“Prendete la Scuola professionale di Poschiavo. I ragazzi ricevono da 800 a 1400 euro di salario. E 3/4 dei ragazzi sono valtellinesi. Forza lavoro che difficilmente rientrerà da noi”.
Questa la constatazione di Gionni Gritti, presidente di Confartigianato Sondrio nel corso di un convegno a Morbegno dal titolo emblematico: “Lavoro e competitività nei territori di confine: criticità ed opportunità”. Chiamati dalle organizzazioni imprenditoriali valtellinesi (commerciali, industriali, artigianali e agricole) sono intervenuti Giancarlo Giorgetti, varesino, ministro dell’Economia, e Massimo Sertori, valtellinese, assessore regionale alla Montagna. A chi, prima del Convegno, gli chiedeva conto dei progetti in corso e di quelli in fieri per le Olimpiadi del ‘26, il ministro invitata a pensare oltre, al 2053, quando la popolazione italiana subirà un drastico calo con tutte le conseguenze annesse.
«Basta girare per capire come nella Sanità e nel Turismo è difficile trovare operatori. Nell’ultimo periodo, per esempio, 120 infermieri hanno lasciato la Valle», ha sottolineato il ministro. A questo proposito va detto che non tutti sono finiti oltre confine, molti provenienti dal Centro e dal Sud Italia sono ritornati dove avevano lasciato i loro affetti.
Giorgetti ha quindi cominciato ad elencare una serie di misure che il Governo italiano sta studiando:«Credo che sia opportuno cominciare a ragionare su di una sorta di premio di confine da attribuire a quelle aziende e a quei lavoratori che nell’arco dei 20 chilometri dal confine intendono mantenere la produzione e quindi la creazione di ricchezza in Italia, altrimenti il rischio è di perpetuare una concorrenza che è assolutamente insostenibile, con la conseguente desertificazione produttiva». L’ipotesi dovrebbe sostanziarsi con una sorta di “premio fiscale di confine” per consentire appunto ai lavoratori e alle imprese di «scegliere se lavorare in Italia o in Svizzera».
«L’idea di creare condizioni particolari e specifiche, allo studio del Ministero – prosegue – è di fare in modo che parta contestualmente con il nuovo trattato con la Svizzera dal 1° gennaio 2024». Proprio in questi giorni è all’approvazione in Parlamento il nuovo regolamento per i transfrontalieri (vedi qui su Il Bernina). Dal 1° gennaio del 2024 verrebbero destinate a questo “premio di confine” una parte delle risorse fiscali per i frontalieri con il nuovo contratto previsto dagli accordi elvetico-italiani, anche se per avere effetto ci vorrà tempo Per questo a Morbegno è stata avanzata la proposta di un intervento ad hoc del Governo italiano, non facile però da giustificare rispetto ad altre situazioni presenti nel territorio nazionale.
«Paradossalmente – ha precisato Giorgetti – questo premio è importante ma non è risolutivo, perché bisogna trovare ancora tanti giovani che vogliono mettersi in gioco e fare attività e impresa qui in Italia».
«L’imprenditoria della Valtellina non può puntare solo sul Turismo, ma anche deve continuare a coltivare la vocazione industriale e agraria d’eccellenza. Per fare questo occorre avere spirito imprenditoriale, condizioni di favore e forza lavoro disponibile».
Raccogliendo l’invito del ministro, su questo terreno si sono espressi con suggerimenti, proposte e richieste tutti i rappresentanti delle associazioni economiche locali.
Per tornare al nodo della formazione, sempre Gionni Gritti, vista la scarsa attrattività delle Scuole professionali, ha proposto di rinominarle così: Liceo Professionale. Bisogna però dire a questo proposito che già le scuole professionali di cinque anni concedono l’accesso all’Università e non si vede come un cambio di nome possa invertire la tendenza. La questione più importante è che l’elvetico, come quello germanico, è un sistema professionale “duale”, ovvero Scuola più Lavoro rimunerato. In Lombardia esistono i corsi professionali regionali che non permettono l’accesso all’Università e che consentono di lavorare in azienda per una decina di ore settimanali. Ore però non pagate strutturalmente, ma lasciate alla discrezione dell’imprenditore. Una sistema che così strutturato non può reggere al confronto con quello d’oltre confine.
L’assessore Sertori ha ricordato tutta una serie di interventi regionali a favore della Montagna (sulla questione dei ristorni nel comparto idroelettrico, per esempio), ma essendo in campagna elettorale ha glissato sulla crisi sanitaria in Valle. Per quanto riguarda la viabilità in vista delle Olimpiadi, dopo un’uscita del ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini che certificava i ritardi sulle opere viarie per le Olimpiadi, tangenziali di Sondrio e Tirano nella nostra area, a Morbegno si è cercato di rappresentare invece una situazione ancora non totalmente definita. Insomma, si è detto che si farà di tutto per aprire la tangenziale tiranese giusto per le Olimpiadi del ’26.
Chi pensava che i nostri vicini stessero fermi a guardare si sbagliava. Noi abbiamo un problema di manodopera e loro non di meno. Il nuovo accordo sul frontalierato dal 2024 ed eventuali agevolazioni fiscali porteranno ad una riduzione di attrattività del lavoro su suolo elvetico. Qualcuno potrebbe pensare: bene ! Ma vista la situazione alle nostre latitudini non ne sarei cosi convinto.
Sappiamo che lo stato italiano è macchinoso e burocratico ma se poi decide di fare il passo nella direzione scelta l’attuazione è quasi immediata.
Un motivo in più per non dormire sugli allori cercando alternative e soluzioni, più facile a dirsi che a farsi…