200’000 franchi in più dal Cantone per i media grigionitaliani

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Nel leggere il preventivo 2023 del Cantone, si rileva che il Governo ha previsto un aumento di 200’000 franchi agli aiuti in favore dei media grigionitaliani. Anche se non si conosce la modalità in cui questi fondi verranno impiegati, si tratta del coronamento di una lunga battaglia politica, segnata da un atto parlamentare di Manuel Atanes di oltre cinque anni fa, in cui il Granconsigliere moesano chiedeva maggior sostegno all’informazione in lingua italiana. Il Bernina lo ha intervistato.

Manuel Atanes – Fonte: www.südostschweiz.ch

Granconsigliere Atanes, dopo più di cinque anni dall’inoltro del suo atto parlamentare, ecco che il preventivo riserva finalmente 200’000 franchi di aumento a favore dei media italofoni. Ci può riassumere le tappe di questo percorso?
Il percorso è iniziato da una considerazione molto semplice e cioè che il mondo dell’informazione da molto tempo sta attraversando una fase molto difficile; chi vuole fare informazione di qualità è confrontato con una forte diminuzione delle entrate; pubblicità e lettori paganti, per così dire, si spostano verso i social media. Il fatto di essere una minoranza accentua la problematica delle risorse a disposizione. Ho quindi inoltrato un incarico che chiedeva un sostegno all’informazione regionale che il Gran Consiglio ha sostenuto all’unanimità. Per sollecitare una risposta dal Governo, in questi anni sono stati presentati altri due atti parlamentari e miei colleghi parlamentari sono intervenuti a vario titolo presso il dipartimento preposto. Per contro, il Governo ha fatto redigere una perizia scientifica e un’indagine di mercato che è attualmente ancora in corso. È stato veramente un percorso lungo, ma ho potuto contare sul sostegno della deputazione grigionitaliana. Inoltre, i rappresentanti dei nostri media e Danilo Nussio dell’Ats, ai quali va la mia gratitudine, hanno collaborato attivamente alla stesura della perizia. Una parte non trascurabile del lavoro è stata quella di seguire gli andamenti del settore dei media che da tempo sta vivendo dei profondi cambiamenti, penso ad esempio a quello che stanno facendo numerosi altri cantoni per i loro media o alla votazione a livello federale sul pacchetto dei media. 

Più di cinque anni d’attesa, tre atti parlamentari inoltrati e due perizie esterne per un aumento che comunque porta a un importo molto distante da quello delle risorse a disposizione dei “cugini” romanci. C’è qualcosa che non funziona bene a Coira per il Grigionitaliano?
La situazione dei romanci è difficilmente paragonabile alla nostra. A mio modo di vedere si tratta anche di una questione di metodo che di merito. Gli ambiti della vita pubblica per il quale la minoranza italofona attende delle risposte sono numerosi. Di questo passo non saremo in grado di dare delle risposte convincenti se solo per la promozione dei media dobbiamo attendere più di cinque anni per raggiungere obbiettivi concreti. Partendo da questa constatazione, durante l’ultima sessione il mio collega Tobias Rettich ha chiesto la formulazione di una strategia per la politica linguistica che annoveri tempi, obbiettivi, risorse e responsabilità chiari per questo ambito della vita pubblica. La richiesta del granconsigliere Rettich in fondo è un’ovvietà, ma fino adesso il Cantone sembra procedere a vista per quanto riguarda le minoranze cantonali.
Il Grigionitaliano, inoltre, non è rappresentato né in Governo né tra gli alti funzionari dell’amministrazione, questo è un fatto che si fa sentire. Anche per questo motivo sono impaziente di leggere la risposta del Governo alla mozione di Tobias Rettich che sarà indicativa per la politica linguistica dell’Esecutivo dei prossimi anni. 

È soddisfatto con la proposta di 200’000 fr. del Governo?
Non nascondo che mi aspettavo di più, se pensa a quello che altri Cantoni stanno facendo – con un mercato editoriale più grande di quello grigionitaliano –per promuovere la loro informazione regionale. Per questo motivo parto dal presupposto che a medio termine bisognerà trovare una soluzione anche per i media tedescofoni del nostro Cantone. Ad ogni modo il mio obbiettivo è stato sempre quello di poter finanziare figure professionali che garantiscano una buona copertura mediatica e a condizioni di lavoro corrette.

Per la promozione dei media, tuttavia, è anche importante la Confederazione. Berna attualmente riconosce ai media grigionitaliani un sostegno indiretto di 56.000 franchi. Si aspetta concretamente qualcosa di più dalla Berna federale? Si attiverà anche in questo senso?
In effetti, se pensiamo agli altri ambiti della promozione delle minoranze, è la Confederazione a sobbarcarsi la maggior parte delle spese. Con l’aumento per i nostri media sarebbe adesso il Cantone a spendere di più, un’eccezione quindi. 
Il pacchetto per i media che purtroppo a febbraio è stato respinto in votazione aveva un occhio di riguardo per i media della Svizzera italiana, a dimostrazione che il Consiglio federale aveva ben compreso le problematiche di una regione linguistica così piccola come quella italofona. Bisognerà quindi partire da quella considerazione che lo stesso Consiglio federale ha fatto per tentare di convincere anche Berna a fare la sua parte. Mi sono perciò già attivato in questo senso, bisognerà però attendere i dibatti sul preventivo 2024 per vedere qualcosa di concreto. 

In generale, che sfide attendono il mondo dell’informazione in Svizzera o nel nostro Cantone?
Se si parla di sfide per i media, bisogna sicuramente pensare all’iniziativa che vuole ridurre gli introiti della SSR, che mi preoccupa perché è formulata in modo più insidioso della “NO Billag” e perciò molti potrebbero essere tentati di sostenerla. A livello cantonale vi è sicuramente la ricerca di figure professionali qualificate e la transizione al digitale dei media. A chi sta a cuore l’informazione di qualità perché ne comprende la sua importante funzione per la nostra democrazia, il lavoro quindi non mancherà certamente anche nei prossimi anni.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione