Attuazione del progetto dell’OCSE e del G20 sull’imposizione dei grandi gruppi di imprese
Le grandi imprese attive a livello internazionale dovrebbero essere tassate a livello mondiale con un’aliquota minima del 15%. Questo è stato deciso da oltre 130 Paesi nel mondo nell’ambito dell’OCSE. La riforma dell’OCSE prevede questa tassazione minima del 15% per le società internazionali con un fatturato superiore a 750 milioni di euro. In Svizzera, ciò significa ben 200 società nazionali e circa 2.000 filiali estere. (Circa il 99% delle aziende svizzere non è quindi direttamente interessato dalla riforma e sarà tassato come prima).
Questa nuova imposta genererà entrate aggiuntive per la Svizzera. Il gettito aggiuntivo raccolto nel rispettivo Cantone con una “sottotassazione” sarà suddiviso come segue: il 75% del gettito andrà al Cantone e il 25% alla Confederazione. Il gettito aggiuntivo viene preso in considerazione anche nel sistema di perequazione finanziaria, che garantisce una certa equità tra i Cantoni.
Una diversa tassazione delle grandi e delle piccole imprese è attualmente incostituzionale. Inoltre, la tassazione è di competenza dei Cantoni, per cui l’imposta minima rappresenta un’invasione della sovranità fiscale dei Cantoni. Pertanto, è necessaria una modifica della Costituzione. Le norme sulla tassazione minima attaccano un importante vantaggio economico della Svizzera. Tuttavia, se non attuiamo la riforma, altri Stati potranno richiedere il pagamento delle imposte alle aziende interessate. Ciò significherebbe rinunciare inutilmente a un gettito fiscale a vantaggio di altri Stati. Per questo motivo, è estremamente importante che la Svizzera attui la riforma e utilizzi le entrate fiscali aggiuntive per mantenere la sua attrattività come piazza economica.
Legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica
L’iniziativa popolare “Per un clima sano (Iniziativa dei Ghiacciai)” chiedeva di ridurre i gas serra a zero entro il 2050 attraverso misure dannose ed eccessive. Il Parlamento ha quindi elaborato una controproposta indiretta, la “Legge federale sulla protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica”, sulla quale gli iniziativisti hanno ritirato condizionatamente la loro iniziativa. Il controprogetto adotta gli obiettivi degli iniziativisti, ma fa a meno delle parti estreme dell’iniziativa basandosi su incentivi e non su divieti.
Il controprogetto prevede l’implementazione di un programma per la tecnologia e l’innovazione. Le aziende partecipanti ricevono fondi di sostegno per un totale di 1,2 miliardi di franchi. Questi investimenti rafforzano la Svizzera come sede di ricerca e innovazione. Un ulteriore programma speciale per la sostituzione degli impianti di riscaldamento metterà a disposizione 2 miliardi di franchi per il rinnovo degli impianti di riscaldamento a livello nazionale. Il rigido percorso di riduzione lineare previsto dall’iniziativa è stato omesso e sostituito da obiettivi intermedi raggiungibili attraverso incentivi e promozione dell’innovazione. La legge quadro corrisponde alla nostra idea liberale di politica ambientale. È una legge progressista, favorevole alla tecnologia e alle imprese.
Con questo controprogetto è stato trovato un buon compromesso. I problemi complessi del nostro tempo richiedono soluzioni pragmatiche. Possiamo quindi raggiungere i nostri obiettivi con una legge che prevede misure serie e concrete e che al tempo stesso si astiene da una politica di proibizione e da nuove tasse e imposte.
Il cambiamento climatico è una sfida importante: le conseguenze si fanno sentire già oggi. Ondate di calore e siccità in tutta Europa, recessione dei ghiacciai ed eventi meteorologici estremi che stanno causando danni sempre maggiori. La necessità di agire è quindi indiscutibile. La legge energetica del Cantone dei Grigioni opera già adesso in maniera simile a quanto proposto ora a livello federale.
Modifica del 16 dicembre 2022 della legge COVID-19
La legge COVID-19 è una legge temporanea. Tuttavia, alcune misure scadono nell’estate del 2023 e, senza la loro proroga, non esisterebbe più la base giuridica per l’azione del Consiglio federale in caso di recrudescenza della pandemia nei mesi invernali del 2023-2024. Si tratta di misure che incidono sulla capacità della Confederazione di procurarsi le forniture mediche essenziali. L’obiettivo è fornire la massima protezione alle persone a rischio e preparare il sistema sanitario a una pandemia.
Il certificato COVID-19, uno strumento collaudato e approvato dagli elettori con un referendum, dovrebbe continuare a essere rilasciato dalla Confederazione e riconosciuto a livello internazionale anche in caso di una nuova epidemia e di restrizioni ai viaggi imposte da altri Paesi. Con la legge COVID-19, l’applicazione SwissCovid, attualmente disattivata, potrà essere riattivata se necessario, garantendo così la nostra libertà di movimento e di viaggio.
Raccomandazioni di voto
• SÌ all’ Attuazione del progetto dell’OCSE e del G20 sull’imposizione dei grandi gruppi di imprese
• SÌ alla legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima
• SÌ alla modifica della legge COVID-19
PLD I Liberali Valposchiavo