Caro fratello, ti scrivo e ti racconto

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Per gentile concessione dell’autore Dalmazio Ambrosioni pubblichiamo il seguente articolo apparso sul giornale in rete L’Osservatore numero 05/2023, p. 4 -5.

Caro fratello, ti scrivo e ti racconto
Al Museo d’arte di Coira presentato il libro di Massimo Lardi sull’opera artistica del fratello Bernardo

4 febbraio 2023
di Dalmazio Ambrosioni

D’all’inizio, da quando è nata questa opportunità, mi sono chiesto cosa significa che Bernardo e Massimo Lardi siano accolti dal Kunstmuseum di Coira. E che a presentare i due fratelli gemelli, ossia il libro di Massimo su Bernardo, Vita e Arte, Leben und Werk, accanto al direttore del Museo grigionese Stephan Kunz, sia un ticinese di stagionata adozione come me. La prima ragione, una conferma, è che questo museo, propositivo e motivante come pochi, sa partire dalla realtà locale – i due sono poschiavini doc – per collegarsi ad una dimensione più ampia. La cultura nasce dal territorio dal quale assume le ragioni per aprirsi, collegarsi in modo consapevole e irrobustire così la propria identità. Bernardo Lardi (Poschiavo 1936 – Coira 2020), politico di vaglia (in sintesi: podestà di Poschiavo, Granconsigliere, Consigliere di Stato), professionista di prim’ordine con importante studio legale a Coira, presente in consessi cantonali e federali, attraverso la ricerca e l’opera del fratello è entrato nel Museo come artista: schizzi, disegni, dipinti, sculture con vari materiali, riproduzioni, grafica. Con una sintesi minima delle centinaia di opere, che con ritmi alterni hanno attraversato gli alti e bassi della vita: la morte del padre quando i due erano giovincelli, la tenacia tra sostegno alla famiglia e studi, gli assalti impietosi della politica e di certi media… Nella rappresentazione scritta e visiva del libro di Massimo si confermano un corpus artistico notevole per dimensioni, generi, qualità e continuità. Il contraltare privato di un’esistenza

pubblica, prospettiva culturale-artistica ed elemento propulsore di un’attività pubblica spesa a favore di una comunità e di un’identità.

Nel corso della serata, a partire dalla puntuale analisi artistica di Stephan Kunz, si è andato configurando con precisione il concetto di Svizzera Italiana. Della Svizzera di lingua e cultura italiana in cui i due fratelli hanno svolto, ognuno a modo suo, un ruolo distintivo. Bernardo attraverso l’arte, Massimo con la scrittura. L’uno con l’arte ha raccontato e interpretato la propria vita, trovando il senso di circostanze a prima vista indipendenti l’una dall’altra. L’altro con la scrittura, soprattutto con il romanzo storico di cui è uno dei grandi interpreti di lingua italiana del nostro tempo, ha indagato attraverso la storia e tante storie, anche all’apparenza minime, le ragioni misteriose per cui nel miracolo di Poschiavo, per secoli microcosmo di libertà strenuamente, intelligentemente protetto dalle circostanti dittature, sono possibili traiettorie come quella di Bernardo, che trova nella cultura le ragioni di una vita degna. Nel solco della storia, delle tipografie, della stampa libera, dalla convivenza tra confessioni diverse, d’uno spirito di squadra che ha prevalso sulle tante spinte disgregatrici.

Si è detto a Coira, nell’incontro introdotto e moderato da par suo da Livio Zanolari, che l’arte di Bernardo nasce dalla civiltà rustica. Dalle cose fatte bene, con cura e intelligenza. Dallo stupore di fronte alle pale d’altare delle chiese. Dal culto per la cultura artistica, dal Romanico alla miniatura e al Rinascimento, dall’arte bizantina, pitture e mosaici, al Barocco. Da questa prospettiva d’arte ha indagato e interpretato le esperienze e i valori della vita. La politica, la giustizia, la libertà. Il confronto e il rispetto. La ragione come argine al sopruso, alla polemica di parte, alla prevaricazione. L’economia e la finanza a confronto con la socialità. Temi grandi, universali, accanto a fatti locali ma rappresentativi e formativi come la natura, il paesaggio, la tradizione, le buone regole, la creatività popolare, compresa l’esperienza anche personale del contrabbando, rapporto solidale tra genti affini attraverso le frontiere. Non facendo mancare quel tanto di (auto)ironia e sarcasmo così utili nel vivere e convivere. Il tutto con una raffinata impaginazione delle opere pittoriche, dove i diversi comparti s’intrecciano attraverso una logica che da narrativa diventa etica nel rapporto indissolubile tra realtà e simbologie. Tra fatti, descrizioni e interpretazioni lungo la narrazione insita nella struttura consequenziale delle opere, tra segno e colore decisi, consapevoli. Indicativo anche simbolicamente il ricorso al cerchio e all’ellisse, alla tavola rotonda come possibilità di incontro-confronto, discussione e condivisione.

Il volume riunisce oltre un centinaio di opere di Bernardo, compresi gli “altarini” scolpiti e dipinti tra fatti, memorie, nostalgie. Il tutto raccontato da Massimo con la sua scrittura fluida, chiara, dolce, colorata, fortemente esplicativa. Così a racconto artistico si affianca racconto letterario. E par di vedere, i due gemelli, procedere insieme come prima ed anche, affiancati, fare l’ingresso nel Museo d’arte Grigioni di Coira.