Giardino dei Ghiacciai: come tutto ebbe inizio 25 anni fa

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Il Giardino dei Ghiacciai mi ha insegnato molte cose, che hanno lasciato, lasciano e lasceranno il segno, mi ha spiegato cosa sono passioni e coraggio e perché ogni giorno bisogna sacrificarsi per provare certe emozioni. Tante battaglie, sfide vinte e sfide perse, delusioni e gioie. Essere se stessi per me conta di più di tutto nel nostro mondo, ho cercato di essere un uomo prima di essere un presidente. Un qualità che senza dubbio tutto il mondo del GGC mi ha sempre riconosciuto. Ora è giunto il momento in cui io devo ringraziare tutti indistintamente: soci, collaboratori, volontari, guide, tutti i membri dei vari comitati e gruppi di lavoro di questi indimenticabili 25 anni. Magnifici anni, anni uno diverso dall’altro, vissuti in maniera così profonda e con un senso di appartenenza da non poterlo immaginare prima. Ringrazio il nostro rifugio nel centro del GGC dove si vincevano partite perse e si festeggiavano quelle vinte, anche se tanti non capiranno mai di cosa parlo, guardando cosa in questi pochi anni il GGC ha raggiunto. Il futuro del GGC è alle porte e sono convinto che con il sostegno di tutti sapremo tracciare il percorso da seguire nei prossimi anni. Il nostro obiettivo è quello di utilizzare al meglio i 40 centimetri che abbiamo a disposizione, quelli che uniscono la testa al cuore. I nostri soci e volontari usano la testa per pensare, le orecchie per ascoltare, la bocca per parlare (a ragion veduta) e il cuore per esprimere tutta la loro generosità e solidarietà nei nostri confronti. Compiere 25 anni di attività significa avere una storia, un passato importante, una memoria e un’identità, siamo fieri di tutto ciò. 

Con queste parole, un visibilmente commosso Romeo Lardi, storico presidente del Giardino dei Ghiacciai di Cavaglia (GGC), sabato scorso, presso l’Hotel Le Prese, ha introdotto l’assemblea annuale, parlando dei suoi 25 anni alla guida del sodalizio. Un’associazione che si appresta nei prossimi giorni a celebrare al meglio questa importante ricorrenza (ca. 90’000 CHF investiti per lo scopo) con l’organizzazione di tanti appuntamenti dedicati, questa importante ricorrenza.

Il 28 luglio alle 10.30 saranno “Grummo e Clà Ferrovia” ad allietare a Cavaglia soprattutto gli ospiti più giovani, il 29 luglio in programma la ormai tradizionale Pulenta da Cavaia alle 11.30 e il primo di agosto, in collaborazione con l’Associazione Agricola Poschiavo e il Caseificio Valposchiavo, si terrà il Brunch a Cavaglia. Ma la data più importante da segnare sul calendario è quella di domenica 6 agosto, un’intera  giornata di festeggiamenti per i 25 anni, con la partecipazione straordinaria del Prof. Pietro Beritelli, esperto di Turismo sostenibile.

Il 2022 ha portato 48’717 visitatori al Giardino dei Ghiacciai, mentre il contapersone installato nell’Orrido di Cavaglia ha rilevato 36’205 passaggi. Il conto annuale 2022 è stato chiuso (lo scorso 8 aprile) con un utile d’esercizio di 2’390.90 CHF e un capitale proprio al 31.12.2022 di 54’441.40 CHF.

La serata è proseguita con l’intervista ai due pionieri della prima ora, Giovanni Lardelli e Romeo Lardi, da parte della Dott.ssa Saveria Masa, responsabile della Pro Grigioni Italiano per la Valposchiavo. A coronamento dei primi 25 anni di vita del GCC l’intervistatrice si è soffermata sulla storia e le vicende che hanno portato alla valorizzazione di uno dei luoghi più ricchi di fascino di tutta la Valposchiavo. Nella prima guida turistica della Valposchiavo datata 1859, l’autore, un pastore riformato, scrive a proposito della marmitte di Cavaglia: “uno degli spettacoli della natura più selvaggi e seducenti della Rezia”.

Raccontata dalla voce dei due protagonisti, la nostra storia inizia negli anni 50 del secolo scorso, quando il Dottor Aldo Godenzi scrisse una tesina/studio di laurea sulle marmitte che colpì un giovanissimo Giovanni Lardelli. A 13/14 anni, camminando sui monti con i familiari, Giovanni scoprì le marmitte e se ne interessò da subito, tanto che nel ’56 insieme alla madre andò alla presentazione dello studio di Godenzi. Passati diversi anni, nella primavera del 1994, un parente consegnò alcuni beni di famiglia recuperati in una vecchia casa allo stesso Lardelli, coincidenza del destino, fra questi, vi era la pubblicazione datata 1970 di Silvio Paul trattante le marmitte. Questo riportò alla mente di Giovanni l’interesse giovanile per le marmitte e nel 1994 durante il suo soggiorno in Africa, per servizi umanitari, gli nacque l’idea di provare a liberare dai detriti alcune di esse. Tornato in Valle e ottenuta l’autorizzazione comunale, insieme a una decina di apprendisti della Ferrovia Retica, con mezzi improvvisati, iniziò così a ripulire la prima marmitta. In una settimana quella che oggi è conosciuta come la “numero uno”, fu liberata.

Romeo Lardi dal canto suo confessa al pubblico che all’inizio, anche se negli anni della scuola era stato a Lucerna a vedere 3 marmitte del Giardino dei Ghiacciai, non conosceva bene le marmitte a Cavaglia. Ai tempi già nel Consiglio comunale vide la richiesta per un sostegno riguardante l’intervento di una settimana a Cavaglia. Il sostegno fu concesso e in ottobre Romeo vide la prima marmitta libera dai detriti ad opera di Lardelli. Purtroppo però il comune non aveva ai tempi molto interesse per questa parte della Valposchiavo, anzi vi era il timore che con l’arrivo della pioggia la buca si sarebbe riempita d’acqua creando un pericolo, l’unico sostegno oltre all’autorizzazione rimase quindi l’acquisto della prima rete di protezione.

Nonostante il poco sostegno da parte del comune Lardelli non si arrese e in pochi mesi fu tracciato il sentiero che passa ancora oggi tra le marmitte, facendo crescere ancora più la voglia di avviare altri lavori per liberare la zona dai detriti. Giovanni si rivolse quindi ad Agnese Iseppi, l’allora direttrice dell’Ente Turistico Valposchiavo, che fece arrivare sul posto un professore da Samedan che stese un rapporto, datato giugno 95, dove veniva descritta la fattibilità di sviluppare e valorizzare la zona con aiuto di fondi. Contattato in seguito l’Ufficio della Protezione dell’ambiente del Cantone, fu mandato sul posto l’incaricato George Ragazzi, che diede il benestare alla liberazione delle marmitte e divenne uno dei maggiori sostenitori dell’intero progetto. Andava ora creato un gruppo di lavoro e coinvolto il Comune di Poschiavo. Fu contattato Romeo Lardi che si occupava a livello politico di turismo, che fu il rappresentante del comune a supervisionare i lavori e fu poi eletto nel 98 presidente alla nascita dell’Associazione del Giardino dei Ghiaccia Cavaglia.

Negli anni tanti volontari si sono susseguiti nel lavoro di pulizia delle marmitte, partendo dagli apprendisti della ferrovia, seguiti dalla Protezione Civile di Poschiavo, tanti volontari poschiavini (purtroppo in gran parte deceduti) e tanti, tanti altri apprendisti. Giungendo già nel 2011/12 ad avere la parte superiore di marmitte completamente liberata da detriti.

Il famoso gruppo di lavoro iniziale, poi diventato Associazione del Giardino dei Ghiacciai di Cavaglia (il 6 novembre 1998), era composto da: Giovanni Lardelli, Romeo Lardi, Gianni Zanoli, Laura Micheletti, Agnese Iseppi, Aldo Fanconi, Roberto Ferrari e Hans-Jörg Bannwart.

L’Associazione del Giardino dei Ghiacciai di Cavaglia ancora oggi, trovandoli molto significativi, si rifà ai 5 punti cardine del documento ideato agli albori da George Ragazzi:

  1. Tutto deve essere fatto a mani nude, senza nessun macchinario

2. Il materiale che fuoriesce va nascosto nel bosco in modo da non creare un deposito selvaggio

3. Quando una marmitta è liberata dai detriti bisogna metterla in sicurezza

4. Il GGC non può diventare Gardaland o Disneyland

5. Rispetto alla natura

L’intervista della Dott.ssa Masa si è conclusa con una serie di aneddoti raccontati dai due pionieri (nel video) e un rinfresco nel giardino dell’Hotel Le Prese.

Ivan Falcinella
Membro della redazione