Sabato 10 dicembre è stato presentato a Poschiavo, in un affollato salone di Casa Torre, il decimo volume della collana di storia poschiavina dal titolo Le cinque ave edito dalla Società Storica Val Poschiavo. Un volume uscito dall’accurata penna di Silva Semadeni, che da tempo sollecitata dai volti di cinque donne ritratte in una fotografia di famiglia dentro una cornice ovale, negli scorsi anni ha deciso di mettersi sulle tracce delle loro biografie in un lungo lavoro di ricerca condotto assieme al marito Ruedi Bruderer, che ha redatto un capitolo dedicato alle genealogie.
L’evento è iniziato con una breve introduzione di Fabrizio Lardi, a nome della “Società Storica”, ed è continuato con la presentazione del libro da parte dell’autrice, dapprima, e in seguito in dialogo con Daniele Papacella, che ne ha anche curato la prefazione. Il libro offre uno spaccato di storia poschiavina dell’Ottocento ed è nato a partire dalla pregnante immagine ovale inserita anche nella copertina: un’immagine che ritrae cinque donne (tre sorelle con la madre e la nonna) messesi in bella posa per lo scatto. Lo sguardo è sereno, le mani delle giovani ragazze cercano il contatto fisico, gli abiti e gli ornamenti sono quelli delle festività più importanti, lo sfondo artificiale. Come in simili altre fotografie d’epoca nei loro occhi si può scorgere una fiammata rivolta al futuro osservatore, una sorta di appello a non dimenticarsi di loro. Silva Semadeni, pronipote della più giovane delle tre sorelle, Angelina Pozzy-Olgiati (1869-1956), è però andata ben oltre il mero ricordo e in questa fatica fresca di stampa è riuscita a tracciare un profilo biografico per ciascuna delle cinque ave.
Sabato scorso, in occasione della presentazione del libro, da ex docente di storia e navigata oratrice in politica, l’autrice ha saputo appassionatamente illustrare il suo libro fornendo molti dettagli su metodo e contenuto. Malgrado la scarsità di elementi biografici sulle donne, che raramente in passato lasciavano degli scritti, le notizie sono aumentate man mano che la sua indagine proseguiva, applicando un metodo di ricerca simile a quello investigativo. Il lavoro è durato più di tre anni. Partendo dalla lettura di un libro di memorie e di un copialettere riguardante la famiglia della più anziana delle cinque ave, Orsola Lardelli-Lardelli (1816-1890), la ricercatrice ha proseguito con approfondite indagini in patria e negli archivi di Copenhagen, Pamplona e Vigo, ossia in alcune città dell’emigrazione poschiavina che coinvolse soprattutto la comunità riformata fra metà Settecento e inizio Novecento. Il libro narra di storie di donne già orfane prima di nascere, di matrimoni consanguinei e di madri che subiscono la perdita di buona parte dei loro figli nei primi anni di vita. Storie con alti e bassi, costellate di tragedie e momenti più fortunati, ma sempre contraddistinte da un coraggio e un’intraprendenza che oggi sorprendono. Basti pensare al viaggio effettuato dalla madre di Orsola Lardelli-Lardelli nella prima metà dell’Ottocento, che rimasta vedova con una figlioletta in tenera età si mette in cammino da Poschiavo alla volta di Copenhagen. Qui riprenderà l’attività del marito defunto e si distinguerà come venditrice ambulante di pasticcini nei parchi della capitale danese, dove organizzerà anche dei concerti musicali invitando cantanti del melodramma italiano.
Il libro affronta poi temi specifici dell’emigrazione di pasticcieri-caffettieri poschiavini e grigionesi, come ad esempio – fra i molti – la duttilità religiosa a seconda dei paesi d’accoglienza, il patriottismo e il contributo urbanistico al ritorno in paese. Ma tramite la descrizione delle vite ordinarie – questo il termine esplicitamente usato dall’autrice durante la serata – delle cinque donne, l’indagine intende far riemergere dall’oblio della storia uno specifico universo femminile che era in attesa di essere narrato. Come sottolineato da Daniele Papacella, Silva Semadeni ha dato all’opera un taglio rigorosamente scientifico e sociologico, ponendo particolare attenzione al ruolo della donna fra Ottocento e Novecento: dal lavoro svolto in casa all’aiuto dato in bottega, dall’amministrazione dei beni alla cura dei figli (in patria o all’estero), senza trascurare la questione dei diritti civili negati. Seguendo il modello di ricerca storica locale promosso dallo scrittore svedese Sven Lindquist, uno studioso che ha coniato anche il motto “scava dove stai” l’intento dell’autrice – come si legge nel prologo – è quello di “combina[re] la quotidianità con le dimensioni storiche”. Nel volume sono stati inseriti anche alcuni capitoli didascalici afferenti al mondo femminile o a temi specifici emersi dalle biografie delle cinque donne.
Oltre a Ruedi Bruderer, alla riuscita del libro hanno contribuito in modo particolare anche Daniele Papacella e Alessandra Jochum-Siccardi, con la revisione dei testi, e Pierluigi Crameri, che ne ha curato grafica e impaginazione. Una versione in lingua tedesca è in fase di realizzazione.
«Le cinque ave. Storie di donne poschiavine nell’Ottocento» di Silva Semadeni, edito dalla Società Storica Val Poschiavo e stampato dalla Tipografia Menghini, consta di 336 pagine (con oltre 394 illustrazioni) ed è in vendita a Poschiavo al prezzo di fr. 42.- presso il negozio-latteria del Caseificio Valposchiavo, la Tipografia Menghini e la «biblio.ludo.teca» La Sorgente. A Tirano è acquistabile presso la libreria Il Mosaico.
Il libro si può anche ordinare direttamente alla Società Storica Val Poschiavo tramite e-mail all’indirizzo info@ssvp.ch (per i soci il prezzo è di fr. 34.-).
Achille Pola