L’intelligenza artificiale tra opportunità e sfide

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Giovedì scorso, presso l’albergo La Romantica a Le Prese, si è parlato di intelligenza artificiale durante una conferenza proposta dall’Associazione Artigiani e Commercianti. Franco Folini, esperto in scienze dell’informazione e della comunicazione, ha illustrato i principali aspetti di questa tecnologica con l’intento di aiutare a capirne meglio l’evoluzione, le opportunità e i rischi.

Nell’ultimo decennio, l’intelligenza artificiale è emersa dai reami della fantascienza per diventare una parte integrante della nostra esperienza quotidiana, inserendosi in varie industrie e rivoluzionando il modo in cui viviamo e lavoriamo. Dai veicoli a guida autonoma agli assistenti virtuali personali, l’intelligenza artificiale sta diventando una presenza fondamentale nelle nostre vite, alimentando la nostra curiosità, sfidando le nostre percezioni e ridefinendo ciò che un tempo si riteneva possibile.

L’intelligenza artificiale, data la sua recente esplosione, appare destinata a permeare la nostra società, nonostante il fatto che numerose potenzialità e applicazioni di questa tecnologia rimangano ancora in gran parte inesplorate. In questo contesto, la conferenza ha dato un’opportunità unica per aggiornarsi riguardo ad uno dei campi più affascinanti e promettenti della scienza e della tecnologia grazie ad un esperto del settore.

Franco Folini, valtellinese, già imprenditore nella mitica Silicon Valley, poi insegnante, consulente e formatore nell’ambito delle scienze dell’informazione e del marketing digitale, ha esposto infatti le sue conoscenze del settore per illustrare al pubblico il mondo dell’intelligenza artificiale (IA). L’intento è quello di offrire una prima infarinatura riguardo al tema, capendo di che cosa si tratta, come funziona e l’impatto che l’avvento di queste tecnologie avrà sulle aziende, in termini professionali, e sulla società, in termini tecnologici, economici ed etici.

L’intelligenza artificiale

Partendo dall’inizio, che cos’è l’intelligenza artificiale? «Noi umani siamo abituati a considerare come intelligenti le entità che padroneggiano bene il linguaggio», spiega dapprincipio Folini. Non sembra perciò un azzardo considerare intelligenti tecnologie come l’ormai famosissimo ChatGPT, poiché in grado di intrattenere conversazioni fluide, fornire risposte accurate alle domande degli utenti, scrivere racconti complessi e persino sintetizzare testi in modo conciso. La sua abilità nel comprendere e generare testo coerente garantisce dunque a ChatGPT di essere considerato, secondo i requisiti sopra espressi, intelligente. O meglio, artificialmente intelligente, in quanto si tratta pur sempre di una macchina. E qui arriviamo all’intelligenza artificiale, la quale, spiega Folini, comporta l’abilità di una macchina di esibire capacità umane quali ragionamento, apprendimento, pianificazione e creatività. In altre parole, l’IA si concentra sulla creazione di modelli e sistemi che possano eseguire mansioni che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana.

I sistemi e i modelli come ChatGPT, per essere intelligenza artificiale, si basano prevalentemente su di una tecnologia chiamata machine learning (traducibile come “apprendimento automatico”, o “macchina che apprende”), una sotto area dell’IA. Il machine learning si concentra sull’insegnare alle macchine – all’intelligenza artificiale – come imparare a fare previsioni o prendere decisioni senza essere esplicitamente programmate. Ciò coinvolge l’addestramento di modelli su una vasta mole di dati, i quali permettono di apprendere dei pattern e fare previsioni accurate o prendere azioni basate su nuovi input. In pratica, il machine learning si basa sulla capacità di insegnare a delle macchine a “pensare” in modo autonomo e a trarre conclusioni utilizzando le informazioni a loro disposizione. Questo processo di addestramento è fondamentale per consentire ai modelli di intelligenza artificiale di migliorare continuamente le proprie prestazioni e di adattarsi a situazioni nuove o complesse. In altre parole, l’IA riguarda lo sviluppo di macchine intelligenti, mentre il machine learning è una tecnica all’interno dell’IA che aiuta le macchine a imparare dai dati che si forniscono loro e migliorare le loro prestazioni.

ChatGPT ed IA ad apprendimento automatico

ChatGPT rappresenta un esempio – quello più popolare al momento – di realizzazione di queste tecnologie, in cui un modello di intelligenza artificiale è addestrato con l’apprendimento automatico per comprendere istruzioni o richieste e fornire risposte dettagliate. Ciò gli consente di generare risposte coerenti e pertinenti, tenendo conto del contesto in cui viene utilizzato. E i risultati che si ottengono da queste applicazioni sono, senza essere iperbolici, stupefacenti. Al punto di meravigliarsi, certo (e chi ha provato ad usare ChatGPT lo sa), ma anche di preoccuparsi un poco e ponderarne le ripercussioni.

L’impatto delle tecnologie come ChatGPT sul lavoro e sulla società è significativo. Si prevede che oltre 300 milioni di posti di lavoro saranno influenzati dall’intelligenza artificiale a livello globale, con alcune aziende che pianificano di sostituire diverse posizioni con queste tecnologie. Tuttavia, storicamente, sebbene alcuni posti di lavoro possano essere minacciati dall’avvento di nuove tecnologie, spesso nel frattempo nuove opportunità professionali emergono. In futuro, la potenza dell’intelligenza artificiale potrebbe assumere compiti come la generazione automatica di contenuti scritti, la creazione di design grafici, l’automazione delle attività di gestione e amministrazione, l’elaborazione e l’analisi dei dati contabili e la gestione automatizzata delle operazioni logistiche. Tuttavia, è importante sottolineare che l’IA non sostituirà completamente queste professioni, ma potrà affiancare e supportare i professionisti nel loro lavoro, ottimizzando e automatizzando alcune attività, consentendo loro di concentrarsi su compiti di maggior valore aggiunto che richiedono creatività, intuizione e interazione umana. Una cosa è però certa: l’intelligenza artificiale non priverà direttamente qualcuno del proprio impiego, bensì favorirà coloro che sono in grado di sfruttarne in maniera più efficace le potenzialità.

Dunque, come possiamo usare l’IA e strumenti come ChatGPT al meglio? ChatGPT è come un aiutante instancabile, spiega Folini, pronto ad assumersi i compiti più noiosi e che richiedono molto tempo, il quale ci può affiancare per creare la prima versione di un’idea ed espanderla, fornendo un supporto veloce ed efficiente che può aumentare la produttività generale nell’ambito di uno specifico progetto. Però, creata una prima versione di un documento scritto, ad esempio, rimane necessario un controllo umano, volto a completare, correggere e arricchire quanto prodotto da ChatGPT.

L’approccio più efficace a questi mezzi consiste perciò nell’integrare l’uso di queste tecnologie con le competenze e le capacità individuali, sfruttando i punti di forza di entrambi. Al contempo, osserva Folini, rimane importante affinare le proprie competenze: saper comunicare, affinare le nostre capacità di analisi, fare networking, aggiornarci costantemente, usare l’IA a nostro vantaggio e mantenerci mentalmente e professionalmente flessibili.

Limiti dell’IA e prospettive future

L’intelligenza artificiale, ad oggi, ha comunque delle limitazioni. I sistemi di machine learning, come ChatGPT, mancano di una comprensione semantica e di capacità di ragionamento astratto al di fuori dei modelli specifici su cui sono addestrati. Non possiedono l’esperienza, il giudizio soggettivo o le abilità cognitive degli esseri umani. Inoltre, sono soggetti a stereotipi e bias derivanti dai dati di addestramento, mentre il loro sviluppo e utilizzo comportano un costo economico, energetico e ambientale significativo. Inoltre, possono essere facilmente manipolati e utilizzati per diffondere notizie e immagini false, influenzando pericolosamente l’opinione pubblica. Questioni non da poco, come sottolinea Folini, che certamente andranno affrontate con serietà e prudenza nel prossimo futuro al fine di rendere l’applicazione di queste tecnologie sicuro e il meno rischioso possibile.

Cosa ci aspetta dunque dall’incombente avvento dell’intelligenza artificiale? Con l’invenzione della macchina fotografica, a fine Ottocento, ritrattisti e paesaggisti, aventi l’obiettivo di rimanere il più fedeli possibile alla realtà, hanno incontrato un competitore inarrivabile e si sono trovati essenzialmente senza lavoro. Tuttavia, successivamente nel mondo dell’arte vi è stato uno sfogo creativo immenso, caratterizzato da un’esplosione di nuovi stili. L’arrivo di una tecnologia che ha sostituito i lavori più meccanici e ripetitivi ha liberato energie che hanno dato luogo ad un’effervescenza artistica incredibile. Inoltre, gli esperti accostano il progresso delle intelligenze artificiali con l’accelerazione del progresso tecnologico, bio-ingegneristico e medico; si parla, in questo scenario, di “una futura super esplosione del progresso scientifico”.

L’augurio di Folini — e di tutti, si può intendere — è perciò quello di vedere, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, che delle situazioni simile si replichino. Ovvero, con l’automazione di lavori e mansioni ripetitivi e meccanici, di scoprire delle nuove opportunità e dei nuovi orizzonti dove l’intelletto umano possa essere applicato, invocando ciò che essenzialmente ci distingue dalle macchine: la creatività, la consapevolezza, di sé e dell’ambiente, l’intenzionalità, i sentimenti e le emozioni. Dedicare dunque le nostre energie in dei nuovi spazi, aperti da queste tecnologie, al fine di sognare, pensare, immaginare e costruire un mondo migliore e più ricco, concentrandosi su temi pertinenti al benessere futuro dell’essere umano.

2 COMMENTI

  1. Anche se non ero presente alla serata e non ho (ancora) guardato il video, ho motivo di credere che Nicola Balsarini abbia egregiamente fatto ciò che deve (o dovrebbe) fare un essere senziente, cosciente e pensante (in questo caso da giornalista), riuscendo a sintetizzare in modo efficace, ma soprattutto creativo, il contenuto di quanto esposto dal relatore. Tuttavia, anche se a ragionare di futuro con una sana dose di ottimismo non si sbaglia mai, sarei piuttosto prudente nel pensare che queste nuove tecnologie potranno offrire migliori condizioni a molte persone cui verrà sottratto il lavoro. Basti pensare a certi tipi di professioni artigianali quasi scomparse e sostituite da industrie automatizzate che producono in economia di scala. Per molti di questi lavoratori il passaggio dal lavoro artigianale alla routine di fabbrica ha significato un vero e proprio abbrutimento. Inoltre l’IA è già all’opera da anni con fenomeni di disintermediazione variegati in cui nella relazione fra cliente e fornitore di servizi a pagare [sic] è spesso il cliente!