido cerimoniale, con la partecipazione delle alte cariche dello stato di tutto il mondo; non credo sarà mai più possibile in futuro vedere qualcosa di simile a livello televisivo.
Per concludere, cosa le manca della Valposchiavo quando è in Inghilterra?
La Valposchiavo è l’unico posto al mondo che mi provoca una serie di emozioni così forti quando la visito; qui sono nati e vissuti i miei antenati, ho un legame molto molto forte con questo territorio e la sua gente. Amo venire a Poschiavo a rivedere i vecchi amici e a passare bene il mio tempo. Negli altri posti dove ho vissuto, in Inghilterra, in Olanda dove a 20 anni ho lavorato un anno, in Francia dove mia sorella ha vissuto tanti anni, c’è un differente modo di vivere.
Negli anni, durante le sue visite, ha notato qualche cambiamento?
Mio padre mi raccontava che per arrivare la prima volta a Poschiavo attraversò il Passo del Bernina con un carro tirato da cavalli; da quei tempi ne sono cambiate tantissime di cose! Nel mio piccolo ogni volta che torno scopro sempre qualche nuova attività che ha aperto o chiuso, gente che si è traferita o che purtroppo non c’è più. Il nucleo vitale della Valposchiavo mi sembra però immutato: le origini, la storia, in Valposchiavo hanno ancora una grande importanza per tutti quelli che ci vivono.