Due giorni intensi per il presidente del governo grigionese Peter Peyer che, all’inizio di un viaggio che lo porta a conoscere più da vicino le regioni grigionesi, giovedì e venerdì si trova ospite della Valposchiavo. Accompagnato dalle principali autorità politiche locali (granconsiglieri, podestà e presidente comunale di Brusio), Peyer ha incontrato la popolazione, a Poschiavo, in Casa Torre, per discutere delle principali tematiche che ci riguardano. L’incontro è stato moderato da Daniele Papacella.
Il presidente del governo grigionese ha innanzitutto sottolineato l’importanza di questa visita, utile per far conoscere i temi importanti della regione: criticità, ma anche, come sottolineato dal podestà Giovanni Jochum, punti di forza.
Viabilità
Il granconsigliere Pietro Della Cà ha parlato della sicurezza della strada di Viano che, secondo il brusiese, “non rispetta le regole federali in tema di sicurezza”. Della Cà ha parlato della prima proposta, bocciata per soli 10 voti, portata in Gran Consiglio. Grazie a quell’esperienza e ai consigli ricevuti dai colleghi, ha fatto sapere, avrà la fortuna, anche per via della rielezione, di poter presentare un nuovo progetto.
Peyer non si è espresso sulla fattibilità della proposta, ribadendo piuttosto l’importanza di poter conoscere da vicino la tematica.
Su questo punto ha detto la sua il presidente comunale di Brusio Arturo Plozza, che ha ribadito la necessità di condividere l’eventuale soluzione con la popolazione.
Assente alla tavola rotonda, la granconsigliera Gabriela Menghini Inauen ha comunque fatto pervenire alcune domande per il presidente del governo. La prima è stata: che vantaggio hanno le zone a 30 km/h? La tematica, è stato precisato, si presenta per due motivi: sicurezza e impatto fonico. Rispetto al secondo aspetto, il cantone ha imposto la discussione nei comuni. Il Consiglio comunale di Brusio, ha fatto sapere Arturo Plozza, non è favorevole, in quanto allungherebbe di molto le trasferte oltre Bernina.
Peter Peyer ha strappato un sorriso ai presenti, affermando che, girando per le strade in questi giorni, la norma dei 30 km/h è già in via di applicazione. Il presidente del governo ha dichiarato che il problema sono le strade attuali, realizzate quando c’era meno traffico, e che, per risolvere la situazione, bisognerebbe pensare ad un cambiamento radicale delle infrastrutture.
Frontalieri
L’altra domanda della granconsigliera Gabriela Menghini Inauen ha riguardato il tema dei frontalieri e del traffico generato con il loro passaggio sulle strade. Come si risolve la situazione?
Peter Peyer ha risposto con un’altra domanda: cosa facciamo senza i frontalieri? Il presidente del governo (così come gli altri rappresentanti politici) ha ribadito l’importanza dei lavoratori italiani in diversi settori della società, sostenendo che si tratta di una situazione con la quale dover convivere, soppesando contemporaneamente pregi e difetti. Per il presidente comunale di Brusio, i frontalieri sono un’opportunità e una fortuna. Il granconsigliere Pietro Della Cà ha chiuso con una battuta che ben riassume la tematica: “In generale il lavoro nobilita, oggi invece il lavoro mobilita, ma su strade vecchie che andrebbero modernizzate”.
Olimpiadi
Nel 2026, la Valtellina ospiterà le Olimpiadi invernali. L’Italia ha dichiarato di voler chiedere alla Svizzera di poter aprire il Passo della Forcola anche durante la stagione invernale, per così agevolare e migliorare il transito verso Livigno, uno dei paesi che ospiterà diverse competizioni.
Il presidente del governo grigionese è stato chiaro: “Non è possibile aprire la strada d’inverno per via della pericolosità del territorio, quindi risponderemo di no”.
Spopolamento
Dal pubblico sono arrivate alcune domande dirette a Peter Peyer. Per quanto riguarda il calo demografico, ha fatto sapere, non esistono soluzioni concrete da attuare, così come per contenere lo spopolamento delle valli periferiche: garantire i servizi base e promuovere il telelavoro potrebbero essere delle buone pratiche, che però non garantiscono di per sé la risoluzione del problema.
Collegato a questo tema, si è anche parlato del difficile futuro delle Scuole Professionali, che si devono confrontare con il calo demografico e, quindi, con una costante diminuzione degli iscritti (compensati in parte con gli studenti provenienti dalla vicina Valtellina). Anche qui, soluzioni concrete, al momento, non esistono.
Sanità
Un’altra domanda del pubblico ha riguardato il tema sanitario e il timore della chiusura degli ospedali situati nelle periferie: riconoscendo gli sforzi positivi del Cantone, per quanto tempo si riuscirà a mantenere il nostro Centro Sanitario e i servizi ad esso collegati?
Il presidente del governo grigionese, strappando un altro sorriso ai presenti, ha detto: “Io potrò restare in carica ancora fino a sette anni, per cui garantisco che fin quando ci sarò io al governo il Centro Sanitario Valposchiavo rimarrà aperto”.
Battute a parte, Peter Peyer ha dichiarato che il suo pensiero è che gli investimenti, nella sanità, debbano aumentare. Una grande sfida, ha poi aggiunto, sarà, invece, mantenere il personale.
Giusto, grazie alla ditta Schlub e a tutti i contribuenti fiscali che pagano per preparare il tappeto d’atterraggio ai prossimi massi che scenderanno. Queste sì che sono soluzioni innovative. È da quando esiste questa strada che si rattoppano le buche. Per fortuna e grazie a Dio non c’è ancora scappato il morto! Evviva la tecnica e la Santa Provvidenza.
Il Signor Dellaca presenterà un nuovo progetto per la strada di Viano ?
Serve una soluzione, fatti concreti !
Non altre, nuove proposte campate per aria.
Grazie nel frattempo alla ditta Schlub, che sta sistemando il fondo stradale della via che per vecchia che sia, è un gioiello della tecnica e comunque l‘unica strada che garantisce il collegamento con Viano.
Avrei voluto porre una domanda al signor Payer, ma non mi è stato possibile partecipare. Magari se ne è parlato. Cosa sta facendo il governo e cosa possono fare i cittadini per evitare la possibile chiusura delle cure intense pediatriche dell’ospedale cantonale?
Ricordo che nel reparto di cure intense pediatriche vengono curati 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno per esempio bambini nati prematuri (che vi rimangono anche per mesi consecutivi), bambini che hanno subito incidenti (caduti dall’albero, schiantati con lo slittino), bambini nati a termine che necessitano sorveglianza e o sostegno, nonché bambini malati per vari motivi (dalla menengite alla crisi diabetica).
Nei reparti di cure intense si salvano vite e si evitano danni irriparabili al capitale più grande della nostra società. I minuti che scorrono fino al momento della presa a carico di un bambino in cure intense valgono oro. La vicinanza dei genitori al bambino ricoverato e la vicinanza dei genitori al proprio ambiente (dove si trovano magari altri figli, gli affetti, il lavoro) sono anche fondamentali, soprattutto se la permanenza in ospedale dura mesi.
Sono madre (naturale) di tre gemelle nate premature estreme, che hanno trascorso oltre tre mesi consecutivi nelle cure intense pediatriche di Coira e a intervalli a San Gallo, e ho la massima riconoscenza per il personale che pratica in questi ambienti dove si decidono destini.