Presenze turistiche in Valposchiavo in calo rispetto allo scorso anno

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In quella che sulla carta è la prima estate libera dalle restrizioni anti Covid-19, Il Bernina ha contattato diversi operatori valposchiaivini nel campo del turismo, per farsi un’idea, circa a metà stagione, di come stiano andando le presenze turistiche in Valposchiavo. L’esito, per ora, rapportato al boom degli scorsi anni (favorito dalla pandemia), non sembra essere molto positivo. La sensazione è che ci sia un netto calo di ospiti che visitano la Valposchiavo; la speranza comune è che la seconda parte della stagione possa andare meglio.

Dall’Hotel Le Prese, fra le prime strutture stagionali a riaprire (lo scorso 1 aprile), scopriamo che le previsioni del gestore Walter Nadaia – che parlava in una precedente intervista di un calo nel primo anno dopo la pandemia – sembrano oggi essersi concretizzate. “La voglia di viaggiare (volare) lontano dopo questi anni di restrizioni, – spiega Nadaia – ha contribuito a una flessione delle prenotazioni in questa prima parte di stagione estiva; speriamo nella seconda parte dell’estate e soprattutto nell’autunno”.

La conferma di questo calo di presenze ci arriva anche dall’Albergo Lardi di Le Prese, dove la proprietaria, Paola Sala-Lardi, ci parla di un calo di presenze. “Riguardo alla ristorazione e all’occupazione delle camere, – ci confida la signora Sala-Lardi – non siamo purtroppo al livello degli scorsi 2 anni. Circa un 20% in meno. Speriamo sia meglio nei mesi di agosto e settembre”.

Da Miralago Anja Seebacher e Marco Moroni, per il primo anno alla guida dell’Albergo ristorante Miralago, pur non avendo ancora termini di paragone per esprimersi, si affidano ai colleghi albergatori che dicono che questo primo anno post-Covid tanti turisti hanno scelto l’estero. “Abbiamo iniziato molto bene nei mesi di aprile e maggio, meno bene in giugno, –  racconta Anja Seebacher – colpa anche del tempo che sicuramente non è stato dalla nostra parte. Per quanto riguarda luglio sembra che qualcosa si stia muovendo, principalmente per quanto riguarda i pernottamenti, ma meno il ristorante”.

Per quanto riguarda la ristorazione una nota positiva arriva dall’Agriturismo Miravalle, dal quale Davide Migliacci ci spiega che nei mesi di giugno e luglio, come in molte altre strutture, si sono registrati meno pernottamenti dell’anno scorso. In compenso, per quanto riguarda il settore della ristorazione le presenze sono andate bene.

Da Selva, Jacopo Braga, il gestore della Pensione Selva, ci spiega che già lo scorso anno aveva percepito un cambio di tendenza nelle affluenze, apportando da questo maggio una riduzione di personale e nuovi sistemi di servizio che agevolano cliente e struttura (servizio a buffet, scelta di eventi come grigliate ecc.), in modo da gestire al meglio le poche presenze. “Ora che abbiamo passato il 20 luglio, – continua Braga – il 2023 ha segnato negativamente l’agenda da maggio ad oggi. Confido in settembre e ottobre, ma cambierebbe poco il risultato in termini di statistiche”.

Unica nota positiva per quanto riguarda i pernottamenti arriva dall’Albergo Croce Bianca, dal quale il proprietario Claudio Zanolari si dichiara contento della stagione e fiducioso per l’autunno. “La stagione autunnale conta già parecchie prenotazioni ma, – spiega Zanolari -per poterci definire pienamente soddisfatti, mancano ancora pernottamenti. I tanti clienti fedeli tornano malgrado quest’anno ci sia nuovamente il boom di volare lontano. Siamo convinti che la qualità, la cordialità, la buona cucina e la bella natura della Valposchiavo siano caratteristiche vincenti per ottenere un risultato appagante sia in termini di soddisfazione dell’ospite sia di una nostra gratificazione per il servizio offerto”.

Sulla stessa onda dei pernottamenti generali, anche i Musei Valposchiavo (Palazzo de Bassus-Mengotti, Casa Tomé, Mulino Aino e Centro di conservazione dei beni culturali) hanno avuto una flessione per quanto riguarda i visitatori. A spiegarcelo è Giovanni Ruatti della Fondazione Musei Valposchiavo: “Giornata dei mulini e il sabato d’apertura a maggio (durante il ponte di Pentecoste) sono andati bene. Abbiamo però riscontrato un calo di visitatori alle aperture ordinarie nel mese di giugno – spiega Ruatti – e al contrario abbiamo avuto un incremento dei gruppi per le visite guidate; questo aumento è dovuto al maggiore interesse di classi scolastiche in valle e di fuori regione”.

Ivan Falcinella
Membro della redazione