L’ingegner Bagnaba a Poschiavo per testare un nuovo tipo di pompa a impatto

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Sul finire del mese di agosto 2022, sulla parete rocciosa sovrastante l’ospedale San Sisto, gli osservatori più attenti potranno aver notato un’installazione composta da barili, tubi e pompe. Si trattava del progetto di una pompa da pozzo dell’ingegnere Bagnaba di Ouagadougou nel Burkina Faso, che verrà prossimamente testato sul campo, in Ghana, e poi reso disponibile per tutti i villaggi africani che ne faranno richiesta. Hubert Bagnaba è stato gradito ospite a casa di Carlo Vassella, che lo conobbe durante il suo periodo di volontariato a Ouagadougou e gli ha in seguito offerto la possibilità di testare il suo progetto in Valposchiavo.

Il Bernina, a posteriori, ha raggiunto l’ingegnere Hubert Bagnaba per una serie di domande sull’installazione e sulla sua esperienza in Valposchiavo.

Hubert, le va di presentarsi ai nostri lettori parlando un po’ di lei e del suo Paese?
Certo, mi chiamo Hubert Bagnaba, ho 34 anni, e sono un uomo celibe di nazionalità burkinabé (del Burkina Faso). Sono un ingegnere industriale e ho studiato e conseguito la laurea in ingegneria elettrica e manutenzione industriale. Vengo, come anticipavo, dallo stato africano del Burkina Faso (che significa “il Paese degli uomini onesti”), esso si trova nell’Africa occidentale, la sua lingua ufficiale è il francese ed ha una popolazione di oltre 20 milioni di abitanti. Il Burkina Faso è un posto magnifico dove vivere, la sua capitale è Ouagadougou, il clima è caldo, con una temperatura media annuale di 29°C; vi sono anche molti siti turistici. Consiglio a tutti di visitarlo.

Cosa l’ha spinta a dedicarsi proprio a questo tipo di progetto sulle pompe da pozzo?
Ciò che mi ha portato ad interessarmi alle pompe a pozzo è la sensazione che si prova una volta terminato questo tipo di installazioni, la gioia che si legge sui volti degli abitanti dei villaggi una volta che si è appena installato un sistema che permetterà loro di avere un facile accesso all’acqua potabile, per irrigare le coltivazioni e ridurre al minimo i loro lavori per il pompaggio dell’acqua. È molto bello sentirsi utili.

Può spiegarci, senza entrare troppo nei dettagli tecnici, come funziona il suo progetto e come sarà utilizzato nei villaggi africani?
Questo progetto consiste nel testare un nuovo tipo di pompa a immersione (pompa a impatto); quella ad immersione è una pompa senza motore elettrico, funziona in tandem con una pompa di superficie e risolve definitivamente il problema legato alle pompe di superficie che non sono adatte ad un’aspirazione superiore a sette metri. Questa nuova pompa a immersione consentirà agli utenti di ottenere di più dalle loro pompe di superficie, poiché saranno in grado di prelevare acqua da profondità maggiori.

Questo test a Poschiavo le è stato utile?
Il test di Poschiavo è stato molto utile, ci ha permesso di raccogliere dati importanti che in seguito ci hanno permesso di avere un’idea delle prestazioni della pompa a immersione abbinata alla pompa solare (pompa di superficie sviluppata in Svizzera).

Ha conosciuto Carlo in Burkina Faso, ma come avete fatto amicizia e come siete arrivati all’idea di un test in Svizzera?
Ho conosciuto Carlo a Ouagadougou, la capitale del mio Paese, lui era lì per presentare la pompa solare di superficie sviluppata in Svizzera, per installarla e anche per insegnare come mantenerla. Dopo questa formazione, abbiamo installato la pompa insieme in più di cinque villaggi. Dopo questo incontro, ci siamo tenuti in contatto e mi ha sempre fornito il suo supporto per tutte le questioni riguardanti la pompa. Un bel giorno ho ricevuto un suo messaggio che mi offriva di venire in Svizzera per partecipare al test di questa nuova pompa. Confesso che sono stato molto lieto di questo messaggio e non mi sono lasciato scappare questa opportunità. Colgo l’occasione per ringraziarlo per la fiducia e la grande opportunità che mi ha dato.

Infine, dopo questa sua permanenza a Poschiavo, che idea si è fatto della Valposchiavo?
Poschiavo è una città molto bella, con un paesaggio stupendo, le persone qui sono molto amichevoli e ho trascorso un soggiorno indimenticabile nonostante io non parli e non capisca la lingua locale. Spero un giorno di poter tornare.

Per completezza di informazione Il Bernina, dopo aver intervistato l’ingegner Bagnaba, ha chiesto qualche informazione anche a Carlo Vassella sulla pompa solare sviluppata in Svizzera. 

Carlo, all’ingegner Bagnaba ho chiesto di non entrare troppo nel dettaglio sulla pompa a impatto testata, anche per via delle barriere linguistiche su un argomento così tecnico. A te chiederei il contrario, ovvero di spiegarci meglio il funzionamento nel dettaglio.
La pompa a impatto (o ad ariete idraulico) che abbiamo testato, fondamentalmente non è una nuova invenzione, tant’è che dalle informazioni che ho ricevuto durante la fase di test, ci sono dei maggesi che già sfruttano questo tipo di pompa per superare il dislivello necessario ad avere l’acqua potabile in casa, nel caso la fonte si trovi ad una quota più bassa rispetto al punto di sfruttamento. Di regola, per far funzionare questo tipo di pompa serve una condotta d’acqua prelevata ad esempio da un ruscello in grado di fornire sufficiente pressione per il funzionamento meccanismo della pompa secondo il principio di ariete idraulico. In parole povere, questo principio si basa sull’importante aumento di pressione che si sviluppa in una massa d’acqua che scorre all’interno di un tubo quando questo flusso viene interrotto in modo repentino. La pompa in questione, attraverso una serie di valvole e di vasi di espansione, è in grado di sfruttare questo improvviso aumento di pressione per pompare una determinata quantità d’acqua verso l’alto. Quanto descritto accade a ripetizione con una frequenza di circa un colpo al secondo e quindi è in grado di pompare ca. 1000 l/h ad un’altezza di 25 metri.

La parte interessante di tutto ciò è che nel sistema che abbiamo testato abbiamo semplicemente sostituito il ruscello con una pompa di superficie ad energia solare sviluppata in Svizzera e un comune serbatoio, creando una specie di circuito chiuso per fornire la pressione necessaria alla pompa a impatto in modo da farla funzionare. A questo punto uno si chiederà giustamente perché abbia senso usare la pompa a impatto in paesi come l’Africa… ci sono alcuni punti interessanti nell’impiego di queste pompe: esse sono economiche e avendo pochissime parti mobili sono poco inclini all’usura, inoltre sono in grado di pompare acqua da profondità fino a 25 m senza avere parti elettriche immerse nell’acqua come le pompe a immersione. Con questa serie di test nei prossimi anni vogliamo raccogliere dati a sufficienza per essere in grado di valutare se questa combinazione di tecnologie riesce a superare i prodotti utilizzati fino ad ora in termini di affidabilità e redditività.

Ci dici anche qualcosa in più su questa pompa solare sviluppata in Svizzera?
La pompa di superficie ad energia solare di Ennos (www.ennos.ch), lo Spin-Off della Scuola Universitaria Superiore di Biel che si occupa dello sviluppo e della produzione di questo tipo di pompe, è un tipo di pompa sviluppata per offrire una valida alternativa alle pompe di superficie a benzina in uso in tutti i paesi in via di sviluppo. Questa pompa è utilizzabile con tutti i tipi di pannelli solari e si autoregola, spegnendosi quando le condizioni lo determinano e si riaccende in modo autonomo quando c’è richiesta.
Questo progetto è stato realizzato da SOPAS (Solar Pump Association Switzerland) con il sostegno di REPIC, la piattaforma federale per lo sviluppo di progetti sostenibili in paesi in via di sviluppo. https://www.repic.ch/en/sopas-ghana/

Infine hai qualche ringraziamento particolare?
Colgo l’occasione per ringraziare di cuore tutta la gente e le aziende che ci hanno aiutato nella realizzazione di questa fase di progetto:

  • Andrea Cortesi, Poschiavo
  • Gabi e Ammar Saidani, Poschiavo
  • Semadeni Impiantistica SA, Poschiavo
  • Marchesi Tetto e Acqua Sagl, Poschiavo
  • Caotec SA, Brusio
  • Apimiel SA, Brusio
Ivan Falcinella
Membro della redazione