Se ti inginocchierai davanti a me – la tentazione politica

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Luca 4,1-8
Sermone del 12 marzo 2023

“Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dalla regione del Giordano. Poi, sempre sotto l’azione dello Spirito, andò nel deserto e rimase là quaranta giorni, mentre Satana lo assaliva con le sue tentazioni. Per tutti quei giorni non mangiò nulla e così alla fine ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: ‘Se tu sei il Figlio di Dio comanda a questa pietra di diventare pane’. Ma Gesù gli rispose: ‘No, perché nella Bibbia è scritto: Non di solo pane vive l’uomo’.

Il diavolo allora condusse Gesù sopra un monte e in un solo istante gli fece vedere i regni della terra. Gli disse: ‘Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Ebbene, se ti inginocchierai davanti a me io te la darò’. Gesù rispose di nuovo: ‘No, perché nella Bibbia è scritto: Adora il Signore, che è il tuo Dio: a lui solo rivolgi la tua preghiera!’”. (Luca 4,1-8)

Chi è il diavolo, chi si nasconde dietro la figura del tentatore? Sicuramente non l’essere puzzolente, dall’alito di zolfo, con le corna e la coda che popola molti romanzi e film dell’orrore. Può essere utile ricordare che in greco il diavolo si chiama “diabolos”, cioè il divisore, lo spirito della divisione; mentre in ebraico “satan” corrisponde ad “accusatore”. Ovunque c’è uno spirito accusatore, lì c’è “satan”. “Satan” non è altro che la sintesi e la somma di tutte le accuse scagliate dagli uomini contro altri uomini; e “diabolos” è presente là dove, in parole e azioni, la divisione, l’ostilità, l’inimicizia prevalgono nei rapporti tra gli esseri umani.

Il diavolo dunque, dopo avere portato Gesù sulla cima di un monte e avergli fatto vedere i regni della terra, gli dice: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Ebbene, se ti inginocchierai davanti a me io te la darò”. Si tratta di una tentazione di tipo, diciamo, “politico”.

Occorre però precisare in che cosa consiste questa seconda tentazione, quale sia l’oggetto della tentazione. Se si trattasse del divenire signore del mondo, bisognerebbe concludere che Gesù ha ceduto alla tentazione dell’avversario. Basti pensare alle ultime parole di Gesù riferite nell’evangelo secondo Matteo: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra”. Potere è lo stesso termine usato dal tentatore.

Se Gesù ottiene il potere sul mondo, pur avendo resistito alla tentazione, pur rifiutando la proposta fattagli dall’avversario, allora la tentazione non si riferisce a questo. I regni del mondo gli appartengono in ogni caso, non possono costituire una tentazione. Gesù è il Signore del mondo e quindi lo diventerà, in un modo o nell’altro. Appunto, in un modo o nell’altro. La domanda che accompagna l’episodio della seconda tentazione non è se Gesù diventerà signore del mondo, ma precisamente in che modo Gesù diventerà signore del mondo. La tentazione si riferisce al modo in cui Gesù diventerà signore del mondo. Il tentatore suggerisce un modo: se tu ti inginocchi davanti a me, se consenti a diventare il signore che io concepisco. Gesù però rifiuta.

Che cosa dobbiamo pensare di questo rifiuto di Gesù? Che egli resista a ogni impegno politico, a ogni potere in questo tempo e in questa società, che disprezzi la realtà del mondo attuale e confini la sua sovranità nell’aldilà? Scambiare la resistenza di Gesù alla seconda tentazione per un rifiuto di rivendicare i regni di questo mondo e di esercitarvi il potere sarebbe un fraintendimento. Sarebbe addirittura una rivincita del tentatore, il quale, non essendo riuscito a dare il proprio potere a Gesù, avrebbe così ottenuto di sottrargli ogni potere. Pensiamo alle numerose promesse relative al possesso della terra contenute nella Bibbia ebraica, quella che i cristiani chiamano l’Antico Testamento.

Un Gesù che si disinteressa alla terra sarebbe in completa contraddizione con tutti i profeti di Israele. Di un simile Gesù dovremmo veramente chiedere: ma è lui che doveva venire o ne dobbiamo aspettare un altro? No, la tentazione è legata al modo in cui Gesù avrà potere sul mondo. E qui egli opera una scelta ben precisa. Dice no a un certo modo di arrivare al potere. Le chiese cristiane, tutte le chiese cristiane, non hanno saputo né voluto, a questo riguardo, fino a oggi, mantenere una linea altrettanto netta e radicale: le crociate, i roghi, l’inquisizione, le scomuniche, i divieti, il Cristo reso obbligatorio contro la libertà delle coscienze, stanno lì a dimostrarlo.

L’unico potere rivendicato ed esercitato da Gesù è quello dell’amore, la sua unica autorità è quella del servizio, la sua unica grandezza consiste nell’abbassamento. Che Gesù abbia scelto questo potere “debole”, si mostra nella croce, nell’abbandono della croce e della morte del Golgota. Un potere estremamente debole, agli occhi del mondo, addirittura un non-potere. Ecco perché il mondo è sempre tentato di tentare Gesù, di dirgli: se ti inginocchi davanti a me ti fornirò i mezzi per avere il potere. E anche le chiese e i cristiani, nelle grandi e nelle piccole decisioni della loro esistenza, sono tentati di tentare Gesù: dai retta a me, se vuoi essere credibile, se vuoi farti valere, accetta i mezzi che ti metto a disposizione. Un potere singolare, quello di Gesù, che rispetta la libertà di ciascuno di accettarlo o meno, di accoglierlo o di non accoglierlo. Una scelta che ci costringe a riflettere a fondo sul potere e sui poteri con i quali abbiamo a che fare tutti i giorni. Alla luce di quel no pronunciato da Gesù, che è un grande sì a favore della nostra libertà.

Pastore Paolo Tognina