Lorena Compagnoni, insegnante in settimana e capitano nei weekend

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Oggi parliamo di una discatrice poschiavina conosciuta in Valle. Si tratta di Lorena Compagnoni, da tempo capitano della squadra femminile del Celerina; a differenza di altre colleghe, ha scelto che l’hockey per lei rimanesse una passione, dedicandovi comunque anima e corpo ogni fine settimana, ma considerandolo più un hobby che una professione. 

Classe 1997, nata a Poschiavo, Lorena è oggi insegnante a San Carlo nelle scuole primarie. Ha frequentato l’Accademia Engiadina ed ha iniziato la sua carriera hokeystica presso la squadra femminile SC Celerina nel 2015 e di seguito al Berna e al Lenzerheide. Infine, è di recente tornata al Celerina, dove, nel ruolo di centro (o al bisogno ala), è diventata anche capitano. 

Lorena, da dove è nata questa passione per l’hockey?
Diciamo che, in generale, in famiglia l’hockey è stato uno sport sempre molto seguito e praticato. Spesso, nel mio tempo libero andavo a pattinare in compagnia di mio fratello, che già allora faceva parte delle giovanili HC; purtroppo, poi, in quegli anni non esisteva (come ancora oggi) una squadra femminile a Poschiavo e ho dovuto guardare altrove.

Quindi, lavorando a Poschiavo sei costretta a fare spesso la spola con Celerina?
Sì, per i due allenamenti settimanali e per la partita del fine settimana. Per fortuna, ultimamente riesco a fare un allenamento settimanale insieme ai Traktor qui a Poschiavo ed andare solo una volta a Celerina. Poi, si è aggiunta una compagna di squadra poschiavina che, anche se lavora in Engadina (quindi per gli allenamenti non fa la mia stessa strada), mi fa compagnia nei viaggi di ritorno dalle partite. 

Non diventano pesanti a un certo punto tutti questi spostamenti? 
Beh sì, diciamo che non sono simpatici, ma se penso a quelli che facciamo a volte per andare a disputare le partite fuori casa mi sembrano una passeggiata. 

Avete delle trasferte lunghe col Celerina? 
Purtroppo sì, il Celerina è l’unica squadra grigionese nella serie D e quindi gioca solitamente con squadre provenienti dalle zone attorno a Zurigo, Sciaffusa e Lucerna. Quest’anno abbiamo avuto trasferte lunghissime in coppa svizzera, le quali ci hanno portato fino a Losanna e Ginevra.

Con cosa vi spostate? 
Per le trasferte più brevi ci spostiamo con un pulmino. Per le trasferte lunghe, di cui parlavo prima, abbiamo un bus da 50 posti.

Perdona la domanda, ma il gioco vale la candela? 
E’ una passione, la squadra è come una famiglia del weekend, chiaramente le ore sono tante, ma anche le soddisfazioni sono tante. Non è una cosa per tutti. Per farti un esempio dell’unione che abbiamo, anche in estate, periodo nel quale chi gioca ad hockey di solito fa altro, noi ci troviamo per gli allenamenti e facciamo crossfit

Parlando di risultati, come è messo il Celerina quest’anno? 
Siamo al secondo posto in classifica dietro alle ragazze dell’HC Ambri Piotta e abbiamo raggiunto gli ottavi di coppa nazionale. Proprio l’11 dicembre scorso abbiamo affrontato la squadra svizzera più forte, la ZSC Lions, uscendo dalla coppa, ma a testa alta. È stata un’ esperienza molto particolare.

Quante siete in squadra? 
Siamo tra le 20 e le 25 ragazze, tutte di età differenti; per esempio abbiamo anche una madre e una figlia che giocano con noi. Come dicevo prima, sembra più di essere in una grande famiglia che in una squadra. 

Non hai mai pensato di andare a giocare in squadre più blasonate? 
A dire la verità mi era stato proposto di giocare con squadre di divisioni più alte, ma tutti gli impegni e le trasferte mi avrebbero costretto probabilmente a rinunciare al mio attuale lavoro e a tutto il resto. A quei livelli o lo fai bene come Evelina o non conviene neanche provarci.

Com’è essere il capitano del Celerina? 
Da molte soddisfazioni da un lato e molte responsabilità da un altro. Bisogna imparare a tenere unito il gruppo e a motivarlo ogni volta in maniera diversa. Poi, ho voce in capitolo anche nelle scelte dell’allenatore e dell’allenatore delle tattiche e questo mi rende molto orgogliosa, anche se alcune scelte non sono sempre così facili. 

Ultima domanda: c’è differenza fra hockey femminile e maschile? 
Credo proprio di sì, il gioco femminile è molto meno veloce e fisico di quello maschile; questo va a discapito della spettacolarità della partita ed, infatti, diciamo che il Celerina femminile non ha moltissimi spettatori. L’hockey femminile, specialmente nel livello amatoriale, essendo più compassato e meno fisico è molto più tattico; questo, per chi lo osserva, non è probabilmente così interessante. 

 

Ivan Falcinella
Membro della redazione