![Bombordamento russo in Ucraina](https://ilbernina.ch/wp-content/uploads/2023/02/Russian_bombardment_of_telecommunications_antennas_in_Kiev_3to4-696x522.jpg)
Era il 24 febbraio del 2022 quando le Forze armate della Federazione Russa hanno invaso il territorio ucraino. Da lì in poi, come sappiamo, è iniziato il calvario per moltissime famiglie, alcune delle quali hanno trovato rifugio in Valposchiavo. Al momento, sono 77 i rifugiati che vivono tra Brusio (19) e Poschiavo (58). Proprio oggi, alle ore 15, si troveranno in piazza per ricordare questo triste anniversario.
Come si è evoluta la situazione in questi mesi e in queste settimane? “Sei persone – racconta Franco Albertini del Servizio sociale regionale Bernina – sono arrivate negli ultimi giorni e attendono ancora il permesso S, che conferisce diversi diritti: fra questi l’accesso all’aiuto dell’ente pubblico e la possibilità di abitare in Svizzera”.
Per quello che riguarda l’aspetto abitativo, molte persone sono state attratte dal borgo di Poschiavo, e hanno cercato lì degli appartamenti in affitto (55). Tra gli ucraini rifugiati, 20 sono minorenni e di questi 11 sono in età scolastica; 11 persone hanno invece superato i sessant’anni. 5 rifugiati hanno trovato un lavoro (idraulico, aiuto cuoco, fotografa, maestra di yoga e sarta), mentre i restanti lo stanno ancora cercando.
“Parlando con alcuni ucraini che sono arrivati circa a metà marzo del 2022 – racconta il Cancelliere di Poschiavo Nicola Passini – è emerso che si trovano bene in Valle e con il miglioramento delle nozioni linguistiche si sentono anche bene integrati”.
Concorde con quest’idea anche Franco Albertini: “Le persone si sono ben integrate nel tessuto sociale della Valposchiavo. Frequentano i corsi di italiano e alcuni dei più giovani, che hanno terminato l’obbligo scolastico, partecipano a dei corsi di tedesco. In linea di principio, le persone con statuto di protezione S, hanno il diritto di lavorare e qualcuno ha già trovato un impiego”.
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Da questo punto di vista, il 16 febbraio 2023, l’Ufficio cantonale per l’integrazione ha predisposto una figura professionale specifica che funge da sostegno nella ricerca di un posto di lavoro: “In questo modo – spiega Albertini – s’intende promuovere la loro integrazione professionale”.
Le persone con permesso S hanno un contatto regolare con il Servizio sociale regionale Bernina, che è responsabile per l’erogazione dell’aiuto finanziario, per la gestione delle spese di carattere sanitario e della salute, per il finanziamento delle spese di alloggio e per la consulenza personale.
“La collaborazione con il nostro servizio – conclude il responsabile del Servizio sociale regionale Bernina – è buona e costruttiva. L’aiuto che elargiamo si basa su regole definite a livello federale e cantonale. L’aiuto garantisce il minimo esistenziale, la copertura sanitaria e le spese d’alloggio. I volontari sono molto attivi e il loro appoggio favorisce l’integrazione e il benessere dei rifugiati”.