Riaperture stagionali: A tutta natura al Rifugio dell’Alpe di San Romerio

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Proseguiamo la nostra rubrica parlando del Rifugio dell’Alpe di San Romerio che, come da 35 anni a questa parte, ha aperto le sue camere agli ospiti dal primo maggio fino a fine ottobre. Il proprietario – ma lui preferisce definirsi un “jolly”, un “tuttofare” – Gino Bongulielmi ci ha spiegato la sua filosofia di accoglienza e le prospettive per l’estate a San Romerio.

Foto di Achille Pola

“Abbiamo già un buon numero di prenotazioni per la stagione, – spiega Gino Bongulielmi – le altre arriveranno, tanti aspettano l’ultimo minuto per vedere com’è il tempo. Come mi piace pensare, siamo “flessibilmente flessibili”, nel senso che dipendiamo e ci adeguiamo in tutto e per tutto alla natura che ci circonda; in secondo luogo dipendiamo dai turisti e non da ultimo dalle mucche e asini che abbiamo sull’alpeggio”.

Il Rifugio dell’Alpe San Romerio, sempre più sostenibile, provvede autonomamente all’acqua e alla sorgente, alla corrente, al trasporto del cibo, delle bevande, di qualsiasi materiale e di tutte quelle piccole cose che nel fondovalle a volte si danno per scontate; tutto questo viene fatto su una pista/sentiero e non su una strada dove si riesce a transitare con qualsiasi mezzo. Spesso bisogna provvedere a liberare la strada da massi e alberi per riuscire a passare, tante volte quando piove. A detta dello stesso proprietario si può dire che, rispetto a un albergo a “bassa quota”, presso il Rifugio c’è un 50% di problemi in più da gestire, ma i prezzi rimangono uguali. Una di queste incombenze è la gestione della vasca biologica settica costruita la scorsa estate, che richiede manutenzione, corrente, tempo ed energia di Gino.

“Ogni anno ci troviamo confrontati con qualche nuovo problema e con spese di gestione non indifferenti, – prosegue Bongulielmi – il lavoro che c’è dietro è immenso, ma noi cerchiamo di fare l’impossibile per tenere in piedi il Rifugio. Personalmente, nei sei mesi di apertura non mi fermo mai dal mattino alla sera, sette giorni su sette, per tenere tutto in ordine e cercare di non far gravare incombenze extra sui miei collaboratori; senza poi calcolare che per poter aprire in questi 6 mesi bisogna preparare tutto prima della stagione e dopo ci sono ancora 3-4 mesi di lavoro sulla sorgente, sulla strada, sui pascoli, sugli orti, facendo legna, facendo la manutenzione degli stabili, vari miglioramenti diversi, ecc. Fare tutto questo mi da un grande appagamento, continuerò a farlo finché mi regge il fisico; mi spiace solo un po’ perché essere sempre così occupato mi toglie il piacere di fare l’accoglienza agli ospiti come mi piacerebbe, ma non si può arrivare dappertutto. L’importante è fare in modo che tutto possa funzionare in qualche maniera: acqua, corrente, trasporti, cibo, bevande ecc. In pratica c’è sempre da spegnere il fuoco dove brucia di più, e questi servizi in Valle vengono gestiti dai comuni”.

La camera sotto le stelle di San Romerio – Foto di Achille Pola

Il Rifugio dell’Alpe San Romerio offre cinque camere interne (due da due, una da tre, una da quattro e una da sei letti) e un dormitorio da 16 persone. Inoltre, offre, dal 2021, l’unica Million Stars Zimmer della Valposchiavo per dormire sotto le stelle: situata a circa un centinaio di metri sopra il Rifugio, la piccola casetta consistente in una cameretta con adiacente bagno – progettato e costruito da Gino Bongulielmi e dal figlio Gioele con l’aiuto della Lehrwerkstatt für Schreiner di Samedan – dà la possibilità agli ospiti di estrarre dalla casettina, tramite un binario, un letto in pino cembro dotato di ruote, consentendo così di dormire sotto le stelle e, sempre in maniera flessibile e sostenibile, in base alla meteo.

“La camera sotto le stelle è molto richiesta, – ci racconta il suo costruttore – interamente realizzata in materiali naturali (legno e sasso), consente a chi la prenota di vivere un’esperienza senza pari, dormire sotto un cielo con miliardi di stelle in mezzo alla natura incontaminata, una cosa veramente emozionante. Oltre a questa chicca, i clienti mi chiedono spesso di visitare il Crot (costruito tutto nuovo e finito nel 2014) e vedere come utilizziamo l’acqua per il raffreddamento, dopo averla utilizzata prima sia per bere che per produrre corrente, e infine la restituiamo ancora intatta alla natura che ce l’aveva prestata. Ne restano sempre molto felicemente colpiti,  come per tutte le informazioni sui sentieri che giornalmente spieghiamo, consigliamo e condividiamo”.

Tirando le somme, il Rifugio dell’Alpe San Romerio vuole vivere di sostenibilità, autenticità e di rapporto familiare col cliente nel pieno rispetto della natura e di quello che offre. Piccole, ma grandi cose come le erbe selvatiche, gli sciroppi, i thè e la grappa dell’Alpe, che al Rifugio prendono il posto di tanti prodotti commerciali che si trovano dappertutto, ma non qui. Menzione speciale va ai prodotti degli orti di San Romerio, come verdure e insalate che sono sempre molto richieste al Rifugio.

“Credo che chi viene qui lo faccia per ricaricare le batterie fuori dal “caos” della città e della vita quotidiana; in questo luogo magico e pieno di energia – conclude Bongulielmi – condividere la mia esperienza con la natura è sempre un piacere e viene apprezzato molto dagli ospiti, che vengono a cercarmi anche se sono indaffarato a fare in modo che tutto questo possa “funzionare”. Credo che sia uno dei più bei complimenti che mi si possano fare. Spero di riuscire a trasmettere anche ai giovani questa mia passione per la montagna, lasciando loro un’ambiente sostenibile, organizzato e “facilmente” gestibile in modo che avranno loro il “piacere”, in futuro, di occuparsene”.

Ivan Falcinella
Membro della redazione