Frana di Bondo, il Tribunale cantonale rifiuta perito

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Immagine della prima frana a Bondo © 2017 Kanton Graubünden

Per approfondire le indagini inerenti alla frana di Bondo (GR), che nel 2017 aveva causato la morte di otto persone, il Tribunale cantonale ha ricusato il perito proposto dal pubblico ministero, ritenendo che il geologo possa essere di parte. Il pubblico ministero dovrà dunque ora cercare un nuovo esperto.

Stando alla decisione pubblicata sul sito ufficiale del tribunale, il caso è dunque riaperto, cinque anni dopo la catastrofe che aveva colpito il villaggio grigionese. Ne ha informato per prima l’emittente radiofonica svizzera tedesca SRF.

Nel 2020, il Tribunale federale (TF) era intervenuto richiamando il Tribunale cantonale, il quale aveva deciso di archiviare l’inchiesta penale. Il pubblico ministero retico aveva poi ripreso in mano il caso.

Il Tribunale cantonale dei Grigioni era giunto alla conclusione, al pari del pubblico ministero, che l’enorme frana staccatasi dal Pizzo Cengalo nell’agosto del 2017 non poteva essere prevista. Il TF aveva poi accolto la richiesta dei parenti delle vittime e deciso che l’indagine penale andasse riaperta.

Il pubblico ministero aveva deciso di archiviare il caso in base a un rapporto dell’Ufficio per le foreste e i pericoli naturali dei Grigioni, ma avrebbe dovuto rispettare i requisiti per l’ottenimento di una perizia e in particolare considerare le norme sulla ricusazione, aveva indicato il TF.

Catastrofe storica

Il 23 agosto 2017 tre milioni di metri cubi di roccia si sono staccati dal Pizzo Cengalo, per quella che è stata una delle più grandi frane avvenute in Svizzera negli ultimi 130 anni. Il villaggio di Bondo, che contava circa 200 abitanti, era sfuggito per poco alla completa distruzione.

Dal versante nord della montagna di 3’396 metri al confine con l’Italia, vicina al più noto Pizzo Badile, si sono staccate rocce che hanno dato origine ad una colata detritica nella sottostante Val Bondasca, arrivata vicino a Bondo. Otto escursionisti provenienti da Germania, Austria e Svizzera sono stati investiti e uccisi.

In precedenza, i sismografi avevano misurato movimenti attorno al pizzo, sollevando così la questione sul mancato intervento delle autorità, che avrebbero potuto chiudere l’area.