Mai così tante le uscite dalle chiese in Svizzera: e in Valposchiavo?

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Nel 2022, la Chiesa cattolica della Svizzera ha registrato il più alto numero di uscite di sempre: circa 34.000. Si tratta di un tasso di circa l’1,5% di coloro che sono registrati come cattolici. Anche nella chiesa riformata si registrano oltre 28.000 uscite, dato percentualmente non troppo distante dal precedente se si calcola la differenza del numero di affiliati.

Non è facile capire che cosa abbia indotto un numero così grande di persone ad abbandonare le chiese. Viene da pensare che, tuttavia, un ruolo possa averlo avuto il fattore economico, ovvero la volontà di non pagare più la tassa di culto. Anche se questa idea potrebbe a qualcuno sembrare un’illazione, c’è da considerare che parlare del “costo” della religione non è da anni assolutamente considerato un tabù. Si può prendere, ad esempio, un articolo del 2019 in cui il quotidiano gratuito “20.minuten” titolava “Come faccio a uscire dalla chiesa?”, mettendo in luce l’esistenza di costi “fino a mille franchi per la metà della popolazione elvetica”. Già in passato, la testata di free press aveva addirittura pubblicato degli annunci per uscire dalla chiesa a prezzi di favore!

L’articolo aveva sollevato un’enorme quantità di reazioni, tanto sul sito del giornale quanto a livello ufficiale: il consiglio sinodale della chiesa riformata di Zurigo, per esempio, lo aveva definito irresponsabile, perché minava la solidarietà nella società. L’intera vicenda di allora è ripercorsa in un articolo dell’attuale pastore delle chiese riformate della Valposchiavo, Paolo Tognina, sulla Voce Evangelica, in cui, tra l’altro, si questionavano anche i dati, per così dire “economici”, forniti dalla testata.

Quanto ai dati recenti, si è molto discusso del modello della “chiesa di stato” e della sua attualità. Nondimeno, alcuni scandali, riportati anche dai media, possono aver giocato un ruolo della disaffezione tra i fedeli e i loro pastori.

Quale che sia la causa, a livello svizzero si registra una crescente disaffezione per le chiese, che sembra rispecchiarsi anche nella realtà grigionese, almeno per quello che riguarda Coira. Ma nel contesto locale?

Sentendo Alberto Gianoli, catechista della parrocchia cattolica di San Vittore Mauro a Poschiavo e Paolo Tognina, pastore riformato, il quadro locale sembra molto diverso. Tognina parla, infatti, di addii che si contano sulle dita di una mano negli ultimi anni, in parte persino compensati da alcune richieste di adesione. Gianoli, dal canto suo, dice che gli addii sono infrequenti.

I motivi degli addii, secondo Tognina, sono dovuti più che altro a un senso di estraneità, magari suscitato dal disaccordo con prese di posizione della chiesa su determinati argomenti. Anche Gianoli parla di motivi personali, vari, che a volte si fatica anche a ricostruire con precisione. Nessuno dei due, invece, cita come particolarmente dirimente l’eventuale motivazione economica.

A livello di vita della comunità, entrambi confermano un’ottima presenza alla vita comunitaria, alle messe (per i cattolici) e ai culti riformati, con una tendenza che, rispetto agli ultimi anni, è addirittura in aumento.
Se, dunque, le chiese paiono in crisi nei numeri della Confederazione, nella piccola Valposchiavo la sensazione è quella di un persistente attaccamento dei fedeli alle proprie comunità religiose.

Maurizio Zucchi
Collaboratore esterno