Lo spopolamento in Valposchiavo: il ruolo di scuola e impresa

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2009

Dopo le puntate dedicate all’analisi del fenomeno in generale e al ruolo della politica e delle istituzioni, in questa terza puntata dedicata allo spopolamento ci concentreremo su quanto gli attori economici e la scuola possano fare nella prevenzione dello spopolamento.
Vedremo dunque come tutti gli intervistati abbiano qualche suggerimento per le imprese locali: condizioni di lavoro e servizi migliori, innovazione, capacità di essere attrattivi, incentivazione al trasferimento dei lavoratori in Valposchiavo, capacità di attrattività verso bacini diversi e coraggio nell’andare oltre forme e schemi tradizionali anche a livello contrattuale.

Per quanto riguarda la scuola, invece, si riconosce l’importanza centrale dell’educazione. Diverse le possibili ricette, che vanno da un rafforzamento del pensum degli insegnanti, in modo di garantirne una stabile e continuativa presenza sino all’importanza di rafforzare negli studenti anche un senso di comunità, appartenenza e i valori locali della Valposchiavo. Per quanto riguarda i numeri, inoltre, si chiede di immaginare soluzioni che possano essere attrattive anche verso altre regioni. E non manca chi suggerisce alle famiglie di non forzare le carriere dei figli, lasciandoli maggiormente liberi di scegliere il proprio futuro.

In cosa potrebbe contribuire il mondo dell’impresa?

Fulvio Betti: Premiare i residenti con condizioni di lavoro migliori (non parlo solo di salario). Offerta di servizi privati più ampi e di ottima qualità. In parte si fa già (mi sembra che in molti settori siamo innovativi e motivati a fare squadra), in parte forse si può migliorare.

Graziano Crameri: Creare posti di apprendistato e di lavoro approfittando pure della possibilità del lavoro online. Creare possibilità di lavorare dalla Valle collaborando con altre ditte esterne.

Michele Micheli: Innovazione! Continuare imperterriti a voler risolvere le faccende come fatto nel passato, in molti ambiti non paga più. Le imprese devono dunque investire in soluzioni al passo con i tempi, specialmente in ambito tecnologico (questo perlomeno nel settore terziario). Invece di intestardirsi a mantenere determinati servizi così come sono attualmente, con la speranza di salvare posti di lavoro, le imprese dovrebbero pensare a come questi servizi possono mutare, scoprendo dunque come impiegare le persone in modo diverso adattandosi alle richieste dei consumatori.

L’importante è dare un ulteriore segnale che tutte le forze in campo stanno operando congiuntamente a tale riguardo: non solo politica o scuola, ma anche aziende, eccetera. Sussiste in questo ambito l’impellente bisogno di unire le forze e mettere da parte eventuali ideologie politiche.
Le imprese che offrono posti di tirocinio sono un grande aiuto per combattere lo spopolamento. Ancor più se i tirocinanti possono usufruire di questo servizio in modo costruttivo in un clima di lavoro – seppur esigente – sereno.

Carlo Vassella: Il mondo dell’impresa deve rimanere innovativo e resiliente, pronto a cogliere le opportunità e a modellarsi per sopravvivere nel cambiamento. L’imprenditoria deve essere in grado di attirare il personale necessario dai bacini locali o fuori dai confini regionali e nel secondo caso incentivarlo a prendere domicilio in valle se possibile.

Davide Vassella: Il mondo dell’impresa deve rimanere al passo coi tempi e essere attrattivo per gli impiegati.
Con condizioni di lavoro moderne e interessanti, le possibilità che il personale rimanga in valle anche a vivere sicuramente aumentano.

Francesco Vassella
Il mondo dell’impresa è molto importante e deve per forza di cosa aggiornarsi continuamente e cercare soluzioni innovative dove ci sono dei problemi. La questione della ricerca di personale tocca direttamente le aziende, mentre la questione dello spopolamento tocca indirettamente molte piccole aziende della Valposchiavo, che dipendono in grande parte dalla potenzialità del nostro mercato. Credo che chi sarà capace di guardare oltre certi schemi classici d’assunzione dei collaboratori oppure andare oltre all’assunzione classica di frontalieri, potrà avere dei vantaggi significativi in futuro.

E della scuola / formazione?

Fulvio Betti: Ampliare il più possibile la qualità della scuola e della formazione, offrire più posti di lavoro con un pensum che permetta di vivere in valle alle famiglie degli insegnanti, sensibilizzare gli allievi che in valle la qualità di vita è buona ma che il futuro della valle dipende anche dalle loro scelte. Inoltre sensibilizzare i genitori che i loro figli non per forza devono andare via per essere realizzati. Ci vuole un certo senso civico, no?

Graziano Crameri: Formare i nostri giovani o dare la possibilità a chi è già nel mondo del lavoro di aggiornarsi alle nuove tecnologie creando così maggiori possibilità di lavorare e restare in Valle.

Michele Micheli: La domanda è semplice, la risposta molto meno. Siamo coscienti di non poter pretendere di offrire in Valle la stessa formazione conseguibile oltre Bernina, anche perché la richiesta è limitata. Negli anni si sono attuate diverse strategie per mantenere alcuni apprendistati possibili anche qui; per esempio attingere dal bacino di giovani valtellinesi, questo ha aiutato. I giovani hanno bisogno di essere seguiti, e anche la didattica a distanza non potrebbe totalmente sopperire questo bisogno. È giusto, e per certi versi salutare, che i ragazzi lascino la sicurezza di casa per accumulare preziose esperienze; quello che dobbiamo incentivare è che poi ritornino. La carta più vincente per realizzare ciò è cercare di offrire posti di lavoro adeguati alle loro conoscenze e competenze.
Sarà poi compito della scuola e dei genitori di “pubblicizzare” la scuola professionale di Poschiavo. Seppure come cantava Paolo Pietrangeli, “anche l’operaio vuole il figlio dottore…”, va ricordato che non bisogna forzare la decisione di un giovane obbligandolo a scegliere esclusivamente una carriera accademica. Risulta pertanto importante poter presentare le varie opzioni lavorative e lasciare appieno la libertà di scelta – senza intervento alcuno – ai giovani della nostra Valle. Compito della politica su tematiche della formazione sarà sicuramente quello di mantenere ad ogni costo la scuola professionale di Poschiavo e non trovare compromessi con il Cantone a riguardo delle classi piccole.

Carlo Vassella: La scuola e la formazione sono di primaria importanza per creare gli individui di domani. La scuola deve saper trasmettere, oltre alle nozioni definite dei programmi, i valori del territorio e della comunità, in modo che i giovani si identifichino nel posto dove crescono e un giorno ne possano prendere le redini.

Davide Vassella: Durante l’età scolastica e di formazione, oltre alle nozioni tradizionali, i giovani sviluppano la propria identità. È auspicabile che i giovani si identifichino il più possibile con il territorio e che cresca in loro la voglia di essere partecipi alla vita sociale e lavorativa della valle.

Francesco Vassella: La scuola e la formazione sono fondamentali per garantire il futuro e lo sviluppo di una regione, così come sono fondamentali per il futuro delle aziende sul nostro territorio. Come le imprese, anche la scuola e la formazione devono essere innovative e cercare soluzioni nuove e condivise. In questo senso, troppo spesso ci limitiamo a difendere i nostri diritti a Coira, rivendicando l’italianità oppure il nostro posizionamento geografico particolare. Mentre, d’altra parte, il Cantone fa pressione sui numeri di allievi e apprendisti, spesso bassi rispetto ad altre realtà. Personalmente, sono convinto che anche in questo settore bisogna essere capaci di pensare fuori dagli schemi. Mostrare agli uffici cantonali e con gli uffici cantonali stessi che vogliamo e sappiamo sviluppare modelli nuovi, magari interessanti anche per altre regioni, garantendo un’altra qualità dell’insegnamento, così facendo evitando di discutere solamente di numeri e frequenze, che a medio-lungo termine potrebbero comunque condannarci.

Maurizio Zucchi
Collaboratore esterno

2 COMMENTI

  1. Vi ricordate il vostro commento sul commento di Eugenio Zanolari?
    Promesso di marinaio…..
    Il Bernina
    13 Gennaio 2023 at 9:51
    Buongiorno Eugenio, nelle nostre interviste abbiamo cercato di coinvolgere i politici di entrambi i Comuni. Anche se attualmente non sono pervenute le risposte, siamo comunque aperti a integrare le prossime puntate qualora ci fosse la disponibilità a partecipare.
    Cordiali saluti,
    Marco Travaglia (capo-redattore)

  2. Buone idee e bei concetti tutti condivisibili. Ma un Cantone, il quale sostiene che abbiamo già adesso abbastanza terreno artigianale/industriale (ma se lo cerchi non ne trovi) e un Comune che prevede per i prossimi 20 anni nella nuova pianificazione solo 25’000m2 di terreno lavorativo ( contrapposto a 25’000m2 di zona svago), credono veramente a uno sviluppo di nuove imprese nella nostra valle? Un Cantone che pensa di chiudere 4 classi della Scuola Professionale stà forse credendo allo sviluppo di nuove imprese locali? Per non parlare dei dislocamenti di posti cantonali tramite lavoro a distanza promessi durante le campagne elettorali e mai successi……..anzi ce ne hanno pure tolti alcuni, facendoli lavorare a distanza sì, ma al contrario!
    Forse è tempo di chiedersi cosa v e r a m e n t e prevedono i nostri padroni ( Cantone e Confederazione) per le “costose” zone limitrofe come la nostra !