Vai prima a riconciliarti con tuo fratello

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Matteo 5, 23
Sermone dell’ 11 giugno 2023

Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. (Matteo 5, 23)

Quello della riconciliazione è un tema difficile. La riconciliazione è merce molto rara nella vita dei popoli, dei singoli e anche delle chiese. E come possono le chiese e i cristiani parlare in modo autorevole e credibile di riconciliazione dal momento che essi stessi non sono riconciliati gli uni con gli altri? Invece che parlare della riconciliazione, forse dovremmo insieme riflettere sul proverbio che già Gesù conosceva e ripeteva: “Medico, cura te stesso!”.

Cristiani e cristiane di tutte le denominazioni, riconciliatevi con i vostri fratelli cristiani e le vostre sorelle cristiane, prima di riempirvi la bocca di vuote parole sulla riconciliazione. Cristiani e cristiane di tutte le denominazioni, riconciliatevi con i vostri fratelli maggiori ebrei e le vostre sorelle maggiori ebree, togliete di mezzo ogni atteggiamento antisemita, prima di riempirvi la bocca di vane parole sulla comprensione tra i popoli, sulla tolleranza e sulla riconciliazione.

Bastano questi pochi accenni per farci capire che il tema della riconciliazione è un tema che non possiamo affrontare senza compiere una dolorosa ammissione di colpa. Noi non siamo riconciliati, noi viviamo in un mondo diviso, segnato dalla separazione. Noi siamo come Giacobbe ed Esaù, i fratelli separati; siamo come Caino e Abele, i fratelli che lottano tra loro a morte; siamo come il fratello minore e il fratello maggiore della parabola del padre misericordioso, che non si riconciliano fino alla fine.

E le separazioni tra fratelli di cui parla già la Bibbia sono continuate e continuano. Si sono prodotte ad esempio tra protestanti e cattolici nel 16. secolo, e ancora non sono risolte.

Ma sappiamo che non esistono solo separazioni religiose. Anzi, nel mondo di oggi le separazioni più profonde non sono di natura religiosa. Il mondo è pieno di fratelli separati. Confessioni, religioni, ideologie, etnie, classi, sessi, famiglie, vivono l’amara realtà della separazione. Separazioni di ogni sorta, grandi e piccole, vecchie e nuove, esteriori ed interiori, determinano la nostra vita e il nostro mondo. Dal Sudan all’Eritrea, dall’Ucraina alla Birmania, dalla Nigeria al Kosovo, separazione tra Nord e Sud del mondo. Separazione: noi ne siamo determinati, essa è quasi la nostra seconda natura.

Ma la separazione che cosa produce? Essa produce alienazione reciproca. In altre parole, siamo sorelle e fratelli ed estranei al tempo stesso! Non ci riconosciamo più come sorelle e fratelli, non percepiamo più questo legame. Peggio ancora: l’altro, l’altra, mi sono indifferenti. La separazione è stata più efficace che la fraternità e la sororità. L’estraneità è oggi sentita più fortemente che la comune appartenenza.

Questa è la verità. Ma per fortuna non è tutta la verità. Infatti il messaggio della Bibbia è questo: c’è una via per uscire dalla separazione e dall’alienazione, una via che porta alla riconciliazione.

Ma che cos’è la riconciliazione? Dobbiamo ammettere che non sappiamo bene che cosa sia. Altri aspetti del cristianesimo ci sono più familiari. Sappiamo che cosa significa dialogare, collaborare, aiutare il prossimo, magari anche vivere in pace – lasciandosi stare in pace gli uni accanto agli altri -, ma non sappiamo ancora cosa significa riconciliarsi. La riconciliazione è per noi quello che era la terra di Canaan per Israele nel deserto: terra promessa, ma sconosciuta. La via della riconciliazione sta davanti a noi come una via non ancora percorsa.

Possiamo dire qualcosa sulla via che ti porta dal tuo fratello separato, che ti porta dalla tua sorella separata? Sì, possiamo dire due cose.

La prima, che non è una via diretta, bensì una via che passa attraverso Dio. La via che porta al fratello separato, la via che porta alla sorella separata, la via della riconciliazione presuppone una deviazione che passa attraverso Dio. Ma perché è necessaria questa deviazione attraverso Dio?

Ecco la seconda cosa. La deviazione è necessaria perché il suo esito è la nostra trasformazione. Proprio questa è la cosa decisiva: essere cambiati da Dio. Per questo la riconciliazione è la cosa più difficile: perché presuppone il nostro cambiamento. Chi, tra noi, è veramente disposto a lasciarsi cambiare da Dio, in maniera tale che possa accadere la riconciliazione con il fratello separato, con la sorella separata? La vera via, la via che passa attraverso Dio per giungere al fratello separato, alla sorella separata è la riconciliazione attraverso la conversione.

Il messaggio dunque è questo: una riconciliazione dei fratelli e delle sorelle separati è possibile. Essa sta davanti a noi. Non sarà a buon mercato. E non è per oggi. Essa è per domani. Quando saremo convertiti e trasformati. Domani, il giorno della riconciliazione, dovremo essere diversi.

Pastore Paolo Tognina