Mattia Pianta candidato al Consiglio nazionale: Vorrei dare una mentalità più moderna alla nostra politica

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In vista delle elezioni per il Consiglio Nazionale, in programma per il prossimo 22 ottobre, Il Bernina ha raggiunto gli 11 candidati grigionitaliani per proporre loro un’intervista. In questo articolo la parola passa a Mattia Pianta (PS).

Buongiorno Mattia, qual è la principale motivazione che ti spinge a candidarti per il Consiglio nazionale?

Candidandomi nella lista di un partito giovanile vorrei portare una visione più giovane e nuova nella politica federale. Viviamo in un mondo dove dominano delle crisi, mi riferisco al potere d’acquisto del ceto medio sempre più sotto pressione, ai costi dei premi casse malati che stanno gravando sulla stragrande maggioranza della popolazione e ai cambiamenti climatici. Queste situazioni vanno avanti da anni ed è chiaro che la politica odierna non sta facendo abbastanza per dare delle risposte efficaci. Come giovane e facendo parte della generazione che è e sarà maggiormente coinvolta, voglio portare le nostre idee e soluzioni nella politica federale. Bisogna agire ora, abbiamo bisogno di un sistema di finanziamento della nostra sanità più equo e sociale, come una cassa malati unica finanziata in base al reddito. Bisogna migliorare le condizioni di lavoro in alcuni settori come quello sanitario e introdurre un salario minimo in modo che ognuno possa vivere dignitosamente. Dobbiamo dare una svolta netta nella nostra politica energetica investendo in energie rinnovabili e bloccando gli investimenti in energie fossili della nostra piazza finanziaria. Dobbiamo anche dedicarci alla protezione dell’ambiente, ancor di più in una regione alpina come il nostro cantone, dove è possibile vivere grazie ai nostri boschi che sono un patrimonio da proteggere e tutelare.

Quali esperienze e competenze pensi di poter portare al Consiglio nazionale per rappresentare al meglio il Grigioni italiano?

Come ho già detto voglio dare una mentalità più moderna alla nostra politica. Faccio parte di una generazione la cui vita futura dipenderà dalla decisione che la politica prenderà nei prossimi anni, voglio perciò essere partecipe di queste decisioni e portare la voce della gioventù a Berna, perché ci si renda veramente conto che si sta giocando col nostro futuro e che ogni decisione presa avrà ripercussioni positive o negative un domani.

Come intendi affrontare le sfide specifiche che il Grigioni italiano potrebbe affrontare a livello nazionale?

Voglio portare con forza le esigenze e le problematiche di un cantone periferico come quello dei Grigioni, ma sono anche cosciente che bisognerà scendere a compromessi. La politica è basata sulla discussione e sullo scambio di opinioni. Mi reputo una persona pragmatica e che ha voglio di contribuire al futuro del nostro paese e delle nostre regioni, con idee nuove e moderne rispettando al contempo la storia e le tradizioni del nostro paese.

Quali sono le tue priorità legislative per migliorare la situazione dei cittadini del Grigioni italiano?

Le nostre regioni vivono una situazione di spopolamento. Negli ultimi anni i giovani in particolare non scelgono più le regioni periferiche come luogo abitativo. Questo è un problema grave perché senza i giovani diventa complicato parlare di futuro nelle nostre regioni. Per contrastare questa situazione bisogna garantire servizi pubblici efficienti su tutto il territorio. In Valposchiavo abbiamo perso molti servizi negli ultimi anni, penso alla sanità come il reparto maternità e anche alcuni reparti di chirurgia. La mancanza di servizi rende le nostre regioni meno attrattive e quindi le persone sono demotivate a trasferirsi. Garantire questi servizi fondamentali non solo rederebbe le nostre regioni più attrattive, ma semplificherebbe la vita anche alla popolazione odierna, senza bisogno di dover viaggiare fino in Engadina o addirittura a Coira per ogni necessità. Ampliando i servizi pubblici come la sanità, servizi cantonali e servizi di cura per conciliare la vita familiare con quella lavorativa creerebbe anche nuovi posti di lavoro.

Come pensi di collaborare con altri membri del Consiglio nazionale per ottenere risultati concreti per la nostra regione?

La collaborazione fra partiti e deputati è fondamentale per trovare soluzioni concrete. Per il Grigioni Italiano voglio rafforzare il concetto di Svizzera italiana, bisogna chiarire a Berna che di questa realtà linguistica non fa parte solamente il Ticino, ma anche le regioni italofone del Canton Grigioni. Desidero creare un gruppo unito coi candidati ticinesi per rappresentare la voce italiana in parlamento; solo se saremo uniti e agiremo come gruppo potremo fare qualcosa di grande e concreto per l’italianità svizzera.

Qual è la tua visione per promuovere l’identità culturale e linguistica del Grigioni italiano all’interno della Confederazione svizzera?

Sicuramente un concetto più unito e combattuto di Svizzera italiana, una delegazione composta da deputati ticinesi e grigionesi italiani può veramente fare la differenza per rendere forte la lingua italiana anche a livello federale. Bisogna riconoscere il plurilinguismo nazionale come una forza e creare una coesione nazionale e sociale sotto ogni punto di visto, promuovendolo anche attraverso eventi culturali, ma anche tramite i media locali che sono fondamentali non solo per la promozione linguistica ma anche per mantenere una forte democrazia in tutte e quattro le lingue nazionali.

Come intendi affrontare le questioni ambientali e sociali a livello nazionale, tenendo conto delle specificità regionali del Grigioni italiano?

A livello federale ci sono problemi che coinvolgono tutta la popolazione, sia urbana che periferica e dopo vi sono problemi che riguardano solamente le zone periferiche che creano preoccupazioni a livello locale e che Berna a volte non riesce a comprendere fino in fondo. È quindi importante portare queste problematiche a livello federale perché anche queste situazioni meritano ascolto e soluzioni.

Quali sono le tue proposte per migliorare la cooperazione tra il Grigioni italiano e altre regioni svizzere?

Credo vivamente che il dialogo sia e sarà sempre la soluzione. Dobbiamo, come minoranza linguistica, essere in grado di farci ascoltare. Ci saranno problemi più complicati e altri più semplici, tuttavia per poter discutere bisogna anche saper ascoltare. Solo così si potrà creare una cooperazione forte fra le diverse regioni linguiste e risolvere i problemi a livello nazionale, tenendo conto delle esigenze di tutti.