Ucraini in Valposchiavo: la situazione a un anno dallo scoppio della guerra

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Bombardamento russo alle antenne di telecomunicazioni di Kiev (Di Mvs.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=116835972)

Era il 24 febbraio del 2022 quando le Forze armate della Federazione Russa hanno invaso il territorio ucraino. Da lì in poi, come sappiamo, è iniziato il calvario per moltissime famiglie, alcune delle quali hanno trovato rifugio in Valposchiavo. Al momento, sono 77 i rifugiati che vivono tra Brusio (19) e Poschiavo (58). Proprio oggi, alle ore 15, si troveranno in piazza per ricordare questo triste anniversario.

Come si è evoluta la situazione in questi mesi e in queste settimane? “Sei persone – racconta Franco Albertini del Servizio sociale regionale Bernina – sono arrivate negli ultimi giorni e attendono ancora il permesso S, che conferisce diversi diritti: fra questi l’accesso all’aiuto dell’ente pubblico e la possibilità di abitare in Svizzera”.

Per quello che riguarda l’aspetto abitativo, molte persone sono state attratte dal borgo di Poschiavo, e hanno cercato lì degli appartamenti in affitto (55). Tra gli ucraini rifugiati, 20 sono minorenni e di questi 11 sono in età scolastica; 11 persone hanno invece superato i sessant’anni. 5 rifugiati hanno trovato un lavoro (idraulico, aiuto cuoco, fotografa, maestra di yoga e sarta), mentre i restanti lo stanno ancora cercando.

“Parlando con alcuni ucraini che sono arrivati circa a metà marzo del 2022 – racconta il Cancelliere di Poschiavo Nicola Passini – è emerso che si trovano bene in Valle e con il miglioramento delle nozioni linguistiche si sentono anche bene integrati”.
Concorde con quest’idea anche Franco Albertini: “Le persone si sono ben integrate nel tessuto sociale della Valposchiavo. Frequentano i corsi di italiano e alcuni dei più giovani, che hanno terminato l’obbligo scolastico, partecipano a dei corsi di tedesco. In linea di principio, le persone con statuto di protezione S, hanno il diritto di lavorare e qualcuno ha già trovato un impiego”.

Da questo punto di vista, il 16 febbraio 2023, l’Ufficio cantonale per l’integrazione ha predisposto una figura professionale specifica che funge da sostegno nella ricerca di un posto di lavoro: “In questo modo – spiega Albertini – s’intende promuovere la loro integrazione professionale”.

Le persone con permesso S hanno un contatto regolare con il Servizio sociale regionale Bernina, che è responsabile per l’erogazione dell’aiuto finanziario, per la gestione delle spese di carattere sanitario e della salute, per il finanziamento delle spese di alloggio e per la consulenza personale.

“La collaborazione con il nostro servizio – conclude il responsabile del Servizio sociale regionale Bernina – è buona e costruttiva. L’aiuto che elargiamo si basa su regole definite a livello federale e cantonale. L’aiuto garantisce il minimo esistenziale, la copertura sanitaria e le spese d’alloggio. I volontari sono molto attivi e il loro appoggio favorisce l’integrazione e il benessere dei rifugiati”.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione