Curiosità e condivisione: la Svizzera che innova

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Curiosità e condivisione, volontà di affrontare le difficoltà e capire quando fermarsi a riflettere, prendendosi il tempo necessario: concetti che mi hanno colpito mentre ascoltavo l’Allocuzione di Capodanno del Presidente della Confederazione, Alain Berset, concetti che, almeno ai miei occhi, rappresentano alcune della caratteristiche tipiche della Svizzera. 

Le Allocuzioni di Capodanno così come quelle del 1° agosto sono sempre un’occasione stimolante per cogliere nella sintesi dei messaggi l’essenza del Paese che cambia, i concetti chiave che animano la democrazia più matura del continente europeo.
Quest’anno, poi, l’Allocuzione è stata pronunciata in un luogo che mi è davvero molto caro, il Museo Nazionale Svizzero di Zurigo, con un richiamo ai “musei gemelli” di Prangis e Svitto, quest’ultimo visitato qualche anno fa, luoghi in cui si tocca (talvolta anche nel senso letterale del termine) la storia della Confederazione e l’evoluzione del Paese, si entra nell’evoluzione scientifica e tecnologica, scoprendo come territori in apparenza ostili come le montagne e le strette valli possano diventare culla di innovazioni e invenzioni di cui beneficia la Svizzera e il mondo intero
Una lettura delle periodiche classifiche internazionali che descrivono le prestazione dei Paesi restituisce una fotografia confortante della Confederazione, nonostante la turbolenza dei tempi. La “capacità di unirsi”, di risolvere insieme i problemi, funziona da secoli, assicurando crescita e gestione prudente del cambiamento. Qualità che si riflettono nella capacità di innovazione della Svizzera, tuttora tra le migliori al mondo.

Qualche mese fa WIPO ha pubblicato il Global Innovation Index (GII) 2022 (fonte: World Intellectual Property Organization (WIPO) – Global Innovation Index 2022: What is the future of innovation-driven growth? Geneva), giunto alla quindicesima edizione, rapporto che misura la prestazione di 132 paesi nel mondo. La Svizzera, per il dodicesimo anno consecutivo, è prima, seguita quest’anno da Stati Uniti, Svezia, Regno Unito, Olanda, Corea del Sud, Singapore, Germania, Finlandia e Danimarca.  Il rapporto esplora la traiettoria degli indicatori chiave dell’innovazione, tra cui il tasso di progresso tecnologico, l’adozione della tecnologia e l’impatto socioeconomico dell’innovazione; più che una guida di riferimento, il GII è concepito per diventare uno strumento utile per la costruzione e lo sviluppo di politiche per l’innovazione, lavoro di condivisione con i paesi analizzati che a loro volta creano o applicano indici simili a livello nazionale. In tutto il mondo gli investimenti in innovazione sono cresciuti, pur registrando una lieve flessione nel 2021 rispetto al 2019; è cresciuta la pubblicazione degli articoli scientifici che nel 2021 per la prima volta ha superato la soglia dei 2 milioni.
I budget pubblici dedicati alla ricerca e sviluppo sono cresciuti nel 2021 in Corea e Germania, si sono ridotti negli Usa e in Giappone; sono invece cresciuti ovunque oltre i livelli del 2019 nel settore privato, superando i 900 miliardi di dollari, trainati dal settore Ict (hardware e software), farmaceutico e biotecnologico, metallurgico (sia per infrastrutture che industria). Sono aumentati del 15% i depositi di brevetti e marchi, buon indicatore della vitalità imprenditoriale. La crescita più marcata (46%) si è registrata nel capitale di rischio. Nonostante questi risultati, su scala globale la tendenza degli indicatori di progresso tecnologico, adozione tecnologica e impatto socioeconomico dell’innovazione mostrano segni di debolezza rispetto agli anni pre pandemici. 

L’ottimismo è riposto nelle innovazioni digitali, dall’automazione all’intelligenza artificiale e al supercalcolo e nell’innovazione generata da nuove scoperte nelle biotecnologie, nanotecnologie, nuovi materaili. La Svizzera, come emerge dal GII 2022, è prima al mondo per risultati frutto della tecnologia e della conoscenza, con il miglior rapporto brevetti/ Pil pro capite; ed è prima per capacità creativa, con invidiabili prestazioni nell’ambito dei servizi creativi e degli asset intangibili, legati alla cultura, alla conoscenza,alla creatività.
A dare stabilità e consistenza a questi risultati ci sono le politiche per il business e l’efficacia delle azioni di governo, a cui si aggiungono ottime valutazioni delle università ed eccellenza delle infrastrutture tradizionali e digitali. Un quadro senza dubbio confortante, la cui sola lettura genera ottimismo e ci fa capire quanto il Paese sappia adattarsi e cambiare, con slancio e prudenza al tempo stesso, solidale e curioso per affrontare il nuovo che verrà.